“Giunta più debole” “Maggioranza più unita” Scontro sul rimpasto

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Il rimpasto e la sostituzione di Marco Perini al centro della prima riunione del consiglio comunale di Piacenza dopo la lunga pausa estiva. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio, chiesto dalla presidente Paola Gazzolo, per ricordare due figure pubbliche scomparse nelle settimane passate, Claudio Maschi, sindaco di Farini per più mandati ed esponente di Coldiretti, e Sergio Danese, presidente di Auser e sindacalista Cgil.

Consiglio comunale minuto di silenzio
Il minuto di silenzio

Il primo punto in discussione ha riguardato la surroga del consigliere comunale di Gianluca Ceccarelli, nominato nuovo assessore al bilancio della giunta, sostituito in aula da Sandro Spezia, primo di non eletti (dopo la rinuncia di Francesco Perini) della lista di Piacenza Oltre. La surroga è stata votata dall’assemblea e approvata all’unanimità. Il sindaco Katia Tarasconi ha letto in aula la lettera di dimissioni dell’ex vicesindaco e assessore al bilancio Marco Perini nella quale ha salutato l’amministrazione e ringraziato tutto il personale comunale. “Ci tengo a ringraziare personalmente Marco Perini – ha detto il sindaco – per il lavoro egregio svolto, una persona speciale che ha dimostrato grande disponibilità e spirito di servizio nei confronti della città, e do il mio benvenuto al nuovo assessore Gianluca Ceccarelli”. Tarasconi ha precisato che la delega di vicesindaco è stata assegnata a Matteo Bongiorni, mentre quella alla formazione professionale è passata all’assessore Francesco Brianzi. Benvenuto anche nei confronti del neo consigliere comunale Sandro Spezia (nella foto sotto).

Sandro Spezia
Sandro Spezia al suo esordio in aula

LA DISCUSSIONE – Nella discussione il primo intervento è stato quello di Nicola Domeneghetti (Fratelli d’Italia) che ha criticato la scelta del rimpasto: “Il comportamento di Piacenza Oltre è certamente molto lontano da quello dell’ex consigliere di quella lista Roberto Colla, che si dimostrò disinteressato rispetto al suo impegno diretto nell’amministrazione. Per il sindaco è stata l’occasione di liberarsi di un assessore come Perini che ha sempre svolto il ruolo di freno alle spese pazze di questa amministrazione, ora invece in giunta avrà a disposizione uno yes man e la strada spianata per aumenti di tasse e tariffe”. La capogruppo di Fratelli d’Italia Sara Soresi ha aggiunto: “La sostituzione di Perini è stato un segnale politico, che qualcosa che non va nell’amministrazione, dove si sono soddisfatti solo gli appetiti politici, per garantire equilibri e poltrone, a scapito del programma. Il rimpasto indebolisce la giunta, e rende il sindaco più solo, attorniata da un cerchio magico sempre più stretto”. Luigi Rabuffi (Alternativa per Piacenza) ha sostenuto che “non è normale sostituire senza nessuna apparente motivazione politica e tecnica la persona che era stata scelta dal sindaco come sui vice”. “Certamente Perini era il più preparato sulle dinamiche di bilancio – ha aggiunto – e il più esposto alle dinamiche del consiglio comunale”.

Il capogruppo Pd Andrea Fossati è intervenuto per sottolineare la trasparenza dell’operazione: “Piacenza Oltre non ha mai fatto mistero della richiesta di una rappresentanza in giunta fin dal primo giorno e dopo due anni di mandato è giunto il momento di riequilibrare dal punto di vista politico l’esecutivo. Tutto si è svolto alla luce del sole con la volontà di privilegiare il bene della squadra sulle sorti personali”. Luca Zandonella della Lega ha ribattuto: “Non ci scandalizza il rimpasto in sè, ma il fatto che il sindaco aveva sostenuto che la composizione dell’esecutivo non sarebbe stata toccata”. Salvatore Scafuto (Pd) ha ricordato che “il sindaco ha il pieno diritto di prendere le decisioni sull’esecutivo per rivedere e adeguare gli assetti, non possiamo tollerare che esponenti della minoranza vogliano dare lezioni su come si gestisce una giunta comunale: ricordo infatti che nel 2018 tre assessori vennero sostituiti in una volta sola. Quindi nessuno è vergine in questa materia. Il rimpasto è stato un segno di maturità politica e di responsabilità della nostra amministrazione, una naturale evoluzione di un’amministrazione che lavora per raggiungere gli obiettivi che si è data”.

Giunta comunale

Massimo Trespidi (civica di centrodestra) ha sottolineato che “il problema non è il rimpasto come strumento politico per ridisegnare certi equilibri, sono le motivazioni che fanno la differenza: questo rimpasto è il frutto della sconfitta del sindaco Tarasconi, che dichiarò al momento di accettare la sua candidatura che non avrebbe voluto condizionamenti sulla formazione dell’esecutivo. Piacenza Oltre ha esercitato un ricatto nei confronti della maggioranza e l’ultimatum scadeva il 31 agosto e il prezzo è stato quello di sacrificare il numero due della giunta”. Al suo esordio sui banchi dell’assemblea Sandro Spezia (Piacenza Oltre) ha spiegato che “Piacenza Oltre non ha mai messo in dubbio la partecipazione alla maggioranza, pur sottolineando la richiesta di un coinvolgimento maggiore della nostra formazione. Non abbiamo mai posto ultimatum al sindaco, abbiamo avanzato un’esigenza politica, soltanto successivamente è stata individuata la persona di Ceccarelli. Ci spiace per le dimissioni di Marco Perini, che ha dimostrato competenza e professionalità, ma il percorso è stato condiviso all’interno della maggioranza. E’ vero che ci sono stati tanti rimpasti in passato, ma forse mai si è assistito a un avvicendamento senza contrasti nella giunta e nella maggioranza come in questo caso, la dimostrazione di tutti gli assessori di aver interpretato il proprio ruolo come servizio. Da parte mai cercherò di mantenere vivo l’ascolto e il dialogo con tutti”. Per Stefano Cugini (Alternativa per Piacenza) “nella forma e nella sostanza oggi sindaco e giunta sono più deboli e meno credibili, si sono genuflessi alle regole del manale Cencelli”.

La replica alle critiche del sindaco Tarasconi è arrivata al termine del dibattito: “Confermo che la giunta l’ho scelta io e anche questa volta ho deciso io, dopo aver condiviso il tema del rimpasto con la maggioranza e gli assessori. Capisco che l’occasione sia stata ghiotta per le critiche, ma non mi sembra che la sostituzione di un assessore possa essere ascritta tra le cose peggiori, inoltre non c’è stato nessun disaccordo con Marco Perini, che si è messo al servizio della città. Si è dimesso esattamente con questo spirito, non c’è stata alcuna motivazione diversa e quelle che ho sentito sono tutte illazioni. Sono convintamente per la meritocrazia ma occorre anche considerare il tema della rappresentanza politica all’interno di una coalizione, è questo che ha portato alla decisione di cambiare”.

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