Statale 45, il comitato Residenti Utenti presenta esposto all’Anac

L’Associazione Residenti e Utenti Statale 45 per la Tutela della Valtrebbia ha presentato un esposto ad Anac (Autorità nazionale anticorruzione) sul progetto di ammodernamento del tratto Rivergaro-Cernusca. La segnalazione – spiegano in una nota i promotori – ad Anac viene motivata per denunciate una serie di “anomalie procedurali e progettuali del progetto Anas di ammodernamento”.

“L’intervento, del costo complessivo di 191.360.400 euro, – ricorda la nota – è stato inserito nell’elenco delle opere infrastrutturali caratterizzate da “un elevato grado di complessità progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva o attuativa, da complessità delle procedure tecnico-amministrative”. “In merito al commissariamento dell’opera – si legge nell’esposto – la tratta stradale in oggetto viene considerata come opera strategica, tale da necessitare la nomina di un commissario. In realtà non si ritrova nessuna caratteristica tale da giustificare tale scelta. L’opera in oggetto, infatti, riguarda il tratto limitato di soli 11 km su un tragitto di 145 Km. La Strada Statale 45 è considerata una strada extraurbana di interesse locale, tale da favorire il collegamento della città capoluogo, Piacenza, con le località più a monte. Per tale ragione la categoria di progetto è la C2. Il tratto in oggetto è preceduto e seguito da altri due tratti, per complessivi 34 km, già ammodernati secondo i dettami del DM 05/11/2001 e senza la nomina di alcun commissario straordinario. Quindi non esiste nessuna difficoltà di progettazione o esecuzione. Sarebbe sufficiente adeguare la progettazione del tratto Rivergaro-Cernusca a quella dei due tratti già ammodernati a monte e a valle dello stesso”.

“La progettazione ha avuto molte evoluzioni nei vari anni – viene spiegato – trattandosi di ammodernamento in sede, le prescrizioni di cui al DM 05/11/2001 sono da considerarsi solo di riferimento. La prima versione del progetto di ammodernamento, redatto da Anas nel 2017, prevedeva infatti lavori di adeguamento in sede della sezione stradale ai parametri della categoria C2, oltre alla rettifica di alcune curve e al consolidamento della massicciata ove necessario. In particolare, il collegamento con l’esistente rotonda di Cernusca, che rappresenta il punto di arrivo della nuova tratta di 11 Km., si sviluppava in piena continuità con il tracciato esistente, senza il lungo e costoso viadotto di 180 metri presente nel progetto attuale. La necessità di alcuni approfondimenti di natura geologica ha portato alla progettazione di un nuovo progetto definitivo, non più da parte di Anas, ma da una società di ingegneria di Torino. Il risultato è un progetto che non può più configurarsi come un ammodernamento in sede, bensì di nuova infrastruttura. Un progetto che prevede imponenti lavori di adeguamento della infrastruttura esistente ai dettami del DM 05/11/2023, con la realizzazione di lunghi tratti in variante, la realizzazione di 7 rotonde, la razionalizzazione di quasi tutti gli accessi, l’imposizione del divieto di svolta a sinistra. Tutti questi interventi sono stati giustificati dalla necessità di rispettare i dettami del DM 05/11/2001 quando invece quei dettami dovevano essere solo di riferimento, come d’altronde era previsto nel progetto 2017”.

Altro tema dell’esposto sono i costi dell’intervento “che negli anni il progetto definitivo ha visto lievitare considerevolmente. Il primo progetto definitivo elaborato da Anas nel 2017 prevedeva un importo di spesa di 48 milioni di euro. Con la nuova versione del 2018 il costo è salito a 62 milioni di euro. Il progetto redatto nel 2020 da una società di progettazione di Torino raggiunge la cifra di 93 milioni di euro. L’aggiornamento del 2021 vede salire il costo complessivo delle opere a ben 130 milioni di euro. La revisione del 2023 raggiunge la cifra record di 190 milioni di euro. Tutto questo per un tratto di soli 11 km di opere per l’ammodernamento in sede della strada esistente”. Infine l’ultima annotazione: “Il Commissario Straordinario, nel provvedimento finale di approvazione del progetto definitivo non viene considerato quindi né il merito delle indicazioni tecnico economiche ricevute dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, né rassegna altre motivazioni, lasciando quindi (sotto)intendere di avere ottenuto un parere complessivamente “positivo”. Ma così non è: all’unanimità le Sezioni del Consiglio concludevano che il progetto definitivo in questione “debba essere rivisto, modificato ed integrato nel presente livello della progettazione definitiva, secondo le osservazioni, raccomandazioni e prescrizioni riportate nei suesposti, considerando…” le numerose e gravi criticità e carenze presenti. I vari punti espressi che non erano poco rilievo sono stati indicati dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici quali “prescrizioni a cui adeguarsi già nella fase di Progettazione Definitiva” e quindi non demandabili alla successiva fase esecutiva”.

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