“Nostre imprese forti come l’acqua. L’ambientalismo che si fa ideologia non serve”

“Forti come l’acqua” è il titolo dell’assemblea di Confagricoltura Piacenza a Palazzo Gotico, ultima con Filippo Gasparini alla guida dell’associazione, che non a caso ha scelto questa suggestione per chiudere il proprio mandato. “Le nostre imprese sono forti come l’acqua che trova sempre il modo di infiltrarsi, potente e vitale, ma che va custodita, curata, valorizzata. L’acqua è eterna perché il suo ciclo si perpetra continuamente, esattamente come il nostro lavoro. L’agricoltura genera vita, valorizzando l’acqua e inserendosi armonicamente in un ciclo naturale che ci mostra ogni giorno la meraviglia del Creato” ha detto Gasparini davanti alla platea composta non solo da colleghi imprenditori, ma dalle principali autorità locali e da rappresentanti nazionali come il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“È una delle campagne agricole più difficili degli ultimi vent’anni e quindi grazie In particolare agli agricoltori che oggi sono presenti in sala e che sono la nostra associazione. Perché Confagricoltura è dei suoi soci. Abbiamo voluto questo evento perché ci tenevamo in modo particolare a parlare di acqua e a parlare di grandi infrastrutture” – ha sottolineato il direttore Marco Casagrande in apertura lavori. “Come sindaca, mi inorgoglisce che per l’evento più importante dell’anno, la vostra associazione abbia scelto l’edificio comunale simbolo della nostra splendida città” – ha dichiarato, Katia Tarasconi  sindaco di Piacenza, che ha aggiunto: ”Saluto e ringrazio Filippo Gasparini: se Confagricoltura Piacenza oggi è ciò che è, ovvero un punto di riferimento autorevole per il mondo dell’agricoltura del nostro territorio, lo deve anche al prezioso lavoro che hai saputo svolgere in questo periodo particolarmente complesso”.

Dopo i saluti della sindaca Tarasconi, del consigliere provinciale Giampaolo Maloberti e del vice prefetto Attilio Ubaldi, il presidente uscente Gasparini ha evidenziato i rischi di un ambientalismo che si fa ideologia. “Se stabiliamo il primato della natura su quello dell’uomo – ha detto – andiamo indietro di mille anni”. “Oggi siamo nel caos del relativismo, dell’immobilismo. Siamo nell’epoca del minimo comun denominatore: invece di valorizzare la ricchezza della diversità e generare sviluppo, ci si appiattisce sull’immediato, contingente. Le imprese, la società hanno un estremo bisogno di ritrovare nella politica la profondità necessaria per analizzare i contesti e fare scelte che vadano oltre la tornata elettorale, così come nell’economia le aziende devono operare con un orizzonte più ampio del mandato degli amministratori. In agricoltura, lo sappiamo bene, e gestiamo le nostre aziende con contesti e fare scelte che vadano oltre la tornata elettorale, così come nell’economia le aziende devono operare con un orizzonte più ampio del mandato degli amministratori. In agricoltura, lo sappiamo bene, e gestiamo le nostre aziende con l’obiettivo di tramandarle di padre in figlio. Cosa che è sempre più ardua, proprio per le difficoltà vissute da chi fa impresa. Occorre che tutti noi, qui insieme, troviamo la via per uscire dell’incapacità di leggere il contesto, fare analisi e programmare con una visione di lungo periodo”.

Il presidente Gasparini ricorda poi un brano della poesia “Davanti a San Guido” di Giosuè Carducci. “Signor Ministro – dice rivolgendosi a Salvini – sappiamo che Lei oggi a Piacenza ha firmato insieme al Sindaco la sottoscrizione ufficiale del protocollo per il polo del ferro. Il nostro evento ruota attorno all’analisi di quello che serve al nostro territorio e alle nostre imprese per potersi sviluppare. Esattamente come nella poesia, noi non dobbiamo farci trascinare dalle illusioni di un successo o di un appagamento sradicato dalla nostra storia, La nostra essenza è custodita nelle nostre radici, nei nostri ricordi nei nostri valori. Lì troviamo l’energia vitale per guardare avanti. Senza ricordare da dove veniamo perdiamo l’obiettivo di dove andare. Allo stesso tempo, non possiamo fare come il somaro, la cui immagine chiude il poema, che non si cura del progresso. Noi dobbiamo essere i puledri, anzi, sul territorio noi abbiamo i migliori puledri: le nostre imprese, i nostri giovani, le competenze di chi lavora per sviluppare la nostra economia. Noi dobbiamo essere i puledri, anzi, sul territorio noi abbiamo i migliori puledri: le nostre imprese, i nostri giovani, le competenze di chi lavora per sviluppare la nostra economia. Questi puledri guardano alle infrastrutture necessarie con il desiderio di raggiungerle e gestirle, sono incuriositi dal progresso e vogliono inseguirlo, dominarlo, esattamente come puledri della poesia”.

“Signor Ministro, noi non possiamo più perdere treni e non possiamo rallentare quelli in corsa, grazie quindi a Lei e al Sindaco per il fondamentale messaggio che ci portate oggi. L’avvio del polo del ferro è una risposta trasversale alle esigenze alla nostra economia, un’azione di politica, non solo amministrativa. La nostra agricoltura, le nostre imprese, la nostra gente hanno bisogno di infrastrutture moderne e tra loro sinergiche che contemperino lo sviluppo con la preservazione dei luoghi: siano la città, la collina o il suolo fertile della pianura. L’innovazione deve fondersi con la nostra tradizione: valorizzarla ammodernarla e potenziarla, non dimenticarla, come, per semplificare, vorrebbe fare il pensiero comune. Questo è l’evento che chiude il mio mandato, lo avevo aperto idealmente con la celebrazione del nostro centenario, oggi vogliamo condividere con tutte le forze economiche piacentine e poi, alzando lo sguardo verso il contesto nazionale, con chi guida il Paese e con chi ci rappresenta sul piano nazionale, le necessità inderogabili delle imprese agricole e delle altre imprese che con esse fanno rete nelle filiere del nostro made in Italy agroalimentare e non solo, cosa occorre per far rimanere questo territorio prospero e strategico per l’economia. Infrastrutture, ma ancor prima, capacità di ascolto e di lettura la realtà, visione, programmazione di lungo periodo”.

“Per quanto mi riguarda, ho cercato di esprimerlo nel lavoro quotidiano di un’azione sindacale portata avanti ogni giorno insieme a Giunta e Consiglio e, nell’ambito di un dialogo costruttivo, a Confagricoltura Nazionale, condividendo in prima persona le difficoltà a fare impresa delle aziende associate. Il nostro rigore non viene dall’ideologia ma dagli ideali. Siamo contrari all’ideologia del pensiero comune, alla mancata assunzione di responsabilità che genera immobilismo, al regoliamo come sistema di opposizione, al panteismo che si traduce nel non agire. Non vogliamo uniformarci tutti, siamo il Paese dei campanili, dei localismi virtuosi: dove le peculiarità del territorio sono un valore. Noi siamo l’agricoltura moderna per la quale gli strumenti tecnologici, la ricerca e le infrastrutture sono l’ingrediente per innovare la nostra tradizione e rimanere competitivi a livello globale. Chi vuole distruggere le nostre specificità, la nostra capacità di fare impresa, la nostra produttività non ci troverà mai dalla sua parte. Noi siamo nei campi, nella fatica di ogni giorno, ma anche nella ricerca, nell’agricoltura di precisione”.

“Chiediamo coraggio, competenza e determinismo nella gestione della risorsa idrica e oggi, in questa sala, nella gestione del Paese. Non ne possiamo più delle complicazioni inutili di regole calate da quell’Europa che non conosce neppure la natura torrentizia dei nostri fiumi. Noi siamo imprenditori e rivendichiamo con orgoglio la dignità del nostro lavoro difendendo la sua produttività, la sua complessità, il saper fare delle nostre imprese, forti delle nostre radici proiettati verso lo sviluppo, chiediamo gli strumenti adeguati, materiali e immateriali, per correre verso il progresso come i puledri lungo la ferrovia”.

Il Ministro Salvini, nel suo intervento, ha risposto all’appello raccogliendo le richieste: infrastrutture e risorse per rispondere alle necessità dei territori. A seguire la tavola rotonda “Infrastrutture per gestire l’acqua” e in chiusura l’intervista al presidente nazionale dei Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “Sia gli Stati Uniti che la Ue riconoscono il ruolo centrale che l’agricoltura dovrà sempre più avere nelle future politiche – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – . Gli Stati Uniti danno la priorità all’efficienza della produzione e alla tutela del reddito degli agricoltori. Invece da noi non è così e alla lunga, la rigidità rischia di mettere fuori gioco noi produttori europei. Questo è anche il monito che Confagricoltura porta in Ue. La Commissione dovrà dirci chiaramente se ritiene l’Agricoltura un asset strategico o meno, noi ne siamo convinti e i dati economici ci danno ragione”. L’evento è stato moderato dai giornalisti Andrea Bignami, caporedattore di SkyTg24 e conduttore di SkyTg24 Economia e da Elena Gherardi, responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne di Confagricoltura Piacenza.

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