Colpo di sole e colpo di calore, ecco come tutelare la salute dei lavoratori in estate

L’estate porta con sé alte temperature e un elevato tasso di umidità, che soprattutto nella nostra zona possono rappresentare un serio problema per la salute e la sicurezza dei lavoratori in alcuni ambienti di lavoro come agricoltura ed edilizia. “Lo stress da calore, causato dall’esposizione a temperature elevate – evidenzia Maria Teresa Cella di Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro di Ausl di Piacenza – può provocare seri malesseri, colpi di calore e, nei casi più gravi, persino la morte. Per questo come Azienda siamo da sempre impegnati nella sensibilizzazione e nella diffusione di un’attenta cultura della prevenzione dello stress da calore, che coinvolge sia i lavoratori sia i datori di lavoro, entrambi chiamati ad attuare misure di prevenzione adeguate per proteggersi dai rischi”.

Lo stress da calore si verifica quando il corpo è esposto a temperature elevate e non riesce a raffreddarsi adeguatamente. Può manifestarsi con sintomi lievi come crampi muscolari, affaticamento e disidratazione, ma può anche portare a condizioni più gravi come colpi di calore e insolazione, che richiedono un intervento medico immediato. “I principali fattori di che contribuiscono allo stress da calore sul posto di lavoro, oltre ovviamente alle temperature elevate e all’alta umidità che rendono più difficile per il corpo raffreddarsi attraverso la sudorazione, ci sono particolari attività fisiche che aumentano la produzione di calore corporeo e l’utilizzo di indumenti pesanti o protettivi che possono ostacolarne la dispersione. Altri fattori da considerare sono le condizioni di salute del lavoratore poiché malattie croniche, peso corporeo e farmaci possono aumentare la suscettibilità allo stress da calore”.

Colpo di sole e di calore: che differenza c’è? “Il colpo di sole comporta un aumento della temperatura corporea a causa dell’irradiazione solare e di una protezione inadeguata, e può associarsi a scottature sulla pelle o sul capo. Il colpo di calore, invece, può manifestarsi anche al chiuso o in assenza del sole, quando la temperatura esterna è molto alta ed è associata a un elevato tasso di umidità o alla mancanza di ventilazione, condizioni a cui l’organismo non riesce ad adattarsi. I sintomi iniziali possono essere molto sfumati, conoscerli aiuta a comprenderne la gravità e a intervenire nel modo più opportuno. Collegato al caldo e a un’eccessiva sudorazione c’è anche il rischio di disidratazione: l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma e si altera l’equilibrio di sali minerali e zuccheri. I sintomi principali sono sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari e abbassamento della pressione arteriosa”.

Cosa può fare il dipendente per prevenire il colpo di calore? “Per i lavoratori che operano all’aperto le indicazioni sono quelle di non lavorare a capo scoperto, ma utilizzare copricapi con falda larga, indossare abbigliamento leggero, traspirante e di colore chiaro evitando di lavorare a torso nudo. Quando le temperature si alzano è consigliato fare momenti di pausa in zone ombreggiate e fresche, aumentando le pause in caso di affaticamento. È utile anche rifrescarsi bagnandosi con acqua per abbassare la temperatura corporea ed evitare di lavorare da soli, ma sempre con un collega che, in caso di necessità può dare l’allarme e avviare i soccorsi”.

Quali sono le indicazioni per i datori di lavoro? “Valutare il rischio da esposizione ad alte temperatura evitando il lavoro nelle ore più calde, evitare l’esposizione diretta al sole utilizzando tettoie mobili per proteggere i lavoratori. In caso di utilizzo di dispositivi di protezione individuale come caschi, guanti, abbigliamento che possono ostacolare la respirazione e l’evaporazione del sudore è necessario prevedere pause di recupero in aree confortevoli e arieggiate. Per mansioni particolarmente gravose è necessario predisporre una costante rotazione dei lavoratori”. La prevenzione dello stress da calore sul posto di lavoro non solo protegge la salute e il benessere dei lavoratori, ma contribuisce anche a mantenere un ambiente di lavoro sicuro e produttivo. Implementare strategie efficaci di prevenzione richiede impegno da parte di datori di lavoro, responsabili della sicurezza e lavoratori stessi. La formazione continua, il monitoraggio delle condizioni ambientali e la promozione di buone pratiche lavorative sono fondamentali per affrontare con successo il rischio da stress di calore.

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