In volo sulla Val Boreca, il progetto per un’attrazione “senza precedenti”

Nel cuore della Val Boreca, tra i confini delle Quattro Province, sorgerà un’attrazione senza precedenti: il volo del postino. Gli organizzatori della Mangialonga del Postino, l’escursione giunta alla seconda edizione sulle ripide montagne della piccola valle che si è svolta nello scorso giugno, hanno un progetto ambizioso e suggestivo: permettere ai visitatori di vivere l’ebrezza del volo, sospesi tra le vette di Artana e Pizzonero, due dei piccoli paesi aggrappati alle pendici delle valle, legati con sicurezza da un’apposita imbracatura e agganciati a un cavo d’acciaio. Per ora è ancora un sogno, ma i promotori precisano che si sta studiando la sua fattibilità tecnica.

Il volo del postino – spiegano sul sito web della Mangialonga – offrirà due linee distinte, ciascuna con la sua storia e caratteristiche:

Linea di “Annibale”: Partirà da Artana (quota di partenza 1138 metri), questa linea attraverserà 1990 metri di paesaggio mozzafiato, raggiungendo una velocità massima di 120 km/h. Da lassù, si potrà ammirare tutto l’alveo del torrente Boreca, dalla sua sorgente alle cascate impetuose che segnano il suo percorso. L’arrivo sarà a Pizzonero (quota di arrivo 1034 metri), dove gli “angeli-postini” potranno esplorare le abitazioni e immergersi nella bellezza incontaminata della Val Boreca.

Linea di “Magone”: Questa linea di rientro partirà da Pizzonero (quota di partenza 1030 metri) e si snoderà per 1810 metri fino ad Artana (quota di arrivo 907 metri). Qui, i partecipanti potranno toccare i 110 km/h e godersi un panorama che normalmente è privilegio delle sole creature alate. Lungo il tragitto, si potrà anche ammirare l’anello del sentiero del Giro del Postino, da cui prende il nome l’attrazione.

La Val Boreca, con le sue pochissime abitazioni incastonate nel verde, – affermano i promotori del progetto – offrirà una visuale insolita e ricca di emozioni. Mentre si volerà, gli occhi dei partecipanti si poseranno su una natura selvaggia e incontaminata, e il vento sibilerà nelle loro orecchie. Le due linee prenderanno il nome dai generali cartaginesi Annibale e Magone, che si stazionarono in questa valle in preparazione all’epica Battaglia sul Trebbia. La storia si fonderà con la modernità, e gli “angeli-postini” rivivranno l’emozione di volare tra cielo e terra portando loro stessi le lettere e le cartoline ai pochissimi residenti.

La seconda Mangialonga del Postino

LA DESCRIZIONE – La Val Boreca, una piccolissima valle sperduta sull’Appennino piacentino, al confine tra Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia, è un luogo che sfugge alle definizioni. Quando ne parli agli amici, nessuno sa mai dove si trova. È un angolo di natura incontaminata, dove il telefono prende poco o nulla e le strade sono sterrate e sconnesse. Qui, la pace interiore è facile da trovare, l’aria sa di buono e l’acqua è freschissima. In autunno il vento sposta le foglie, in inverno ci si deve spostare con le ciaspole mentre in estate il campanaccio delle mucche al pascolo risuona ovunque. La Valboreca è storia e leggenda al tempo stesso, da Annibale a Einstein e Hemingway passando per i Malaspina, scrigno di tesori senza tempo. La Valboreca è un luogo che si ama o si odia, senza vie di mezzo. La sua comunità, forte e unita, si batte per preservare una valle di cinque borghi isolati, collegati solo dal sentiero del Giro del Postino. Qui, le nonne viziano i nipoti, e a casa si va solo per mangiare dopo aver giocato spensierati tutto il giorno. È un luogo di ricordi, di sorrisi e di magia che ha resistito nonostante le difficoltà e le guerre. Vogliamo che la Valboreca continui a vivere nel cuore di chi l’ama. In Valboreca non c’è nulla ma se guardi bene puoi trovarci l’Infinito.

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