“Oppiacei per anestetizzare il dolore inflitto dalle ferite con il machete”

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La diffusione di farmaci oppiacei sarebbe collegata ad alcuni episodi violenti avvenuti a Piacenza. Lo sottolinea la Questura, nella nota in cui vengono forniti dettagli sull’arresto del medico piacentino, indagato per traffico di stupefacenti. Grazie a ricette ottenute dietro il “pagamento di denaro da parte di cittadini stranieri o spesso intestando le ricette a terzi pazienti ignari”, è stato così possibile entrare in possesso di farmaci oppiacei come il “tramadolo (droga del combattente) ed ossicodone (eroina dei poveri), ma anche di benzodiazepine”. “Il tramadolo, comunemente noto come droga del combattente, viene utilizzato negli scenari di guerra in Africa e nel Medio Oriente per conseguire effetti antifatica, stimolanti, euforizzanti mentre l’ossicodone, denominato l’eroina dei poveri in quanto più a buon mercato rispetto all’eroina, se assunto assieme all’alcool dà effetti simili a questa droga”.

“La diffusione dei farmaci, in particolare tra ragazzi di origine straniera, potrebbe essere ricondotta ai recenti accoltellamenti avvenuti in città, accaduti apparentemente per futili motivi – è la tesi della polizia -, che hanno visto coinvolti alcuni cittadini nordafricani che si sono affrontati con l’utilizzo di un machete e che, apparentemente senza provare dolore per i colpi subiti, si sono inflitti tagli in varie parti del corpo quasi a “testare” la propria soglia del dolore, anestetizzati dagli oppiacei. A conferma dell’ipotesi investigativa iniziale, alcuni dei pazienti entrati nello studio del medico, spesso indossavano vistose fasciature, a causa dei fendenti subiti combattendo contro i rivali” si legge nella nota della Questura.

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