Umanizzazione cure oncologiche, domani la consegna di 21 diplomi a giovani medici

Tecnologie innovative, protocolli di diagnosi e trattamento all’avanguardia, mai disgiunti dall’umanizzazione delle cure, rappresenta la prospettiva migliore per l’assistenza al paziente oncologico, per la sua qualità di vita e, perché no, per la sua sempre più probabile guarigione. Ed è sulla base di questa prospettiva che Cipomo (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) intende formare i “nuovi” oncologi, grazie alla neonata Scuola CIPOMO, ‘Humanities in Oncology’, vocata all’acquisizione di expertise e abilità comunicative e relazionali, spesso non presenti o molto carenti nei percorsi formativi attuali. Basti pensare che ad oggi, su una scala da 0 a 10, la formazione dei medici sulla comunicazione clinica e/o sulla relazione di aiuto arriva a un punteggio di 2,75, con ricadute negative maggiori su patologie complesse come il cancro.

Il primo corso di alta formazione in questo campo si conclude sabato 28 settembre nel Salone d’Onore della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la cerimonia di consegna dei diplomi ai 21 oncologi under 40, provenienti da tutte le Regioni del Paese, che in un ruolo di agenti di cambiamento potranno riportare nella quotidianità della struttura di appartenenza quanto appreso. In arrivo nel 2025 la seconda edizione del corso che sarà affiancata ad altre iniziative distribuite sul territorio nazionale in linea con l’obiettivo CIPOMO di coniugare progressivamente nei nostri reparti la ‘High tech’ professionale con un ‘High touch’ di stampo umanistico.

“Dalle prime analisi condotte sull’effetto del percorso formativo – sostiene Luisa Fioretto Presidente CIPOMO e Socio Fondatore della Scuola – emerge un aumento dell’importanza percepita nel formarsi alle cosiddette soft skills e un senso di maggiore padronanza di tali abilità. Inoltre, sembra evidenziarsi anche un miglioramento della qualità della vita professionale. Numeri che saranno precisati con l’analisi finale dei dati, prevista nelle prossime settimane”. “Come nello sport anche in medicina – afferma Alberto Scanni Presidente emerito CIPOMO e Socio Fondatore della scuola – bisogna conoscere i ‘fondamentali’, gli elementi base di una attività sia essa sportiva o professionale. E quali sono i fondamentali per una buona medicina, quando il medico andrà a visitare, a prescrivere esami e cure, a fare diagnosi e collaborare con i colleghi? Nella lotta al cancro orientare alla persona i percorsi di diagnosi e terapia, i luoghi di cura, l’organizzazione stessa dei servizi, assume importanza strategica sia per i nostri pazienti sia per i professionisti sanitari”.

Questo primo corso residenziale di alta formazione, si è tenuto a Piacenza presso la sede AMOP, grazie al past president CIPOMO, Luigi Cavanna. “Nonostante i notevoli progressi sia in campo di diagnosi che di terapia antitumorale permettano di guarire percentuali sempre più elevate di pazienti, è fondamentale trasmettere al malato che non sarà solo ad affrontare la malattia, ma avrà accanto medici e infermieri, non solo con competenze tecniche ma anche con umana comprensione, vicinanza e gentilezza”. “Siamo divenuti chi siamo affinando le nostre capacità comunicative e relazionali – afferma Simone Cheli, docente presso la St.John’s University e Coordinatore del team di formatori della scuola -. Dunque, formare gli oncologi a tali competenze è una scelta fortemente pragmatica e empiricamente fondata. I temi sono stati trattati partendo dal punto di vista del paziente che in prima persona ha narrato il suo vissuto, integrato con il punto di vista di relatori esperti di alto profilo intervenuti, per poi passare alla fase esperienziale che ha visto il coinvolgimento dei discenti dentro e fuori l’aula, lungo tutto l’arco temporale del corso”.

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