Franca Franchi espone il suo “Alfabeto dell’anima” alla libreria storica Bocca a Milano

L’artista piacentina Franca Franchi espone il suo “Alfabeto dell’anima” nella prestigiosa libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele, locale storico d’Italia con il patrocinio del ministero per i beni e le attività culturali – Medaglia d’oro della Camera di Commercio di Milano.

Dopo l’inaugurazione di domenica primo settembre, la mostra – composta da sedici piccole sculture – resterà visitabile fino al 21 settembre nella libreria milanese.

“L’Alfabeto dell’anima di Franca Franchi è un caleidoscopio concettuale ed emotivo che si è solidificato.
Il materiale e l’immateriale, il pieno e il vuoto, la materia e le forme diventano gli elementi complementari – scrive il professor Francesco Schianchi, docente alla scuola di Design del Politecnico di Milano – gli attori di una rappresentazione concreta che sollecitano chi entra in relazione con loro a produrre sintesi intime, personali. La denominazione di ogni scultura vuole quindi essere un indizio, un indicatore di percorso, un invito ad immergersi lentamente nello spazio suggerito, vivendo il proprio tempo della riflessione, delle interpretazioni. L’anima di Franca Franchi supera i limiti di una concezione religiosa per assumere il significato originario, greco di psukè, soffio, energia vitale: l’anima è una vicenda femminile, diceva Jung, origine di sentimenti, seduzioni, erotismo ed immaginazione. Dentro questo quadro di consapevolezza e di visibilità dell’anima femminile che l’Alfabeto di Franca Franchi diventa narrazione, segno, semplicità, essenzialità delle forme, soprattutto simbolo nell’accezione greca di syn-ballein, condurre assieme, unire, coinvolgendo chi le osserva (non le vede) in una narrazione “incompleta”, fatta di indizi, di frammenti che chiedono di essere completati, per un’esperienza narrativa “leggera, lenta, dolce”. Un racconto essenziale nel quale convergono la cultura orientale del vuoto, a cultura del valore del riuso, del ridonare un nuovo senso a ciò che viene abbandonato, lasciato, scartato, l’attenzione alla materiae al suo colore: un’altra sintesi della dialettica delle espressioni creative nella quale “è dolce naufragar”.”

L’artista 

Franca Franchi (Piacenza 1961) recupera nel 2008 la vena artistica emersa in giovane età spinta da vicende di vita che le impongono il processo creativo come strumento di crescita ed evoluzione spirituale. Chiude così nel 2015 una lunga parentesi professionale come avvocato cercando un nuovo orizzonte di vita. Esordisce con i “Cristalli d’Acqua”, assemblaggio di materiali vitrei e specchianti, applicati su tavola o vetro, ispirati al pensiero e all”opera fotografica del ricercatore giapponese Masaru Emoto. Nel 2010 realizza con la stessa tecnica, in scala ridotta, la prima linea di gioielli ( Cristalli d’Acqua). Successivamente si avvicina al pensiero Zen e nel 2014 e’ cofondatrice del movimento artistico “Zen in Art per un’ estetica Zen ” suscitando l’interesse del grande critico Gillo Dorfles che la segue nei suoi ultimi anni e la inserisce nell’antologia dei suoi scritti critici “Gli artisti che ho incontrato”. Nel 2016 nascono le sculture luminose, opere in acciaio e vetro di recupero che sfruttano le crepe del vetro multistrato creando suggestivi tagli di luce. Nel 2019 l’artista “scopre” le potenzialità degli scarti di lavorazione del metallo tagliato al laser. Creativamente modificati ed assemblati i pezzi “non pensati” acquistano una nuova ed originale identità: quella dell’ opera d’arte. Diventano pezzi unici d’arredo quali sedie, tavoli, pannelli divisori, consolles. Sono esperienze che convergono nel “Progetto Ri” nell’ottica di un’arte sostenibile come suggerisce il prefisso Ri che indica un nuovo inizio. L’attività artistica è documentata da numerose esposizioni in Italia ed all’estero, in spazi privati e pubblici.

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