“Visite private nell’orario di servizio” Ai domiciliari medico accusato di peculato e truffa

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CARABINIERI NAS PARMA: INDAGINE A PIACENZA PER PECULATO E TRUFFA, AGLI ARRESTI DOMICILIARI UN DIRIGENTE MEDICO DELL’ASL – I carabinieri del Nas di Parma hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di un dirigente medico in servizio presso il Centro di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria di Piacenza. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari (Gip) presso il Tribunale di Piacenza, a seguito della richiesta da parte della Procura della Repubblica di Piacenza, è scaturito al termine di complessa attività di indagine condotta da militari del Nas – Carabinieri di Parma e coordinata dall’autorità giudiziaria di Piacenza.

“L’attività investigativa – spiega una nota dei Nas di Parma – è consistita in attività di intercettazioni telefoniche e video ambientali, a cui si aggiunge l’acquisizione di atti presso gli uffici dell’Ausl, ha permesso di documentare le azioni illecite messe in atto dal medico”. Secondo gli accertamenti condotti dai militari, il professionista – specifica la nota – “durante l’orario di servizio, riceveva e visitava i pazienti privatamente e ne riscuoteva il pagamento senza passare dai canali aziendali e senza comunicare alcunché ai competenti uffici, traendo in inganno in tal modo la stessa amministrazione sanitaria”. “Tali attività svolte all’insaputa dei competenti uffici dell’Ausl, – proseguono i Nas – si sono concretizzate, a cura del professionista pubblico, attraverso una costante e continuativa indebita gestione in autonomia delle prestazioni sanitarie di svariati pazienti, dalla prenotazione sino alla riscossione in contanti delle prestazioni”.

Le indagini, avviate alla fine del 2023 e proseguite sino a maggio del 2024, hanno consentito di ipotizzare, a carico del dirigente medico dell’Ausl di Piacenza, i reati di peculato e di truffa, in quanto, si sarebbe “appropriato delle somme di denaro che, almeno in parte, dovevano essere versate all’azienda se fosse stato eseguito il percorso lecito, ossia quello previsto per le prestazioni in intramoenia per cui è autorizzato, nonché di alcune confezioni di farmaci prelevati personalmente e illegalmente dalla farmacia interna e successivamente consegnati ai pazienti visitati nell’ambito dell’attività illecita”. Inoltre avrebbe “tratto in inganno l’amministrazione sanitaria pubblica in ordine allo svolgimento della propria attività lavorativa, in quanto, nonostante percepisse una retribuzione aggiuntiva di esclusività pari a 13mila 857,61 euro annui per il tipo di rapporto lavorativo in esclusiva scelto”. “Nell’orario di servizio invece svolgeva visite private – spiegano i carabinieri – nello studio del Centro di Salute Mentale dell’azienda sanitaria di Piacenza, senza effettuare alcuna comunicazione all’Ausl, e ricevendo direttamente dai pazienti il pagamento delle visite. Analoga condotta è stata messa in atto presso uno studio privato fuori provincia nonostante gli fosse stata revocata in precedenza la specifica autorizzazione”.

Sono state soprattutto le intercettazioni telefoniche e video ambientali – viene sottolineato – che “hanno consentito di appurare tutte le fasi delle condotte del medico: i contatti telefonici diretti con i pazienti, l’esecuzione della prestazione sanitaria con accesso diretto presso lo studio del medico ed infine il passaggio di denaro in contanti tra i pazienti e il sanitario, senza il rilascio di alcuna attestazione dell’avvenuta riscossione”.

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