Avis cerca nuovi consiglieri a Piacenza “Porte aperte a tutti i donatori”

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Avis Piacenza si mette “Sulle tracce di nuovi Consiglieri”: questo il tema della campagna di comunicazione dell’associazione, partita nei mesi scorsi, per promuovere e far conoscere l’attività del Consiglio di Avis Provinciale Piacenza. Attraverso alcuni video postati su Facebook, Avis presenta i Consiglieri attuali e le loro attività, con l’obiettivo di ricercare nuovi membri per il Consiglio di Avis Provinciale Piacenza. “Vogliamo aprire le porte dell’associazione a tutti i donatori, i collaboratori intenzionati a mettersi in gioco, per coinvolgerli in tutti gli aspetti della gestione di una realtà come quella di Avis”, spiega il presidente Gilberto Piroli.

“È stata una decisione di tutto il consiglio direttivo, perché ci siamo accorti di come questo tipo di attività venisse visto come qualcosa di staccato rispetto al ruolo svolto dai donatori. È un modo per coinvolgerli – sottolinea – e far sentire ancora di più come Avis sia una realtà di tutti. Non solo, vogliamo spingere anche su un ricambio generazionale all’interno degli organismi dirigenti all’interno dell’associazione, anche nelle ramificazioni sul territorio. Proprio per questo abbiamo promosso una campagna di comunicazione, sia attraverso i social che attraverso i media più tradizionali, per coinvolgere quanta più gente possibile”. Come si diventa consiglieri? QUI tutte le informazioni.

Che ruolo ha il consigliere nell’associazione e quali rapporti con tutti gli altri membri? Ovviamente siamo un’associazione di volontariato e già questo riassume il senso di questo impegno. Non c’è nessun impegno vincolante, ma ovviamente si chiede di partecipare alla vita dell’associazione, prendendo parte alle riunioni del direttivo in maniera attiva. Chi poi se lo sentisse, può entrare a far parte anche del comitato esecutivo, con maggiore responsabilità. Il rapporto tra tutti i rappresentanti di Avis è sempre di grande collaborazione.

Gilberto Piroli

Ad aprile c’è stata l’assemblea annuale di Avis provinciale di Piacenza. Qual è lo stato di salute dell’associazione? Mancano donatori rispetto al passato? L’assemblea di aprile è stata molto positiva, i numeri hanno dimostrato che siamo riusciti a soddisfare le esigenze di donazioni di sangue, così come di plasma e altri derivati, espresse dal territorio tramite l’Ausl di Piacenza. I donatori ci sono, però non bastano mai: è importantissimo poter contare su un’ampia platea di donazioni, perché non si possono conoscere a priori le necessità e le urgenze che possono emergere. Questo permette di consentire al centro trasfusionale di programmare per tempo tutti i servizi senza disagi per i pazienti. È importante poter aumentare la platea dei donatori, non perché ci sia una criticità strutturale, quanto per poter essere meno stressati sul piano gestionale. Anche i donatori, essendo in un numero maggiore, non è necessario che debbano essere sempre disponibili. Un tema che si pone ad esempio in questa stagione, quella estiva. L’invito che rivolgiamo ai donatori che hanno già ricevuto l’avviso è quello di recarsi nella propria sede, prima di andare in vacanza o subito al ritorno, per effettuare la donazione e non far rischiare di restare senza terapie pazienti che, data la propria condizione, in ferie non ci possono andare.

Dall’incontro è emersa la necessità di puntare sui giovani. Sono già oggi una presenza importante in Avis? Come cercate di stimolare i ragazzi a diventare parte attiva di questa realtà? È un tema a me molto caro: i giovani per fortuna in Avis sono davvero tantissimi e sono sensibili al tema dell’impegno responsabile. Come li coinvolgiamo? In primis nelle scuole, alle superiori così come in università, senza trascurare i giovanissimi delle medie, per coltivare fin da subito la cultura del dono, in modo che metta radici anche quando i ragazzi saranno maggiorenni, e potranno sia diventare donatori sia volontari ed essere coinvolti attivamente nell’associazione, anche come consiglieri.

Quali requisiti e procedure sono richiesti per diventare donatori? Bisogna essere maggiorenni e, per avere l’idoneità, non superare i sessanta anni. Non si deve pesare meno di 50 kg e bisogna godere di buona salute. Siamo poi in un territorio multietnico, quindi aggiungo anche il requisito di comprendere bene la lingua italiana e saper rispondere al nostro questionario per quanto riguarda i cittadini stranieri, intenzionati a diventare donatori. Le comunità straniere sono in gran parte molto sensibili su questo tema, per diversi motivi: in molte realtà, già nel proprio paese di provenienza c’è la cultura della donazione. Altra questione riguarda anche le seconde e terze generazioni, e quindi a tutti gli effetti culturalmente e socialmente italiani. Ad ogni modo, per tutti la via più breve e semplice per diventare volontari è quella di visitare il nostro sito istituzionale, nella sezione dedicata alle donazioni e lasciare i propri dati. Nel giro di poco tempo si viene ricontattati da Avis per poter svolgere la visita di idoneità nel luogo più comodo per il futuro donatore. Se gli esami hanno esito positivo, è possibile prenotare la prima donazione.

Avis è una comunità che va oltre la cultura del dono. Che rapporti avete con le altre associazioni del territorio? Sono in programma attività di rete per sensibilizzare la collettività? Abbiamo collaborazioni consolidate con associazioni del Piacentino, in particolare con Aido e Admo – conclude Piroli -. Ad esempio, ai nostri donatori presentiamo sempre le attività svolte da queste due associazioni, perché affini alla nostra. Un altro progetto importante, promosso da Avis regionale, riguarda la donazione dei capelli, partita dall’inizio di questo anno, per la realizzazione di parrucche per pazienti oncologici, grazie alla collaborazione di saloni di parrucchieri convenzionati. È un’iniziativa che va al di là dei nostri compiti statutari, ma che è stata molto apprezzata, da chi ha deciso di aderire così come dai destinatari.