“Serve una transizione ecologica concreta, l’amministrazione sappia ascoltare”

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“Siamo convinti che non si può avere tutto e subito, ma purtroppo dobbiamo registrare con amarezza che questa amministrazione non è sufficientemente consapevole della trasformazione epocale che stiamo vivendo, sotto il profilo dei cambiamenti climatici e che per il futuro delle giovani generazioni non sono sufficienti pannicelli caldi ma il coraggio di avviare una transizione ecologica coraggiosa e concreta”. Così Europa Verde replica alla sindaca di Piacenza Katia Tarasconi in tema di tutela ambientale. “Non serve quindi decisionismo cieco e autoreferenziale – affermano -, ma capacità di ascoltare anche i soggetti che non sono portatori di interesse economico”. Di seguito l’intervento integrale

La risposta piccata della Sindaca Tarasconi al commento di Europa Verde sul convegno di Confagricoltura è decisamente fuorviante. Posto che siamo in democrazia e ciascuno può pensare e dire ciò che vuole, se le affermazioni gratuite e offensive nei confronti dell’ambientalismo vengono pronunciate nel luogo simbolo della città e con l’endorsement della Sindaca, la questione è diversa e quantomeno discutibile. Tuttavia concentrandoci sulla sostanza, cioè sulla necessità di un equilibrio, nell’attività amministrativa, fra le esigenze dell’ambiente e dell’economia, riteniamo, alla luce di questi primi due anni di amministrazione, che sia proprio la stessa Sindaca a venir meno a tale proposito.

Non potendo per ragioni di sintesi, fare un bilancio complessivo ci limitiamo ad alcuni aspetti essenziali. La strenua resistenza della maggioranza al vincolo del 3% del consumo di suolo entro il 2050 (impegno approvato dal Consiglio Comunale ma subordinato al monitoraggio periodico del PUG, chissà poi perché…); partecipazione al PUG di fatto non attuata, come sostengono decine di associazioni, nonostante la cocciuta affermazione del contrario, senza però un confronto nel merito; nessun passo in avanti sul Parco della Pertite; nessuna iniziativa per l’acquisizione del campo via Morigi; approvazione dell’accordo operativo di Corso Europa con ampia urbanizzazione dell’area permeabile esistente; modestissime attuazioni del PUMS (nessun parcheggio scambiatore aggiuntivo, scarsa connessione e riqualificazione di piste ciclabili; mancata revisione del PUT; scarsissime riqualificazioni dell’accesso degli studenti nelle scuole con addirittura passi indietro per la scuola Giordani); situazione imbarazzante per Piazza Cittadella in cui si insiste in un progetto di mobilità insostenibile, nonostante le alternative disponibili di riqualificazione; nessun progetto di riforestazione; nessuna attuazione del Piano Energetico comunale, ecc.. In conclusione, siamo convinti che non si può avere tutto e subito ma purtroppo dobbiamo registrare con amarezza che questa amministrazione NON è sufficientemente consapevole della trasformazione epocale che stiamo vivendo, sotto il profilo dei cambiamenti climatici e che per il futuro delle giovani generazioni non sono sufficienti pannicelli caldi ma il coraggio di avviare una transizione ecologica coraggiosa e concreta. Non serve quindi decisionismo cieco e autoreferenziale, ma capacità di ascoltare anche i soggetti che non sono portatori di interesse economico. Solo così si potrà realizzare l’equilibrio tanto invocato ma mai praticato dalla Sindaca.

Ci dica infine la Sindaca Tarasconi cosa intenda con ‘’Tuttavia è altrettanto importante che le nostre imprese, tra le quali quelle agricole giocano un ruolo di primo piano nel tessuto economico locale, possano essere messe nelle condizioni di poter produrre innovando, guardando al futuro e creando valore aggiunto’’ poiché a riguardo delle dighe Europa Verde fa notare che se non piove gli invasi non si riempiono e non garantiscono quindi la sufficiente quantità d’acqua per uso civile ed irriguo, ne abbiamo avuto prova la scorsa estate; disperdono notevoli quantità di acqua per evapotraspirazione; hanno problemi di interramento degli invasi per limi e sabbia- soprattutto nel nostro territorio appenninico – con conseguenti costi ingenti di pulizia degli stessi. Oppure si preferisce rilasciare i fanghi a valle della diga con grave impatto sull’ecosistema del fiume. Si dovrebbe piuttosto innovare il sistema agroalimentare tramite produzioni meno idroesigenti, destinazione delle produzioni al consumo alimentare e non per la produzione di energia, diffusione di pratiche di risparmio idrico nell’irrigazione, incremento della funzionalità ecologica dei terreni, sistemi di ricarica controllata delle falde acquifere, riutilizzo delle acque reflue per scopi irrigui. E tanto altro che in parte si sta già implementando ma con ritardi non compatibili con l’urgenza che imporrebbero i cambiamenti climatici in atto.

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