“La conoscenza è un’avventura e i voti a scuola aiutano a crescere” fotogallery

“La conoscenza è un’avventura fantastica e Leonardo l’ha chiamata l’arte di essere curiosi”. E’ una lezione tutta speciale quella che il professor Vincenzo Schettini, tornato a Piacenza con “La fisica che ci piace – La lezione show” dopo il grande successo della tappa invernale al Teatro Politeama, ha tenuto a palazzo Farnese con Piacenza Summer Cult. In tutta Italia sono milioni le persone che seguono le lezioni di fisica dell’istrionico professor Schettini, tra Instagram, Facebook, YouTube e TikTok. E anche l’appuntamento dell’11 luglio a Piacenza non ha fatto eccezione.

La lezione – che inizia con i tutti i crismi: campanella e tutti in piedi ad accogliere il professore – ha un grande messaggio: l’energia che si trasforma, come già aveva intuito il chimico francese Lavoisier. Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Se Schettini porta sul palco una vera e propria classe – composta da ragazzini e adulti – è tutto il pubblico a calarsi nei panni degli studenti. Per qualcuno sarà rispolverare vecchie nozioni delle superiori, per altri – i più giovani – sarà un’anticipazione di quello che potranno imparare a scuola. Tutto però sembra più semplice, più accattivante. Dalla fissione nucleare, alla produzione dell’energia vera e propria. Che si trasforma, appunto: come quella del vento che, grazie alle pale eoliche, diventa energia elettrica.

“Il movimento è energia, si produce corrente e non si inquina. Questa, ragazzi, è la conoscenza e la libertà. Se andrete avanti in questo campo, e studierete le Stem, rivoluzionerete il mondo e renderete le nazioni in cui vivrete indipendenti dal punto di vista energetico – ha detto il prof Schettini -. Adesso mi rivolgo ai genitori: un signore che più di due anni fa ha dichiarato guerra cosa ha fatto? Ha chiuso il gas. E a cosa serve il gas? A far bollire l’acqua, che crea vapore acqueo, che spinge le turbine che producono energia elettrica. Ma bruciando il gas, si produce anche anidride carbonica che inquina. Noi ci dobbiamo liberare dell’anidride carbonica e degli uomini di potere che le vogliono morte, le persone. E noi lo dobbiamo fare con la cultura”.

La lezione così come è iniziata nel più tradizionale dei modi, così si conclude: con i voti attribuiti agli studenti della ‘classe’. Un tema questo dibattuto: ciclicamente si parla di eliminarli, per sostituirli con altre modalità di valutazione. “Quando si parla di voti a tutti viene l’ansia – dice -. Quindi cosa facciamo? Eliminiamo il voto, le materie, e poi i professori. Non si fa: questa si chiama scuola, ed è una cosa seria. E’ la prima palestra di vita. Quei cinque, otto, 10 anni sono quelli in cui vi scontrerete con quelle cose che si chiamano problemi, con persone che non sopporterete e che dovrete ascoltare, persone che vi mortificheranno e da quella mortificazione vi dovrete rialzare. Perché non sempre sono complimenti nella vita. Certe volte ci si impegna, si prende un quattro, si torna al proprio posto e si ricomincia a lavorare”.

E anche questa è una bella lezione da tenere a mente. Perché se il proprio percorso scolastico può terminare come diceva Eduardo, ‘gli esami non finiscono mai’.

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