A Sarmato nasce il comitato contro il Biometano: 15 domande all’amministrazione

In questi giorni si è costituito il Comitato spontaneo “Rinnoviamo Sarmato” che nasce – secondo quanto specificano i promotori – “come libera associazione apartitica, apolitica e senza scopo di lucro”, per opporsi alla realizzazione eventuale di un impianto di produzione di biometano sul territorio comunale di Sarmato. Tema al centro di un botta e risposta politico tra la sindaca Claudia Ferrari e il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri.

“Il Comitato auspica – si legge nella nota – che l’amministrazione comunale assuma una posizione netta meno “pilatesca” ascoltando le preoccupazioni della popolazione e che il Comitato stesso possa partecipare alla Conferenza di Servizi argomentando le proprie valutazioni di merito”. Tra gli obiettivi del comitato, secondo la nota inviata alla nostra redazione, ci sono: concorrere, a fronte dell’insorgere di sempre nuove emergenze ambientali, alla salvaguardia ecologica ambientale del territorio comunale ed extra comunale, contribuendo alla difesa della salute e del benessere di tutti gli abitanti, senza distinzione alcuna; impegnarsi nella difesa dei “Beni Comuni” intesi come beni che non sono e non possono essere di proprietà di nessuno come l’acqua, l’aria, il clima, la conoscenza, la cultura, la biodiversità; creare una rete di solidarietà attiva fra tutti coloro che già si impegnano a livello locale e nelle singole realtà vicine, per difendere il territorio e la natura con la consapevolezza che le relazioni umane e l’ambiente appartengono ad un sistema complesso e sinergico in cui il rispetto per gli equilibri che lo governano è la fondamentale garanzia per la vita futura; operare con ogni mezzo legittimo per informare, coinvolgere e mobilitare l’opinione pubblica sulle azioni e le attività intraprese; assumere iniziative nei confronti di tutti gli organi istituzionali, soprattutto quelli preposti alla tutela dei diritti coinvolti ed alla soluzione dei problemi inerenti; promuovere incontri culturali per sensibilizzare la popolazione sui temi ambientali.

“Il comitato nasce dal contributo – viene precisato – di cinque promotori in rappresentanza della società civile sarmatese e ha eletto Bruno Fellegara come presidente e portavoce; sta raccogliendo ulteriori adesioni (lo scorso 3 agosto è stata inviata al Comune di Sarmato una richiesta di assemblea Pubblica sul tema Biometano da svolgersi entro la prima decade di settembre corredata da 299 firme). “Il primo grande tema che il comitato intende affrontare e analizzare – si afferma nella nota – è proprio la costruzione e l’esercizio di un impianto per la produzione di biometano da biomasse vegetali, sottoprodotti agro-industriali e reflui zootecnici con capacità produttiva pari a 500 smc/h in comune di Sarmato (Piacenza) – APIS PC1 Società agricola S.r.l. così come comunicato dalla sindaca di Sarmato Claudia Ferrari nel corso del primo Consiglio Comunale dello scorso 29 giugno. “Poiché la realizzazione dell’impianto produttivo avverrà in prossimità del centro abitato – sostengono i promotori – sono sorte una serie di perplessità sulla inopportunità e convenienza di un insediamento potenzialmente problematico per il contesto socio-economico e della salute della comunità sarmatese, già teatro storicamente di contesti difficili e disagi ambientali (vedi Centrale Enel, Complesso Eridania e non ultimo l’impianto di compostaggio)”.

“In particolare il Comitato, non potendo disporre di alcuna documentazione progettuale nonostante le richieste di accesso agli atti ad Arpae e al Comune di Sarmato, ha consegnato nella mattinata un dossier con 15 domande a risposta scritta indirizzato alla sindaca con l’intento di acquisire risposte in preparazione dell’assemblea pubblica indetta dalla sindaca stessa e prevista per il prossimo sabato 10 agosto alle ore 10,30 e avente per oggetto: “Biometano: facciamo il punto sulla situazione”.

“Il documento consegnato al Comune – spiegano i promotori – è altresì corredato da una serie di articoli reperiti in rete che spaziano dalle Amministrazioni Comunali che hanno espresso parere contrario alla realizzazione di interventi analoghi, alcuni dei quali in aperta campagna a differenza di quanto ipotizzato nella nostra realtà (solo per citarne alcuni: Govone CN – Scurcola Marsicana AQ – Paludi di Fermo FM, no da parte del Consiglio Regionale delle Marche – La Martella di Matera MT – Villareggia TO – Valenza AL – Lequile LE Impianto ipotizzato a 6 Km dall’abitato – Maleo LO – Gorgonzola, contrarietà dei Comuni di Melzo e di Pozzuolo Martesana CM MI – Gerre de’ Caprioli CR – Cavarzere VE) per giungere alla nascita di numerosi Comitati Spontanei che si oppongono alla realizzazione di impianti simili (Pertegada UD – Acquaviva CM BA – Villanova FE – Vescovana PD – Ceregnano RO – Auletta SA – Cremona CR) fino a spaziare alle lamentele sulle emissioni odorifere (Legnano CM MI – Grosseto GR – Bojano CB) o all’incidentalità, soprattutto incendi, già segnalata nel corso degli ultimi anni (Cassington, a nord di Oxford nel Regno Unito, a Coccaglio (BS), Grumello Cremonese (CR). Tutti elementi che preoccupano non poco la comunità locale ma che dimostrano, a differenza di alcuni messaggi giunti alla popolazione sulla presunta “ineluttabilità” dell’intervento (“Ormai è deciso!” si mormora in paese …), l’inopportunità e l’inadeguatezza alla realizzazione di un Impianto tanto impattante nell’abitato sarmatese”.