“Pronto soccorso di Fiorenzuola declassato a Cau, promesse non mantenute”

“Le promesse di Ausl e Regione sull’ospedale di Fiorenzuola sono state regolarmente smentite dagli stessi enti”. Lo dice il Comitato dei cittadini per la difesa della salute in val d’Arda a margine dell’assemblea pubblica che si è tenuta venerdì 5 luglio nel salone dell’oratorio di Morfasso per presentare la relazione sulla situazione del sistema di emergenza-urgenza in val d’Arda. “La chiusura del Punto di Primo Intervento (ex Pronto soccorso) dell’ospedale della val d’Arda ha sollevato diverse proteste tra gli utenti della vallata – scrive il comitato in una nota – anche alla luce delle diverse vicissitudini che hanno toccato il sistema sanitario della valle (e non solo) negli ultimi vent’anni”. Durante l’assemblea pubblica, che ha visto la presenza di decine di persone provenienti da diversi comuni della val d’Arda e di alcuni amministratori pubblici, è stata presentata una relazione tecnica che illustra la situazione complessiva del sistema emergenza-urgenza del territorio in esame.

“In particolare – chiosa il comitato – la cronistoria dell’ospedale di Fiorenzuola dimostra in mondo inequivocabile come le proposte e promesse di Ausl e Regione siano state regolarmente smentite dagli stessi enti, con un progressivo declassamento dell’ospedale e dei servizi compresi. È evidente che non è più possibile fidarsi delle dichiarazioni pubbliche perché sono poi disattese nella concretezza dei fatti. Così come è evidente la penalizzazione degli utenti di collina e montagna in piena violazione del principio base del Sistema Sanitario Nazionale che prevede che ‘a tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute’. Questo è il principio fondamentale che ha il fine di superare le diseguaglianze di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie”. L’obiettivo principale del comitato, che – sottolinea lo stesso – “non ha alcuna appartenenza politica”, è quello di “garantire a tutti un’informazione completa, puntuale e obiettiva; e, per questo, è doveroso, per cittadini, utenti e amministratori pubblici, avere una visione corretta della storia dell’ospedale fiorenzuolano, senza omissioni o distorsioni di parte”. Di seguito la cronistoria dell’ospedale di Fiorenzuola d’Arda, allegata dal comitato nella nota stampa.

assemblea salute val d'arda

CRONISTORIA OSPEDALE FIORENZUOLA D’ARDA – Da anni ospedale “di base” con pronto soccorso h24 e diversi reparti: Ortopedia, Chirurgia con comparto operatorio e servizio di Anestesia, Otorino, Ostetricia/Ginecologia che gestiva fino a 800 parti all’anno (la normativa ne prevede minimo 500 per garantire il reparto in loco) e Pediatria.

Inizio 2013 – Perizia su idoneità statica del blocco B che rischierebbe di crollare.

Estate 2013 – Affidamento diretto per urgenza del progetto per la realizzazione del nuovo pronto soccorso nel blocco A: nonostante l’urgenza per dichiarata possibilità di crollo, continuano da mesi ad essere presenti pazienti ed operatori e addirittura vengono traferiti nell’immobile “a rischio” anche gli ospiti della casa di riposo di Bettola.

Dicembre 2013 – Viene demolito il blocco B: l’Ausl di Piacenza non prende in considerazione perizie tecniche alternative che non prevedevano la demolizione. Buona parte del personale medico ed infermieristico si trasferisce in altre strutture (non piacentine). Inizia una forte migrazione dei pazienti della val d’Arda verso altre province (soprattutto Parma, con l’ospedale di Fidenza e Cremona).

In poco tempo viene attivato il nuovo pronto soccorso nel blocco A, spostando farmacia e centro prelievi. Il servizio dichiarato “Pronto Soccorso” è operativo h24 ma progressivamente viene declassato in sostanza in un Ppi (Punto di primo intervento) mancando i servizi di supporto in grado di gestire le “emergenze”.

Aprile 2014 – Accordo siglato tra Ausl di Piacenza, Regione Emilia-Romagna e sindaci piacentini: “il Presidio Ospedaliero di Fiorenzuola d’Arda possa ritornare in funzione esattamente com’era, prima della sua chiusura, per servire tutta la Val d’Arda”; accordo poi immediatamente rinnegato.

Dicembre 2014 – L’Ausl di Piacenza per bocca del direttore generale Bianchi, come riportato dalla stampa: “L’ospedale di Fiorenzuola deve assolutamente mantenere le stesse funzioni che ha attualmente”; dichiarazione dimostratasi non veritiera (Ausl e Regione lo sapevano da subito) perché i reparti non sono mai più tornati ed il nuovo blocco B è stato destinato al Polo riabilitativo trasferito dalla vicina Villanova d’Arda.

19 febbraio 2015 – La Procura della Repubblica di Piacenza pone sotto sequestro il cantiere dell’ospedale.

13 febbraio 2016 – Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, alla posa della prima pietra del nuovo padiglione B (come riportato dalla stampa): “È un passo importante per la realizzazione di un presidio che andrà supportato con investimenti e nuove risorse. Non potranno certo mancare i reparti di Pronto Soccorso)”; Pronto Soccorso formalmente eliminato – invece – nel giugno scorso ma già da prima declassato a Punto di Primo Intervento.

16 marzo 2017 – Il Direttore generale dell’Ausl di Piacenza illustra alla Conferenza socio-sanitaria la riorganizzazione della rete ospedaliera piacentina e, per Fiorenzuola, vengono smentite le dichiarazioni del direttore generale precedente (“torneranno tutti i reparti”) perché l’ospedale di Fiorenzuola perde quasi tutti i reparti ospitando, invece il polo riabilitativo. L’Ausl dichiara, comunque: “mantenere i pronto soccorso di Fiorenzuola e Castel San Giovanni h24”.

31 marzo 2017 – La conferenza territoriale sociosanitaria (che raggruppa i sindaci della provincia di Piacenza) approva a maggioranza il Piano di riordino dei servizi alla salute – riorganizzazione della rete ospedaliera e della sanità territoriale piacentine, che prevede anche di non ripristinare i reparti precedentemente presenti a Fiorenzuola ma di destinare il nuovo ospedale a Polo di riabilitazione.

20 febbraio 2019 – Il presidente della Regione Bonaccini (come riportato dalla stampa): “la struttura (di Fiorenzuola) ospiterà un Pronto Soccorso 24 ore al giorno.”.

5 marzo 2020 – Chiusura del pronto soccorso per Covid-19.

Nel 2020 viene tolto l’anestesista-rianimatore nelle ore notturne, con conseguente minor tutela soprattutto per i pazienti in riabilitazione.

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1° marzo 2022 – Viene inaugurato come “Pronto Soccorso” ma in pratica declassato a Punto di Primo Intervento e solo per 12 ore al giorno (costo 1.350,00 €): “una nuova camera calda con un ingresso e un’uscita indipendente per i mezzi, accesso pedonale dedicato, cinque ambulatori dotati di nuove attrezzature, la realizzazione di un’area pre-triage, un’area triage e di ampi spazi per l’osservazione breve e la parte post-visita, ampliando la sua superficie complessiva da 750 mq a 1100 mq.”

16 marzo 2023 – Assessore regionale Donini a proposito del sistema di emergenza-urgenza a Piacenza (come riportato dalla stampa): “il primo obiettivo è pensare ad un sistema che dia la garanzia al cittadino di essere collocato nel minor tempo possibile nel setting di cura migliore possibile, in strutture idonee a salvargli la vita” La struttura idonea a salvargli la vita – però – è rimasta una sola, a Piacenza, ed è quella più ‘lontana’, agli estremi della provincia, quindi non “nel minor tempo possibile” ma nel tempo più lungo che arriva anche a superare l’ora e mezza, alla quale va sommato eguale tempo per l’arrivo dell’unico mezzo medicalizzato terrestre in tutta la provincia (che staziona sempre agli estremi della stessa).

14 settembre 2023 – La Conferenza Socio-Sanitaria approva il “Potenziamento dei servizi sanitari territoriali: presentazione della rete Cau”. Si parla di affiancare a Fiorenzuola un Cau (Centro assistenza-urgenza). Previsto un solo pronto soccorso agli estremi della Provincia. Previsti sei Cau su sette nell’area di pianura dove esiste l’unico pronto soccorso e l’unico mezzo di soccorso avanzato terrestre.

14 giugno 2024 – Senza alcuna comunicazione all’utenza sparisce improvvisamente a Fiorenzuola il Punto di primo intervento (ristrutturato come pronto soccorso solo due anni prima) sostituito dal Cau. L’unico pronto soccorso (per le emergenze che richiedono intervento entro pochi minuti) si trova agli estremi della provincia. L’unico mezzo di soccorso avanzato terrestre si trova anch’esso agli estremi della provincia, anche se l’Ausl di Piacenza dichiara – erroneamente – le sette auto infermieristiche come mezzi di soccorso avanzato (l’Ausl di Parma dichiara di avere ben dieci automediche). Tra l’altro, attualmente il centro prelievi nel blocco A si trova al terzo piano della struttura con una situazione decisamente pericolosa, già segnalata dai vigili del fuoco, perché mancano uscite di sicurezza e scala antincendio.

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Sintetizza così il Comitato dei cittadini per la difesa della salute in val d’Arda: “Al momento della demolizione viene garantito che torneranno tutti i reparti ma la dichiarazione si è dimostrata falsa; in più occasioni, anche dopo la demolizione, Regione Emilia-Romagna e Ausl di Piacenza dichiarano che ci sarà sempre un pronto soccorso h24 ma – invece – viene gradualmente declassato in Punto di primo intervento e solo per dodici ore al giorno; solo due anni fa è stato inaugurato come pronto soccorso con una spesa importante e oggi sparisce sia come pronto soccorso che come Punto di primo intervento per essere ulteriormente declassato a semplice Cau, il tutto con un progetto chiamato ‘Potenziamento del sistema’; la penalizzazione in val d’Arda dei pazienti in caso di emergenza è palesemente evidenziata da un fatto recente, accaduto a Fiorenzuola lo scorso 28 giugno quando, come ricorda la stampa locale “Si sente male mentre visita una parente in ospedale, 79enne rianimato dai sanitari“. Per questo evento sono stati mobilitati: medico e infermiere del reparto, auto infermieristica dello stesso ospedale (autista, infermiere), ambulanza Pubblica assistenza val d’Arda (autista, soccorritore), automedica (mezzo di soccorso avanzato) da Piacenza (autista, medico emergenza, infermiere)”.

“Da questo fatto – prosegue il comitato – si deduce che: l’ospedale della val d’Arda non è in grado di affrontare un’emergenza; l’auto infermieristica (senza medico) non è in grado di affrontare un’emergenza; per un solo paziente (presente in ospedale) sono stati mobilitati tre mezzi di soccorso e nove operatori; durante il tempo della missione tutta la provincia di Piacenza si è trovata sprovvista dell’unico mezzo di soccorso avanzato terrestre”.

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