Il consumo di suolo va “a cena con la scienza”, appuntamento il 20 settembre a Baselicaduce

A Cena Con La Scienza si avvia all’ultimo appuntamento, per questa edizione. Si terrà venerdì 20 settembre all’agriturismo Battibue a Baselica Duce (Fiorenzuola d’Arda) e interverrà Michele Munafò, curatore del rapporto Ispra sul consumo di suolo. La relazione sarà imperniata proprio su questo tema, molto caro a Confagricoltura Piacenza che chiude così la quindicesima edizione del ciclo di incontri di divulgazione scientifica in punta di forchetta organizzato nelle aziende agrituristiche del circuito Agriturist. Soddisfazione e partecipazione per questa iniziativa, ormai storica curata, dall’agronomo Michele Lodigiani, che l’aveva pensata quando era presidente di Confagricoltura Piacenza.

Prima della pausa estiva, il 5 luglio, presso l’agriturismo “Il Capitolo” di Carpaneto Piacentino, Francesco Papaleo aveva invece portato i risultati delle ricerche del suo gruppo dell’Istituto italiano di Tecnologia di Genova sul “cervello sociale”. Ci sono aree del nostro cervello dedicate alla lettura delle emozioni e all’interazione sociale. Non è una prerogativa umana e questo consente alla ricerca di progredire anche con la sperimentazione.

Francesco Papaleo

“Il ‘cervello sociale’ comprende dei circuiti cerebrali che ci consentono di capire gli altri ed interagire in maniera adeguata – ha detto Papaleo – dal punto di vista anatomico: ipotalamo, amigdala, ippocampo e corteccia prefrontale sono tra le aree del cervello maggiormente coinvolte. Non siamo fatti per stare da soli e capire gli altri comprende una serie di abilità che ci consentono di avere una vita sociale efficiente. Tutti i mammiferi vivono in coordinazione con altri. In particolare – ha spiegato lo studioso – noi ci focalizziamo sulla cognizione sociale: le patologie che studiamo di più, come l’autismo e la schizofrenia hanno tutte come cardine centrale i disturbi in interazioni sociali”. Il ricercatore ha fatto dunque l’esempio dei pesci: che si muovono tutti insieme e del coordinamento che avviene con la trasmissione degli stimoli di tipo sociale. “Se non capiamo gli altri rischiamo di non aiutare un altro in difficoltà o di non scappare se c’è un pericolo e questo avviene in tutte le specie animali – ha spiegato -. In psicologia si studiano molto i disturbi sociali, ma sappiamo che molte componenti sono modulate dalla genetica. I geni di per sé non codificano un comportamento: i geni alterano o producono proteine che vanno a cambiare la funzionalità di cellule che nel nostro caso sono neuroni tra loro collegati come dei circuiti elettrici”.

“Il funzionamento di questi circuiti determina come codifichiamo e rispondiamo agli stimoli esterni modulando il nostro comportamento. La cognizione sociale può essere divisa, per semplificare, in tre livelli: il primo è la percezione sociale cioè la capacità di capire gli altri; il secondo livello è imparare dagli altri, qui ci può essere anche un contagio delle emozioni, con il trasferimento di emozioni il nostro cervello è collegato agli altri per sensibilizzarci agli altri; l’ultimo livello è quello delle decisioni in contesti sociali: cioè cosa ci faccio con queste informazioni, posso attuare comportamenti prosociali/altruistici e cooperativi oppure no”. Sorprendente parlando di emozioni, aspetto storicamente considerato prettamente umano, che negli studi più recenti vengano indagati anche i comportamenti animali. “Di fatto – ha spiegato Papaleo – gli studi che conduciamo sono un ponte tra gli studi clinici e quelli preclinici sul riconoscimento delle emozioni. Quello che noi studiamo riguarda la relazione e la reazione alle emozioni altrui, studiato a livello di meccanismi circuitali cerebrali. È interessante studiare come anche negli animali si riscontrino comportamenti di “consolazione”, trasferimento di emozioni (anche la paura) e come siano sensibili gli uni agli stati emozionali degli altri”.

La sperimentazione sugli animali è fondamentale per cercare di capire la neurobiologia: cioè cosa succede nel cervello a fronte di determinati stimoli sia sociali che chimici. Il cervello è incredibilmente affascinante. Sarà possibile arrivare ad una medicina personalizzata in funzione delle caratteristiche genetiche di ciascuno. Infatti, oltre la genetica, una parte importantissima dello sviluppo cerebrale è influenzata dall’interazione e dalle esperienze. Papaleo lavora con team ibridi di psichiatri, biologi, neuroscienziati, farmacologi e matematici. La scienza moderna necessita di poter processare enormi quantità di dati. È stata una serata in cui ci si è affacciati sull’abisso che c’è in noi, ma l’ottima cucina dell’agriturismo ha agevolato la riappacificazione con le nostre connessioni neurali. La registrazione dell’intervento di Francesco Papaleo è disponibile sul canale YouTube di Confagricoltura Piacenza a questo link.