“La grammatica delle nuvole”, viaggio alla riscoperta del fumetto popolare

“Allora eccoci qui, fumettisti e fumettiste di tutto il mondo, uniamoci, uno spettro si aggira per l’Europa. È ormai tempo che i fumettisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del fumetto popolare un manifesto del partito stesso”. A lanciare questo accorato appello è Lorenzo Calza nel suo “Manifesto del Partito Fumettista”. Sceneggiatore e fumettista piacentino (ma ligure d’adozione) tra i più noti nel panorama italiano contemporaneo, Calza racchiude in queste righe il senso e il fondamento del suo ultimo libro “La grammatica delle nuvole. Per un ritorno al fumetto popolare”, pubblicato nel 2024 dalla casa editrice piacentina Low  – nata dall’esperienza della cooperativa sociale Officine Gutenberg, e che sarà presentato a Cerignale il 10 agosto, nel festival Transumanza Letteraria.

Il “Manifesto del Partito Fumettista” è chiaramente una provocazione, un’invenzione autoriale ispirata al ben più celebre “Manifesto del Partito Comunista”. Ma la sua genesi nasce in risposta ad un’emergenza fin troppo reale: quella della crisi dell’immaginario che attraversa la società odierna. Un declino della capacità creativa e della prassi narrativa che, partendo dalla scrittura, investe il mondo del fumetto e quello del cinema, suo parente stretto; fino ad arrivare alla musica. L’esortazione di Calza alla necessità di una rinascita della cultura popolare, fil rouge dell’intero saggio, passa attraverso un’affascinante viaggio nel tempo alla riscoperta di quella che il critico francese Claude Beyle ha definito “la nona arte”: un fumetto capace nel Novecento di farsi teatro popolare di massa, di alfabetizzare il lettore sul piano lessicale ed emotivo, rappresentando tra le pagine l’immaginario collettivo di intere generazioni. Un percorso poliedrico quello tracciato dall’autore, che intreccia autobiografia, analisi politica e sociale e storia del fumetto.

La grammatica delle nuvole
La copertina del libro

Nel libro Calza racconta e si racconta. Tutto comincia quando lui, bambino negli anni Settanta, passa i pomeriggi tra le lavoratrici di una sartoria di Piacenza, e, finiti i rotoli di stoffa, si impossessa delle anime di cartone diventate ormai inutili e comincia a disegnarci sopra decine di figure. È l’inizio del suo amore per le vignette. Appassionato lettore di fumetti e narrativa di genere fin da ragazzino, l’autore nel 1990 incontra Giancarlo Berardi ad una fiera lucchese e poi ad una mostra piacentina. Berardi è uno dei maestri del fumetto italiano e il giovane Calza sceglierà presto di seguirlo a Genova per imparare il mestiere. Un cambiamento di vita che lo porterà ad entrare in pianta stabile nello staff della Sergio Bonelli Editore e a diventare sceneggiatore di punta di “Julia, le avventure di una criminologa”, fumetto noir ideato da Berardi. Ancora oggi, dopo venticinque anni dalla sua prima uscita, “Julia” resta un’icona femminile del genere e ogni mese esce in edicola superando le cento pagine.

“Scrivere fumetti è scrivere, innanzitutto – sottolinea l’autore nel libro – . E per saper scrivere bisogna leggere, assorbire, conoscere i generi e la gente. Empatizzare con l’altro, abituarsi a cogliere ogni sfumatura dell’ambiente circostante. Non tarda quindi a rivelare quelli che lui considera i suoi riferimenti primari: l’hard boiled statunitense per la narrativa (i nomi citati sono tanti: dai capostipiti del genere, Hammet e Chandler, ai grandi continuatori come Cain, McCoy e Thompson, solo per dirne alcuni); John Ford per il cinema e il respiro epico delle inquadrature e «Ken Parker, inventato da Berardi, per il fumetto. “Ken è il mio personaggio, quello a cui devo tutto – scrive Calza – . Per quanto mi riguarda, la storia del fumetto si divide in ante e post “Chemako”, colui che non ricorda, il numero 5 di «Ken Parker», uscito nell’ottobre del 1977. Un episodio che apre la frontiera della moderna narrativa d’avventura. C’è dentro tutto, in sole 94 pagine. Mai prima di allora gli indiani erano stati raccontati così”. (Calza L, La grammatica delle nuvole. Per un ritorno al fumetto popolare, Low Edizioni, Piacenza 2024).

Poi l’analisi si sposta sulle problematiche del presente: a cominciare dalla sempre più frequente chiusura delle edicole, essenziali terminali di vendita per il fumetto a basso costo. Un fenomeno parallelo all’affermarsi delle graphic novel: opere singole e non seriali, che, anche quando ben fatte, attestano troppo spesso l’affermazione dell’autore a scapito della storia, rispetto alla quale ogni narratore dovrebbe invece mettersi al servizio. L’autentico interesse per l’infanzia e i suoi reali bisogni sembra inoltre cedere sempre più il passo ad una progressiva «infantilizzazione» della narrativa per adulti, con il risultato che il mondo del bambino viene costantemente filtrato da quello adulto mentre gli adulti non escono dalla modalità di pensiero adolescenziale. Ci sono poi i gravi problemi di gestione e retribuzione di un comparto editoriale in affanno, schiacciato dal monopolio delle piattaforme. Il Manifesto del Partito Fumettista è allora un possibile antidoto pedagogico e valoriale alla destrutturazione sociale in atto. Un tentativo di resistenza all’omologazione di massa, indotta dal capitalismo imperante e dall’abuso tecnologico.

Dedicata alla trasmissione dei trucchi del mestiere, l’ultima parte del libro è una dimostrazione pratica del ‘metodo berardiano’: il modo in cui Giancarlo Berardi ha rinnovato il mondo dei fumetti. Una grammatica rigorosa la sua, ma aperta a nuovi sviluppi narrativi, in cui la sequenza costituisce l’unità fondamentale del metodo e i personaggi, insieme ai loro dialoghi, sono sempre più importanti della trama. Capisaldi che Calza inserisce nel suo ‘Manifesto’, acquisiti direttamente sul campo lavorando per anni a fianco del suo mentore, tra inquadrature, scrittura di soggetti, note di regia, sceneggiature e soprattutto storie umane. Un universo tecnico e poetico, che si avvicina moltissimo al mondo del cinema. Anche i non appassionati di fumetti dopo questa lettura avranno voglia di leggerli, di scoprire e riscoprire il loro valore: perché l’autore riesce a far sentire la loro anima, la vibrazione delle vicende umane raccontate. Un libro che ha il merito di portare al grande pubblico la ricchezza e l’impegno di un mestiere spesso sottovalutato come quello dell’autore di fumetti.

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