Gragnano crocevia di mondi con la festa gitana della Lidiya Koycheva Balkan Orchestra fotogallery

Tzigani, tzigani – risuona più volte, nel corso dell’esplosiva esibizione della Lidiya Koycheva Balkan Orchestra. Gitani, zingari, ma forse poi non così diversi, tutti figli del mar Mediterraneo. Gragnano si trasforma così per una sera in un vero e proprio crocevia di mondi e grazie al Valtidone Festival piazza Verdi si infiamma in una festa gitana, trascinati dalla carismatica cantante Lidiya Koycheva alla riscoperta di un repertorio, quello del turbo folk balcanico, che ha vissuto anni d’oro anche nel nostro paese, ai tempi della felice collaborazione tra Goran Bregovic e il regista Emir Kusturica, protagonista con la sua band di un memorabile concerto a palazzo Farnese nel 1999.

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A distanza di oltre 25 anni, direttamente dalla pellicola Underground, ecco la scintillante versione di Kalashnikov e la struggente Mesecina, per poi passare nella Francia della patchanka, con le chitarre e la fisarmonica che si infiammano con Zobi la mouche, hit de Les Negresses Vertes. Suggestioni rock che si intrecciano alla tradizione popolare balcanica, ed è ancora una girandola di emozioni dalle canzoni popolari macedoni a Disco Partizani di Shantel. Lidiya, scoperta giovanissima come talentuosa pianista proprio al Valtidone Festival alla fine degli anni Novanta, chiede quanti, tra il pubblico, arrivino dalla Macedonia, Bulgaria e Romania. Le mani si alzano, ma i confini nella musica e in geografia spesso sono solo una suggestione, come quel lembo d’acqua che separa la penisola balcanica dal nostro Paese. Ed è da questa commistione che nasce Kalinifta, canzone in greco salentino, ritmi che risuonano ancora in un’originale versione della taranta.

In questo omaggio alla canzone popolare, per dirla alla Fossati, non poteva mancare Bella Ciao che trascina tutti sotto al palco, per ballare sulle note di un inno alla libertà divenuto patrimonio comune, prima di chiudere con un altro canto tradizionale bosniaco, Ederlezi.