Bersani e Serra alla Festa Dem “Destra alla ricerca di una rivincita storica sulla Costituzione”

“Tirare una riga rispetto al 25 aprile e ai valori costituzionali, alla ricerca della rivincita sulla storia, è questo il vero obiettivo della destra al governo del Paese”. Pier Luigi Bersani mette in guardia con queste parole inquietanti la vasta platea della Festa Democratica al palazzetto dello sport di Piacenza, che per circa due ore lo ha ascoltato con attenzione e a tratti con preoccupazione, nella serata del 13 settembre. Accanto a lui Michele Serra e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, invitati dai Giovani Democratici di Piacenza nel primo confronto pubblico della kermesse politica in scena fino a domenica.

Giovani, forma partito, partecipazione e ascesa della destra in Europa, alcuni dei temi toccati nel corso del confronto moderato da Emilio Moraschi dei Giovani Dem e introdotto dalla proiezione dell’inchiesta giornalistica di Fanpage sulla “gioventù meloniana”, assurta agli onori della cronaca politica per aver svelato atteggiamenti e un linguaggio razzista e antisemita di esponenti dell’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Il direttore di Fanpage Francesco Cancellato si è chiesto fino a che punto si possano tollerare le tracce di neofascismo nel movimento giovanile del maggiore partito italiano messe in evidenza dal lavoro giornalistico fatto dalla sua testata: “Basta un po’ di coraggio e andare avanti, e il potere è un po’ più fragile di quanto sembra”.

Bersani ha citato il libro dello stesso Cancellato sulle destre europee “Nel continente nero” (edito da Rizzoli, ndr) e tratteggiato alcuni dei connotati inquietanti del fenomeno. “Ci sono diversi aspetti comuni – ha rimarcato – il nazionalismo su base etnica, esplicitamente contro i neri, la modernità intesa come decadenza, le posizioni antiaborto, il negazionismo in ambito storico. Queste destre inoltre tendono a rompere la separazione dei poteri e hanno ricette economiche che si muovono tra protezionismo e corporativismo. Anche la destra italiana ha avuto il suo scatto dentro questo movimento mondiale, con qualcosa in più, la voglia di rivincita storica dei post fascisti e dei post missini. I nostri esponenti aspirano infatti a nuovo inizio rispetto alla Costituzione, per tirare una riga rispetto ai valori del 25 aprile”. E sui giovani in politica, l’ex segretario dem ha sostenuto: “Io credo che non dobbiamo fare come la destra, non dobbiamo fare dell’organizzazione giovanile la nursery della classe dirigente, il vero tema è di andare a vedere dove si muovono i giovani. Quando incontri i giovani ti accorgi che coltivano idee interessi e interrogativi che riguardano i problemi dell’umanità, il clima, la pace e la guerra, l’immigrazione, i diritti e la condizione femminile. Ma quando è finita la discussione con loro arriva a una sensazione di impotenza, non si sa dove portare queste pulsioni. È un problema molto serio, io rispondo che vorrei un partito che si rivolgesse ai giovani come quando Berlinguer disse a noi ‘entrate e cambiateci’. Mi risultò credibile quell’appello allora, ma oggi è tutto più difficile. Al netto della violenza che distrugge ogni buona ragione, ricordatevi che ribellarsi è giusto, questo è il mio messaggio ai giovani. E sono convinto che quello che manca a sinistra ancora per attrarre anche i giovani sia un partito solido, in grado di portarti da qualche parte”.

Michele Serra ha evocato una differenza sostanziale tra il passato e il presente: “Quando eravamo giovani noi – ha ricordato – eravamo tanti, eravamo la maggioranza, una fetta consistente di popolazione in grado di spostare l’equilibrio del potere, adesso i giovani sono assai meno numerosi. L’inverno demografico è anche questo e i giovani avvertono questo stato di minoranza dentro una società invecchiata. Non è un valutazione, è una constatazione. Per questo è quanto mai ragionevole considerare italiani i bambini che nascono e crescono qui in Italia. Ma questa cosa non piace alla destra perché hanno un’idea etnica del nazionalismo, che è una contraddizione in uno dei paesi più meticci come l’Italia”. E sui legami della destra coi trascorsi fascisti, Serra ha fatto notare: “C’è una macro differenza rispetto al passato totalitario, oggi la cultura democratica si è consolidata nel nostro paese, passando attraverso diverse crisi come quelle del terrorismo e dello stragismo, per questo non è così facile mettere le redini a questo Stato e a questa repubblica. La seconda differenza sia chiama Europa, l’esistenza di una creatura ancora incompiuta e velleitaria e tuttavia fondata sui diritti e sulla libertà. È una tutela politica e ideale fondamentale in questo momento per il nostro paese”.