Lavoratori dell’assistenza sociale, lunedì sciopero con manifestazione a Fiorenzuola

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Lunedì 16 settembre è in programma uno sciopero per il rinnovo del contratto dei lavoratori Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) con una manifestazione regionale a Fiorenzuola. Dalle 9.30 alle 11.30 è infatti previsto un presidio di protesta davanti alla sede della Casa Protetta della Fondazione Verani-Lucca, nella quale è appunto applicato il contratto nazionale Uneba. “Nel territorio piacentino – informa una nota dei sindacati confederali promotori della mobilitazione – sono numerose le realtà che lo utilizzano ed i lavoratori e lavoratrici coinvolte, in particolare nel settore dell’assistenza agli anziani: ad esempio a Piacenza la Casa Protetta Maruffi e San Giuseppe, la Casa di Riposo Madonna della Bomba, a Monticelli d’Ongina l’istituto A.M.B.R., a Carpaneto Piacentino la Cra Breviglieri, a Pieve Dugliara la Casa di Riposo Gasparini”. “Anche i pensionati e le pensionate dello Spi Cgil di Piacenza saranno di fronte al Verani-Lucca di Fiorenzuola in occasione dello sciopero delle categorie di Cgil, Cisl e Uil ed invitano tutti e tutte alla partecipazione”, così Claudio Malacalza, a nome della Segreteria provinciale Spi di Piacenza. “Le condizioni di lavoro, e le paghe inadeguate, hanno un riflesso sulla qualità dei servizi che si erogano agli anziani nelle strutture di assistenza: lavoro di qualità corrisponde a servizi di qualità”

Lo sciopero – Le sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl, Uiltucs hanno proclamato per il 16 settembre, a livello nazionale, uno sciopero per l’intera giornata delle lavoratrici e dei lavoratori per l’indisponibilità, da parte di Uneba, di rinnovare il contratto nazionale del lavoro. Sono circa 135mila i dipendenti interessati dal rinnovo di questo contratto, scaduto nel 2019. Nel settore privato dell’area socio-sanitaria è il secondo contratto maggiormente applicato dopo quello della cooperazione sociale. La nota dei sindacati spiega che “la trattativa nazionale si è interrotta dopo 17 mesi di negoziato, e dopo 27 mesi dalla presentazione della piattaforma rivendicativa da parte del sindacato”. “Motivo della rottura è l’assenza di volontà da parte di Uneba – sostengono i rappresentanti dei lavoratori – di procedere a un rinnovo che tenga conto della dinamica inflazionistica. Uneba ha infatti proposto un aumento di 50 euro lordi per il triennio 2023-2025, pari a circa 35 euro netti, oltre ad un intervento normativo teso a ridurre i permessi e gli scatti di anzianità. Una proposta irricevibile per il sindacato, anche alla luce dei recenti rinnovi di contratti di settore, dove le risposte sia economiche che normative sono state di ben altra portata”.

“L’assenza del contratto per queste figure professionali che si occupano ogni giorno di servizi socio-sanitari alla persona – continua la nota – si fa sentire anche in Emilia Romagna, dove sono diverse le strutture che operano anche in regime di accreditamento, occupando una fetta del mercato dei servizi alla persona percependo le risorse pubbliche. Inoltre, il mancato rinnovo contrattuale mette a rischio non solo i diritti acquisiti dei lavoratori, ma anche la qualità del servizio offerto agli utenti. Per questo motivo le sigle sindacali confederali dell’Emilia Romagna hanno indetto, per il 16 settembre, due presidi di carattere regionale a Ravenna, presso Villa Serena di San Romualdo, e a Fiorenzuola d’Arda presso la Fondazione Verani Lucca. Entrambi i presidi si svolgeranno a partire dalle ore 9.30, dove le lavoratrici e i lavoratori, insieme al sindacato, faranno sentire la loro voce per chiedere “stesso lavoro, stessi diritti”.

Il direttore della Casa Protetta Verani Lucca Leonardo Mazzoli precisa che lo sciopero indetto dai confederali non è contro la struttura di Fiorenzuola: “E’ una mobilitazione di tutto il settore dei lavoratori di Uneba finalizzata al rinnovo del contratto nazionale e quindi che va al di là delle singole strutture. Anche noi applichiamo quel contratto e non posso che auspicare un adeguato riconoscimento economico per i lavoratori di un settore fondamentale come quello dell’assistenza. Non possiamo però come gestori farci carico totalmente dei costi, per questo occorre che tutto il sistema si assuma la responsabilità per il reperimento delle risorse necessarie al rinnovo contrattuale”.

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