Le medaglie in prefettura. Il ricordo del reduce: “Salvo per miracolo” foto

E’ ancora vivo il ricordo dei campi di prigionia in Armando Chiapponi, deportato dai soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale, presente questa mattina in Prefettura per la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore per il sacrificio sopportato dai cittadini italiani durante la 2° guerra mondiale.

“Ci siamo salvati la pelle per miracolo; lavorare in miniera era molto pericoloso”. E’ ancora vivo il ricordo dei campi di prigionia in Armando Chiapponi, deportato dai soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale, presente questa mattina in Prefettura per la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore per il sacrificio sopportato dai cittadini italiani durante la 2° guerra mondiale.

A 67 anni di distanza dalla fine della guerra Armando Chiapponi, ora 87enne, ha ricordato i terribili giorni di lavoro forzato nei campi di prigionia tedeschi. “Ci siamo salvati la pelle per miracolo. Io lavoravo nelle miniera di Essen, nella Ruhr, e ogni giorno c’era il rischio di essere travolti dalle pietre e dai massi che cadevano. Dormivano in baracche tutti assieme e l’unico ordine dei tedeschi era quello di lavorare. Siamo tornati a casa nel ’45 ma dei 125 che erano con me molti sono morti di malattie”.

Oltre a lui questa mattina sono stati premiati Giuseppe Belloni, Angelo Comitini, Giuseppe Galli, Lino Marcotti, Alberto Sivelli. Le medaglie sono state consegnate ai famigliari alla presenza del prefetto Antonino Puglisi, del sindaco di Piacenza Roberto Reggi, del presidente della provincia Massimo Trespidi, e di tutte le autorità politiche e militari della città.

“Non è facile spiegare alle nuove generazioni il dramma dei lager tedeschi e ancora più difficile è spiegare il perchè dell’introduzione delle leggi razziali in Italia – ha sottolineato il prefetto Puglisi in apertura della cerimonia che fa parte delle celebrazioni della Giornata della Memoria– La violenza è sempre presente tra noi ma, come ha scritto Primo Levi, “di Satana non c’è bisogno”. Noi non vogliamo la violenza in qualsiasi forma, perchè la violenza di oggi non è diversa da quella di prima”. A Primo Levi si è ispirato anche il presidente della provincia Provincia, che per provare a raccontare il dramma dei lager nazisti ha letto un toccante brano tratto da Se questo è un uomo: “Levi non riuscì a sopportare il dolore dell’olocausto una volta rientrato in Italia e si suicidò. In questo momento il mio ringraziamento va a tutti gli italiani che hanno consegnato il mondo migliore nel quale viviamo”. Parole condivise anche da Reggi che ha ribadito l’importanza del ricordo per “impegnarci nella nostra vita ad avere un comportamento migliore nel rispetto della legalità”.

In allegato il discorso integrale del presidente della provincia Massimo Trespidi.

Il video dell’intervista ad Armando Chiapponi

Watch live streaming video from cpilive at livestream.com

Il discorso di Trespidi

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.