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Dal Rotary Piacenza una macchina agricola per l’azienda che aiuta le persone fragili

Gruppo Piacentino

(distretto 2050)

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Rotary Piacenza – Caritas Diocesana Piacenza e Bobbio


Due cascine, campi da coltivare, animali da cortile; c’è anche un punto vendita con i prodotti della terra, nell’azienda agricola del progetto per persone fragili “Prossima Fermata” firmato Caritas Diocesana di Piacenza e Bobbio. Un percorso avviato nel luglio scorso, a Cadeo, sostenuto, tra gli altri, da Caritas Italiana, Fondazione di Piacenza e Vigevano e Rotary Piacenza.

Il club piacentino, guidato dal Presidente Pietro Coppelli, ha donato una macchina agricola che servirà per la trebbiatura del grano saraceno. Un mezzo moderno, per un progetto che guarda lontano. Lo hanno illustrato ai soci del club, Mario Idda, Presidente della Caritas piacentina e Francesco Argirò, responsabile dell’Area promozione umana, nel corso di una conviviale preceduta dalla Messa in ricordo dei defunti rotariani celebrata in San Dalmazio dal Vescovo Gianni Ambrosio.

Una serata speciale, con uno sguardo alle nuove povertà, persone e famiglie in difficoltà, colpite dalla crisi e trascinate lentamente in quella zona grigia da cui è difficile uscire. Una dimensione che il Rotary Piacenza conosce bene e per la quale ha già dato contributi significativi e idee concrete come quella di Piacenza Solidale, un progetto ancora oggi fiore all’occhiello dei servizi Caritas insieme alla mensa dei poveri, all’Emporio solidale, agli appartamenti sociali e a molto altro. Tasselli di una rete di assistenza e accompagnamento alla persona che la Caritas garantisce secondo principi molto chiari, quelli di un welfare attento ai cambiamenti sociali e impegnato ad offrire strumenti e stimoli per recuperare dignità e voglia di riprendere in mano la propria vita, il proprio futuro, in autonomia.

Il progetto “Prossima Fermata” parte da qui, forte di esperienze precedenti, sintesi di due progetti: Lavor-IO e Agricoltura sociale, che nel tempo hanno dato risposte efficaci. Il primo, basato su laboratori professionali di vario tipo ha coinvolto 80 persone in 3 anni, 35 hanno trovato poi lavoro a tempo indeterminato, ma i numeri parlano anche di 110 tirocini e 120 mila euro di voucher erogati.

Percorsi incentrati su accompagnamento e formazione, cardini anche per Prossima Fermata. “Sarà un progetto pilota, che farà scuola – ha precisato Argirò – un percorso per aiutare le persone a ripartire, magari creando poi, in autonomia la loro azienda”. Tra i partner attivi anche l’Università Cattolica di Piacenza, che attraverso i suoi docenti fornirà indicazione e suggerimenti per le coltivazioni e la commercializzazione dei prodotti. Un’azienda a tutti gli effetti, insomma, che al momento accoglie una decina di persone, in parte della zona di Cadeo, e che punta a lavorare, e a farlo bene.

“Vogliamo che chi può farcela ce la faccia – ha rimarcato Idda – l’aiuto economico è importante, ma non basta, e non serve, se non aiutiamo queste persone a recuperare competenze professionali e a ritrovare quello che la povertà annulla: forza, dignità e capacità di relazione”.

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