Portate record per il Po, la disponibilità idrica è ai massimi storici

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Fiume Po, la disponibilità idrica è ai massimi storici: riunito il 24 luglio all’Autorità Distrettuale del Fiume Po l’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici del Distretto con partner istituzionali e portatori di interesse per analizzare e aggiornare l’andamento della disponibilità idrica. Confermate le aspettative di fine primavera con picchi di abbondanza nel Grande Fiume, nei Grandi Laghi alpini e negli affluenti. Rispetto al periodo 1991-2020, il fiume Po ha fatto registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro (Fe) nuovi valori massimi di portata media mensile nei mesi di marzo e giugno (rispettivamente di 3.174 e 2.926 m3/s) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio: una situazione diametralmente opposta a quella che si riscontrava esattamente due anni fa quando, il 24 luglio del 2022 il fiume Po, sempre a Pontelagoscuro, registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre, pari a 114 m3/s.

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Al giro di boa dell’estate l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto del Po aggiorna puntualmente le analisi statistiche con il contributo di tutti i partner istituzionali e portatori di interesse proiettando uno scenario sostanzialmente fedele, anche se in taluni casi improntato al rialzo, alle aspettative proiettate dalle riunioni tenute alla fine della primavera. L’estate meteorologica si è palesata, fino ad oggi, come particolarmente umida e con temperature prossime ai valori tipici del periodo considerate le media storiche, ma anche con picchi di calore oltre i 37° al nord che non si registravano da diversi anni. Le precipitazioni si sono dimostrate del tutto abbondanti, in alcuni casi di particolare intensità soprattutto sui rilievi alpini, anche distruttive e causa di piene che hanno causato frane alluvionali. Le piogge sono cadute nel Distretto del fiume Po anche nella primissima parte dell’estate in modalità frequente; un copione molto simile a quello già visto in primavera tant’è che, se si fa riferimento agli ultimi quattro mesi e mezzo (da marzo a metà luglio), in molte località del Distretto sono stati superati i precedenti record storici in termini di accumuli pluviometrici. Solo i territori della Romagna, colpiti dall’alluvione del 2023, in questo inizio 2024 stanno riscontrando apporti pluviometrici leggermente sotto la media per il periodo di riferimento.

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Le portate

I fiumi del Distretto, complice anche lo scioglimento del manto nivale che a inizio stagione si presentava abbondante lungo tutto l’arco alpino, continuano a mantenere valori di deflusso mensili pari ai valori massimi del periodo e, in alcuni casi, anche maggiori. I livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici per il periodo come nel caso del Lago di Garda ora ad un livello di riempimento pari al 90%, Lago Maggiore 102,3%, Lago di Iseo 95,7%, Lago d’Idro 51,1%, Lago di Como 71%. Ovviamente, come anticipato, non sono mancati i problemi legati all’intensità dei fenomeni a scala locale. Infatti, negli ultimi mesi sono stati registrati numerosi fenomeni di piena distribuiti in tutto il Distretto che hanno provocato anche ingenti danni come nei casi di Cervinia e Cogne in Valle d’Aosta. Purtroppo, anche questo inizio 2024, così anomalo dal punto di vista delle precipitazioni, rientra nella casistica attesa a seguito dei cambiamenti climatici in atto. Tutti i dati di analisi approfondita contenuti nei periodici bollettini, frutto della costante collaborazione dell’Autorità di Bacino Distrettuale con l’insieme dei partner del Distretto del Fiume Po, sono visibili e consultabili sul portale istituzionale dell’ente che mette a disposizione all’interno della sezione dedicata al link: https://www.adbpo.it/osservatorio-permanente/ .

“Come più volte ricordato nell’ultimo periodo soprattutto – ha rimarcato il responsabile dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell’Autorità di Bacino Distrettuale Francesco Tornatore – il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico, ossia un’area caratterizzata da un alto grado di indeterminatezza previsionale che genera incertezza sugli sviluppi futuri del clima e dove si registrerà una variazione significativa del regime piovoso con un aumento degli eventi idrometeorologici estremi. È ormai evidente che ci troviamo d’innanzi ad un cambiamento epocale che deve essere affrontato con la giusta visione. Questo vuol dire che non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che per adattarci alle nuove condizioni ambientali potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità dei fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali”.

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