“Limiti all’export dei nostri prodotti” Peste suina, Piacenza in zona di restrizione più rigida

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In provincia di Piacenza scatterà la zona di restrizione 3, essendo stata accertata la presenza della peste suina africana in un allevamento in provincia, nella zona di Pontedellolio. Una limitazione che avrà sicuramente ripercussioni sull’economia piacentina, limitando l’export dei prodotti della filiera suinicola realizzati nella zona interessata, i cui confini al momento non sono ancora stati ben definiti ma sicuramente non comprenderanno il solo Comune di Pontedellolio.

IL VIDEO CON LA TESTIMONIANZA DELL’ALLEVATORE SUINICOLO

Di questo si è parlato nel corso dell’ultimo incontro della Cabina di Regia provinciale sull’emergenza Peste Suina Africana presso la sala Consiglio della Provincia di Piacenza. Nei giorni scorsi il Ministero della Salute aveva annunciato in una nota di aggiornamento alle Regioni, nuove “misure straordinarie” con l’obiettivo di “scongiurare l’ulteriore diffusione della malattia”. Nella comunicazione indirizzata, tra gli altri, agli Assessorati alla Sanità Servizi Veterinari ed al Coordinamento regionale dei Servizi veterinari regionali si anticipavano azioni di rinforzo del sistema dei controlli “attraverso la disposizione di una serie di misure straordinarie, al fine di scongiurare l’ulteriore diffusione della malattia e nell’ottica di adottare misure di contrasto uniformi sul territorio”. VAI ALLA MAPPA CON LA DIFFUSIONE DELLA PSA

cabina di regia peste suina

Toccante la testimonianza dell’allevatore, Pietro Pizzagalli: dopo la scoperta dei primi maiali morti, senza alcuna sintomatologia apparente e l’accertamento della presenza del virus, si è dovuto procedere all’abbattimento di tutti i capi presenti nell’allevamento, 773, le cui carcasse sono state incenerite come da disposizioni sanitarie. Più che la quantificazione del danno economico, quello che interessa a Pizzagalli è capire come poter ripartire. “Il nostro allevamento era un fiore all’occhiello per il benessere animale e la biosicurezza, una realtà presente ad 10 anni a Pontedellolio. Noi vogliamo continuare a produrre lì, ci dicano come fare – ha detto -, è questo che ci interessa, più che le polemiche”.

cabina di regia peste suina
Piero Pizzagalli

La presidente della Provincia Monica Patelli ha annunciato che verrà indirizzata una lettera al Ministero della Salute e dell’Agricoltura che si farà portavoce “quello che sta vivendo il nostro territorio”. Quindi chiederemo a gran voce – ha proseguito – “attenzione e aiuto anche in termini di risorse, il nostro territorio è ferito perchè è successo quello che speravamo non accadesse ma tutti temevamo. E’ giusto condividerlo ad alta voce informando le istituzioni e il Governo della gravità della situazione affinché questo virus non continui ad avanzare. La preoccupazione è che non si fermerà a Piacenza, non si fermerà in Lombardia, ma stia arrivando in Toscana. Occorre avere più persone e più risorse perchè questa emergenza andrà a toccare anche la nostra economia”.

Marco Maserati del gruppo territoriale operativo ha specificato che “la zona di restrizione 3 viene determinata dalla Commissione Europea, il ministero ha già inviato una proposta e la Commissione la valuterà, in questa zona ci saranno misure restrittive per quanto riguarda gli allevamenti sulle movimentazioni degli animali vivi, su quelli diretti al macello esistono possibilità di deroghe a determinate condizioni. Sicuramente ci saranno dei limiti all’export dei prodotti ottenuti da maiali allevati in zona di restrizione 3”.

cabina di regia peste suina

“La peste suina è arrivata in un allevamento sempre citato come fiore all’occhiello, è un segnale di conferma di quello che a noi allevatori era chiaro da sempre – ha detto Giovanna Parmigiani di Confagricoltura Piacenza -. Cerchiamo di fare il possibile, ma se la carica virale è troppo elevata intorno a noi è difficile tenerla fuori dagli allevamenti. Come Confagricoltura siamo sempre più convinti di abbattere la carica riducendo il numero di cinghiali presenti sul territorio, l’importante è farlo in zone ancora libere dal virus in provincia di Piacenza”. Purtroppo i casi nel Nord Italia sono in aumento, ricorda sempre la rappresentante di Confagricoltura: sono in tutto 9 i casi accertati, compresi quello del Piacentino, che comporteranno l’abbattimento di 20mila maiali in allevamento.

Davide Marenghi, dirigente della Provincia, fa il punto della situazione rispetto all’attività di contenimenti svolta dall’inizio dell’anno: fino al 31 luglio sono stati 276 i cinghiali abbattuti nel Piacentino, 652 interventi e 3574 bioregolatori volontari coinvolti. “Negli ultimi tempi si era ridotto il numero di carcasse rinvenute, cosa che – ha detto – ci aveva fatto ben sperare sul contenimento dell’infezione, fino alla segnalazione nell’allevamento di Pontedellolio”.

“Sono preoccupato per il sistema Piacenza – interviene il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti -, l’unica provincia europea con tre Dop. Oggi per la prima volta è stato usato il termine endemico riferito alla Psa, ed era quello che si voleva evitare. Piacenza nel suo complesso ha fatto tutto il possibile per contenere la malattia, non si può dire lo stesso per i livelli superiori”.

In questa situazione il mondo venatorio è pronto a fare la sua parte, ha detto Alessandro Salotti. “I cacciatori ci sono e sono una risorsa e sono un aiuto in questa situazione”.

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