La consegna dell’Antonino d’Oro a Lodovica e Mauro “Tutti hanno diritto a una famiglia” fotogallery

Il momento culminante della giornata del santo patrono è stato vissuto nella basilica di S. Antonino con la Messa solenne presieduta dal vescovo Adriano Cevolotto (la celebrazione è stata trasmessa in diretta sul canale Youtube della Diocesi). Durante la liturgia la rituale offerta, da parte della sindaca Katia Tarasconi, del cero in onore del Patrono, simbolo di unità della cittadinanza, e la consegna dell’onorificenza “Antonino d’Oro 2024”, quest’anno assegnato a Lodovica Ghezzi e Mauro Carioni responsabili della casa famiglia “Santa Lucia” inaugurata nel 1993 nel cremasco e trasferita nel 1996 a Caorso (Piacenza), appartenente alla Comunità Papa Giovanni XXIII. “Ciascuno di noi ha il diritto di vivere in una famiglia – hanno detto i coniugi premiati – soprattutto nella fase di crescita e di sviluppo, la famiglia è la cellula vitale della società e vogliamo invitare tutte le famiglie ad essere accoglienti, per costruire umanità e una società migliore”.

La cerimonia dell'Antonino d'oro

Nella sua omelia il vescovo Adriano ha voluto sottolineare come oggi sia molto facile “dare risalto a fatti negativi che accentuano lo sguardo preoccupato sul futuro”. “Nel caso di Antonino – ha continuato – cosa fa notizia? La sua uccisione o il restare fedele, a scapito della sua stessa vita? La sua vicenda potrebbe essere raccontata in maniera molto diversa. Un esempio è anche lo spopolamento della montagna, che fa notizia più dei coraggiosi giovani che decidono di continuare a viverci. C’è una domanda diffusa di cronaca nera, questo fa aumentare il senso di sfiducia. Noi stessi non siamo cercatori di buone notizie. Eppure siamo cristiani, che credono nel Vangelo che è la buona notizia”.

“Dovremmo tutti prendere esempio – ha rimarcato il vescovo – per dare spazio alla cronaca buona. L’Antonino d’oro non è riconoscere l’eccezionale, ma far conoscere quello che è possibile: c’è tanta vita che induce a sperare”. “Non siamo alla presenza di supereroi, ma di gente come tutti noi: la differenza sta nell’avere il coraggio di partire e iniziare a camminare, perché il cammino si aprirà. I premiati di oggi hanno fatto questo, Mauro e Ludovica fanno di una famiglia una casa e una casa con le porte aperte fa famiglia”.

Don Giuseppe Basini ha quindi annunciato il premio Antonino d’Oro ai coniugi Lodovica Ghezzi e Mauro Carioni, come “atto di stima e gratitudine nei confronti di una coppia di sposi che da 30 anni a questa parte ha fatto della generosità e dell’accoglienza e la condivisione coi più deboli una missione, offrendo una famiglia a chi non ce l’ha. La famiglia è un luogo generativo e tutelante per tutti”. Entrambe i premiati dal vescovo Adriano hanno espresso il loro ringraziamento prendendo la parola nella basilica. “Da alcune settimane i nostri volti sono diventati noti – hanno detto Lodovica e Mauro – ma non è nel nostro stile essere sotto la lente della notorietà, ma vogliamo cogliere questo momento per dire grazie a Dio che ci ha condotti a questo momento di gioia e di riflessione, al capitolo dei canonici di Sant’Antonino per il premio. Grazie a tutte le autorità e a tutti voi che avete partecipato alla messa e siete stati vicini a noi per condividere e sostenere la nostra missione, in tanti sono venuti a dimostrare il loro affetto. Grazie a colo che rendono possibile la nostra presenza qui oggi, a chi sta gestendo la casa famiglia al nostro posto, a tutte le persone accolte in passato e oggi, senza di loro non saremmo quello che siamo e nella relazione con loro ci siamo arricchiti. Grazie alla comunità Papa Giovanni XXIII, che è la nostra famiglia allargata e ci ha permesso di portare avanti la nostra missione e di non andare fuori rotta”.

La cerimonia dell'Antonino d'oro

“Vivere in famiglia è un’esperienza molto positiva, – hanno proseguito – ciascuno di noi ha il diritto di vivere in una famiglia soprattutto nella fase di crescita e di sviluppo, la famiglia è la cellula vitale della società e vogliamo invitare tutte le famiglie ad essere accoglienti, per costruire umanità e una società migliore. Nella nostra casa famiglia abbiamo ospitato tanti bambini e ragazzi che hanno subito la prepotenza e l’immaturità degli adulti, adulti che hanno tradito la loro fiducia e che hanno impedito loro di crescere serenamente. Abbiamo cercato a tutti di dare il meglio, abbiamo fatto tutto il possibile per stare al loro fianco. La pace va sognata e costruita, alla pace ci si educa e non possiamo allora restare indifferenti alle tante guerre che ci sono oggi nel mondo, ciascuno di noi è costruttori di pace, se cambiamo noi cambia il mondo. Gesù è il nostro modello, e abbiamo cercato di essere coerenti con questo modello. S. Antonino ci è maestro in questa scelta, chiediamo a lui di accompagnarci in questo cammino di fede”.

La giornata è iniziata all’alba con le Lodi mattutine nella basilica di Sant’Antonino, momento di preghiera a cui è seguita la tradizionale benedizione della lavanda, un simbolo di purezza e protezione, e dalla colazione comunitaria che riunisce i fedeli in un’atmosfera di condivisione e gioia; alle 8 e alle 9 si svolgono le prime celebrazioni dell’eucaristia della giornata per offrire ai piacentini un’occasione di riflessione e preghiera in onore del Patrono della città. A partire dalle 10, la Banda Ponchielli, mentre si anima la tradizionale Fiera di Sant’Antonino, riempirà le strade di musica, partendo da piazzale Genova e arrivando a piazza Sant’Antonino per la celebrazione con il vescovo. La giornata si concluderà alle 18 con la messa in memoria dei sacerdoti che, negli anni del secondo conflitto mondiale, hanno sacrificato la loro vita per la fede, ricordandone il coraggio e la dedizione.

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