Lite tra profughi a San Nicolò, spunta un coltellino. Il sindaco “Fuori dal programma di accoglienza”

Lite tra due richiedenti asilo nella frazione di San Nicolò di Rottofreno (Piacenza). Uno dei due – da quanto si è appreso – è rimasto ferito a un orecchio da un coltellino, che l’altro teneva in pugno.

Sul posto i carabinieri della stazione di San Nicolò, guidati dal luogotenente Vincenzo Russo, il radiomobile di Piacenza e i militari della stazione di Borgonovo.

A denunciare il fatto anche il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani, che chiede la revoca del programma di protezione per entrambi.

“Prima della proliferazione degli articoli di stampa comunico che nella tarda mattinata di oggi si è verificato un deprecabile episodio che ha riguardato due dei tre richiedenti asilo ospitati nella nostra comunità dalla cooperativa GUS di Macerata” scrive Veneziani sul suo profilo Facebook.

“Nel corso di una lite scoppiata tra un ghanese ed un nigeriano, entrambi di giovane età, si è verificato il ferimento di entrambi, in modo non grave, presumibilmente per l’utilizzo di un’arma impropria”.

“Uno dei due è stato trasportato al pronto soccorso per le medicazioni del caso e l’altro accompagnato presso la locale caserma dei Carabinieri dopo le cure ricevute sul posto”.

“Credo siano evidenti i presupposti per la revoca immediata, per entrambi, dell’ammissione al programma di protezione per richiedenti asilo, presupposto per il rimpatrio immediato, visto che è evidente la mancanza di volontà di una pacifica integrazione e convivenza. In tal senso mi rivolgerò alle autorità competenti”.

L’INTERVENTO DI PISANI E MURELLI (LEGA NORD) – “Che quei due vadano espulsi è innegabile. Ora bisogna vagliare i reali motivi per cui chiedono la protezione all’Italia. Il problema della legalità, e della mancata integrazione, purtroppo porta alcune persone a risolvere i problemi con la violenza o a delinquere”.

La deputata Elena Murelli e il senatore Pietro Pisani, intervengono dopo la lite tra due profughi a San Nicolò, “ennesimo episodio di inciviltà da parte di chi viene ospitato nel nostro Paese”.

“Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha già annunciato – continuano – norme più veloci per le espulsioni e anche tempi più rapidi per analizzare le richieste di tanti profughi – attualmente servono due anni e mezzo – che, alla fine, si scopre che profughi non sono”.

Per i parlamentari della Lega “queste persone mantenute dalla collettività non lavorano, faticano a integrarsi in barba alle leggi e ai nostri costumi, e non vedono un futuro davanti a loro. Il governo vuole rivedere il decreto Minniti dell’aprile 2017, sulle espulsioni, che prevede i “Centri di permanenza per il rimpatrio” i quali, però, stentano a decollare. L’altro piano su cui stiamo lavorando è quello degli accordi con i Paesi di provenienza degli immigrati irregolari: finora ne sono stati siglati con Tunisia, Egitto, Nigeria, Sudan e Gambia”.

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