Appennino Festival, al via la 23esima edizione: 19 appuntamenti fra Piacenza e Parma

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“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”. Lo diceva il poeta William Blake e lo mette in pratica Appennino Festival, la rassegna cultural-musicale diretta artisticamente dalla polistrumentista Maddalena Scagnelli e organizzata grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Regione Emilia-Romagna, del Ministero per i beni e le attività culturali, della Banca di Piacenza e di diversi sponsor privati, oltre che con la collaborazione dei comuni del territorio coinvolti.

Quest’anno la kermesse festeggia la 23esima edizione ed è stata presentata a Palazzo Rota Pisaroni dalla direttrice artistica Maddalena Scagnelli; presenti anche Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, i sindaci Roberta Valla di Travo e Marco Paganelli di Farini, le assessore Elisa Molinari e Lauretta Alberti dei comuni di Rivergaro e Gossolengo, Paolo Marzaroli, titolare della sede centrale della Banca di Piacenza, Giuseppe Noroni, delle associazioni Via degli Abati e i Calcaterra, Valentina Cinieri de “Le Vie del Sale” e l’intellettuale Valeria Laffeni. In tutto sono 19 appuntamenti che si snodano lungo l’Appennino piacentino e parmense, tra musei, pievi, monasteri e castelli, esplorando i luoghi più particolari e meno frequentati delle province.

«Al centro di questa edizione 2024 c’è il rapporto fecondo tra il mondo delle tradizioni popolari e quello della musica colta sia antica sia contemporanea nello straordinario territorio dell’Appennino piacentino e parmense – spiega la direttrice artistica Maddalena Scagnelli – con questo obiettivo nei diversi appuntamenti incontriamo artisti di rilevanza internazionale tra cui l’oboista dei Berliner Philharmoniker Christoph Hartmann, Goffredo Degli Esposti dei Micrologus, il maggior gruppo italiano attivo nella musica medievale, Marco Ambrosini, solista internazionale di nyckel harpa». Accanto ai grandi nomi – come Ambrogio Sparagna, già concertatore della Notte della Taranta – troviamo anche alcuni giovani interpreti come il trobettista Valentino Caico, il polistrumentista Dario Landi (liuto e piva emiliana), Carlo Gandolfi (oboe popolare e oboe classico), Marcello De Carolis e Francesco Loccisano, reduci dei successi al Womex di La Coruna (Spagna) con la chitarra battente e i suoni di Calabria. Da segnalare anche tra i maggiori interpreti della musica di tradizione popolare italiana, il polistrumentista Fabio Rinaudo dei Birkin Tree, interprete delle cornamuse italiane ed europee, e la storica ricercatrice e interprete del repertorio vocale della Murgia pugliese Maria Moramarco, oltre alla stessa Scagnelli, violinista e cantante con il gruppo Enerbia.

“Non mancheranno chiaramente neppure i numerosi gruppi locali che mantengono viva la tradizione del canto polivocale maschile come il Coro Val Curiasca e le coppie tradizionali di piffero e fisarmonica che animano le iniziative dedicate al repertorio originale di danza delle Quattro Province – conclude Scagnelli – fra l’altro con le numerose associazioni partner tra cui il FAI che condurrà le visite guidate a Pigazzano e Pontenure, la  Diocesi di Piacenza-Bobbio, il Museo Ettore Guatelli di Ozzano Taro e l’Associazione Europea delle Vie Francigene, la Via degli Abati saranno organizzate iniziative collaterali agli spettacoli: camminate sui sentieri storici e naturalistici e visite guidate ai diversi complessi architettonici”. «Siamo felici di presentare oggi questa nuova edizione dell’Appennino Festival, che ci porterà ancora una volta alla scoperta di luoghi apparentemente periferici delle nostre valli ma che, mantenendo il proprio carattere e la loro bellezza originaria, hanno tanto da dire al pubblico di oggi – dichiara Reggi – con ormai 23 anni di storia, Appennino Festival è la manifestazione che, fra le prime in Italia, ha promosso l’idea che attraverso il recupero delle tradizioni sia possibile animare e sostenere la montagna e favorire quelle forme di turismo culturale, esperienziale, sostenibile e “slow”, che privilegia i percorsi a piedi o in bicicletta, è attento alle specificità territoriali e all’ambiente ed è desideroso di riscoprire sapori, suoni e situazioni non ancora omologati. Ringraziamo la direttrice artistica Maddalena Scagnelli e il suo gruppo di lavoro, per la serietà e il rigore con cui ha condotto e sta conducendo questo percorso, che ha reso l’Appennino Festival un vero e proprio modello, studiato a livello nazionale, e ha fatto conoscere le nostre valli ben oltre i confini della provincia e del nostro Paese, e rinnovandosi ogni anno con nuove e suggestive proposte».

Soddisfatti anche i sindaci: «Promuovere cultura significa promuovere l’identità di un paese» sottolinea Valla, mentre Paganelli si è detto «orgoglioso di avere il festival nella nostra valle, sia nei luoghi più conosciuti come Sella dei Generali sia in quelli più difficili da raggiungere». Dello stesso avviso anche Molinari e Alberti: «Per noi è una tradizione e siamo orgogliosi di partecipare a questo festival» dichiara la prima, mentre la seconda sottolinea che «siamo contenti della collaborazione con la Regione Puglia dato che lo scorso anno ci siamo legati a un comune pugliese che ha il nostro stesso patrono». «Appennino Festival è un collettore di tante esperienze e realtà che si occupano di cultura in senso lato: i cammini storici che sono al centro del programma» fa presente Noroni, mentre per Cinieri «il paesaggio è un contenitore di beni artistici e architettonici: Appennino Festival valorizza il paesaggio e lo fa anche in collaborazione con le parrocchie, le chiese, i luoghi di culto». Laffeni ha annunciato che introdurrà «un’artista iraniana, Anahita Dowlatabadi, che in Italia si occupa di mediazione culturale e in ambito artistico di grafica, pittura e fotografia». Infine Marzaroli sottolinea che «il sostegno al Festival va avanti già da qualche anno e ne siamo soddisfatti».

Nella pagina seguente il programma completo

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