Matteotti “italiano diverso” L’omaggio di istituzioni e partiti a 100 anni dal delitto fascista

“Matteotti è stato un italiano diverso: rigore, moralità, intransigenza, sono i tratti della sua figura, l’esatto contrario del fascismo, retorico, doppio, delatore e un po’ cialtrone”. Poche parole ispirate a Gianni D’Amo dal suo maestro Piergiorgio Bellocchio per delineare il ritratto del deputato socialista ucciso dallo dal fascismo nascente, ricordato alla Fondazione di Piacenza e Vigevano nel corso dell’assemblea pubblica nel pomeriggio del 14 giugno. A cento anni dal delitto che sancì la svolta autoritaria del regime, le associazioni partigiane Anpi e Anpc, insieme a Cittàcomune, Cgil, Cisl e Uil, Consiglio provinciale di Piacenza e diversi gruppi consiliari del Comune di Piacenza (Civica Barbieri-Trespidi, Liberali piacentini, Alternativa per Piacenza, Partito Democratico, Piacenza Coraggiosa, Piacenza Oltre, Per Piacenza-Tarasconi) hanno voluto tributare un omaggio Giacomo Matteotti attraverso un momento pubblico assai partecipato.

Dopo l’introduzione del direttore di Libertà Pietro Visconti, chiamato a presiedere l’incontro, l’ex sindaco di Piacenza Stefano Pareti nel suo intervento ha ricordato che Matteotti “fu il primo a intuire che il fascismo sarebbe durato, anche perché era polesano e aveva subito l’attacco delle squadre nere fomentate dagli agrari per spazzare via le amministrazioni socialiste. Da 100 anni a questa parte ha sempre ragione un poeta, ex senatore a vita, Mario Luzi che diceva che la libertà è una palestra nella quale bisogna andare tutti i giorni”.

Incontro in ricordo di Matteotti

A Gianni D’Amo, presidente dell’associazione Cittàcomune – il compito di tratteggiare il figura del deputato socialista assassinato nel 1924: “Matteotti è un personaggio che appartiene alla schiera delle persone più famose che conosciute, e non è stato adeguatamente al centro della riflessione storica e politica. Basti pensare che suoi discorsi parlamentari sono stati pubblicati durante la presidenza della Camera di Sandro Pertini. Originario del Polesine, nato in una famiglia benestante, si accorse subito della novità del fenomeno fascista e della sua drammaticità; allora, nei primi anni ’20, non tutti i non fascisti erano antifascisti, la percezione del pericolo dell’instaurarsi di un regime fu molto debole. Matteotti invece la colse in tutta la sua drammaticità, anche perché subì un sequestro e la violenza da parte dei fascisti già nel ’21. È un uomo braccato in quegli anni nei quali tanti invece pensano che il fascismo sia il male minore per l’Italia”. “Matteotti era un italiano diverso – ha aggiunto citando Piergiorgio Bellocchio -, se quella di aver demoralizzato in senso etico e sociale il paese è l’accusa più grave da fare al fascismo, che era retorica, balle, doppiezza, delazione, cialtroneria, allora possiamo dire che Matteotti era il contrario di tutto questo”.

Patrizia Calza, sindaco di Gragnano e vice presidente della Provincia, ha portato l’adesione del consiglio provinciale di Piacenza, nel ricordo di Matteotti – al quale a Gragnano sarà intitolata una via – che fu eletto nella deputazione sociale di Rovigo: “La sua grandezza non dipende dalla sua fine tragica, ma dal modo in cui ha vissuto: una vita da leggere come un esempio, soprattutto per chi ha deciso di impegnarsi nell’attività politica. La sua vita è segnata dalla delegittimazione e dal discredito che hanno tentato di gettare sulla sua figura, tuttavia mai la critica politica dovrebbe trascendere negli attacchi di natura personale. Matteotti era talmente lucido e amante della verità che non si tratteneva mai dal sostenere le sue convinzioni, rifiutando la demagogia”.

Incontro in ricordo di Matteotti

Mario Spezia – presidente dell’associazione partigiani cristiani di Piacenza – ha sottolineato come nell’incontro si sia voluto mettere al centro il ruolo delle istituzioni: “Anche se il fascismo ha ucciso Matteotti all’inizio del regime, la sua eredità è contenuta nei principi della Costituzione italiana. Il delitto è un passaggio fondamentale dal punto di vista storico, perché da quel momento, anche in virtù del silenzio del re, il fascismo capisce che può fare quello che vuole. E difatti promulga leggi dittatoriali”.

Presenti all’incontro anche i capigruppo delle forze politiche aderenti all’iniziativa, Andrea Fossati per il Pd, Stefano Cugini per Alternativa per Piacenza e Massimo Trespidi per la civica di Centrodestra con la consigliera Barbara Mazza, insieme al padre ex presidente del consiglio comunale Carlo Mazza. “Ho aderito volentieri all’incontro – le parole di Trespidi, che ha sottolineato “la lucidità dell’intelligenza politica di Matteotti, che guardava con realismo il presente riuscendo a vedere la prospettiva”. “C’è un discorso che mi ha colpito, quello rivolto ai giovani quattro mesi prima di essere ucciso, quando Matteotti disse che “solo un consiglio va dato ai giovani, quello di non essere prematuramente vecchi e prudenti”. Parole che hanno aiutato tante persone, in particolare i giovani che poi aderiranno alla lotta partigiana. Queste parole ci aiutano ancora oggi a capire la voglia ribellione di tanti giovani contro la guerra, con le manifestazioni per chiedere di cessare il conflitto di Israele contro i palestinesi, dove si consuma un eccidio”. Per i sindacati è intervenuto il segretario della Uil Francesco Bighi mentre le conclusioni sono state tratte dal presidente provinciale dell’Anpi di Piacenza Romano Repetti.

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