Vendemmia in Valtidone, i funghi fanno calare la produzione (-30%) ma la qualità è “molto buona”

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È una vendemmia particolare quella del 2024. Se sul territorio nazionale la raccolta è iniziata in media con dieci o quindici giorni di anticipo – come affermava Coldiretti alla fine di luglio -, in Val Tidone la maturazione ha proceduto secondo i tempi consueti. Alla Cantina Valtidone la vendemmia è cominciata mercoledì scorso, 21 agosto, con addirittura alcuni giorni di ritardo rispetto al solito. “L’incognita di quest’anno sono i quantitativi”, spiega l’agronoma Sara Monaco. A influire in modo sostanziale sul raccolto sono state le abbondanti piogge di giugno, che hanno causato attacchi fungini. “Abbiamo avuto una stagione fitosanitaria particolare – dice -, i trattamenti per controllare peronospora e oidio (malattie delle viti causate da funghi, ndr) hanno inciso non poco, compromettendo la produzione di alcune uve, soprattutto quelle di Bonarda. Prevediamo di produrre il 30% in meno rispetto all’anno scorso; tuttavia, c’è la speranza che il peso degli acini possa andare a compensare questa perdita stimata in vigna”. Quello che ci si augura adesso è un mese secco e fresco. “Prima mancava l’acqua, poi ne è arrivata tanta: il terreno ne ha beneficiato, ma in questi casi l’agricoltore deve fare immediatamente i trattamenti antifungini per arginare la perdita di produzione prima del processo di maturazione”, chiarisce l’enologo Francesco Fissore.

Sara Monaco Cantina Valtidone
Sara Monaco

Se la quantità probabilmente sarà inferiore rispetto al solito, un discorso diverso va fatto per la qualità delle uve. “È molto buona – rassicura Sara Monaco – gli attacchi fungini sono terminati a giugno e l’uva che è sopravvissuta è sana e mostosa”. È stata un’estate particolarmente impegnativa per agronomi e addetti ai lavori. “Cantina Valtidone ha cinque stazioni meteo sul territorio, in corrispondenza dei vigneti, che registrano i dati relativi a pioggia, temperatura e umidità. In base a questi dati, sono stati decisi trattamenti fitosanitari mirati, con gran lavoro da parte dei soci”. Che vino sarà quello del 2024? “Abbiamo sotto mano Pinot Nero e Chardonnay – rivela Francesco Fissore -: l’uva si presenta bene, l’acidità è giusta e la gradazione c’è. Per quanto riguarda le uve Malvasia e Ortrugo, possiamo già dire che la gradazione alcolica sarà di mezzo grado in meno rispetto all’anno scorso: se nel 2023 eravamo intorno agli 11,5 gradi, quest’anno difficilmente arriveremo a 11. Non sono vini con una longevità molto prolungata, ma solitamente riusciamo a vendere quello che produciamo entro la vendemmia successiva. Delle uve nere è presto per parlare, ma la previsione è che, anche in questo caso, avremo una riduzione della gradazione: dai 12,5 ai 13 gradi, che comunque va bene per i frizzanti, che sono il nostro focus produttivo. Per gli affinamenti dei vini più alcolici, il Gutturnio e le riserve, servirà un’accurata selezione di uve”.

uva pinot nero cantina valtidone
Uve Pinot Nero alla Cantina Valtidone

Chi lavora nei campi sa che le incognite, soprattutto meteorologiche, sono all’ordine del giorno. Ciononostante, con la professionalità e l’esperienza, unite a strumenti tecnologici all’avanguardia, si riesce a garantire un certo livello qualitativo in campo vitivinicolo. “Il segreto – afferma l’enologo – è lavorare sempre con precisione e riuscire ad avere un controllo costante delle vasche. La tecnologia è fondamentale: venti o trent’anni fa si iniziava a vendemmiare quando lo faceva il vicino; oggi, in un periodo caratterizzato dai cambiamenti climatici, i vitigni hanno maturazioni diverse rispetto al passato. È importante quindi l’analisi, il monitoraggio delle vigne, delle uve nel piazzale e poi dei vini in cantina”.

uva pinot nero cantina valtidone

LE PREVISIONI DI COLDIRETTI E CONFAGRICOLTURA Coldiretti ha definito la vendemmia 2024 “probabilmente quella con le maggiori incognite degli ultimi anni”. Un rebus che accomuna l’intero territorio nazionale, ma dall’altro lato lo spacca in due per quanto riguarda le cause. “In un Meridione assediato dalla siccità – spiega Coldiretti – le viti sembrano aver resistito più delle altre colture mentre il caldo ha bloccato sul nascere il rischio peronospora, che lo scorso anno è costata al Vigneto Italia ben 11 milioni di ettolitri in meno. La qualità delle uve è dunque ottima con un alto livello qualitativo e l’arrivo della pioggia potrebbe assicurare un buon risultato produttivo. Al Nord le incognite sono invece legate al maltempo, con nubifragi e grandinate che si sono abbattuti sui vigneti, con i viticoltori che dovranno stare sempre più attenti alla scelta del giusto momento per la raccolta e la lavorazione in cantina”. Qualche settimana fa Confagricoltura Emilia-Romagna aveva annunciato una vendemmia “super anticipata” con la raccolta delle uve bianche da spumante prevista già a partire dall’8 agosto e una produzione prevista in crescita del 10% rispetto al 2023. “Vogliamo essere ottimisti – ha spiegato a inizio agosto il presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia-Romagna Renzo Pelliciari -, la produzione torna a crescere, le uve sono sane in grado di raggiungere un elevato standard qualitativo come pure l’intensità aromatica richiesta da vitigni quali la Malvasia di Candia dei colli parmensi e piacentini. Preoccupano gli attacchi di malattie importanti della vite, a macchia di leopardo, sempre più difficili da gestire e controllare, come flavescenza dorata (in special modo in prossimità dei fiumi) e mal dell’esca (quest’ultima favorita dall’eccesso di piogge primaverili e poi dal caldo record)”.

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