Farinetti: “Eataly a Piacenza entro il 2013, dedicato alla provincia italiana” foto

Oscar Farinetti ospite di Confidustria Piacenza conferma che l’arrivo di Eataly a Piacenza avverrà entro il 2013: "Tra settembre e dicembre di certo" ha affermato ai cronisti prima di iniziare l’incontro pubblico

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Oscar Farinetti ospite di Confidustria Piacenza conferma che l’arrivo di Eataly a Piacenza avverrà entro il 2013: “Tra settembre e dicembre di certo” ha affermato ai cronisti prima di iniziare l’incontro pubblico. “La sede locale di Eataly (che si insedierà alla Cavallerizza ndr) – ha spiegato il patron di Eataly – sarà dedicata alla provincia italiana, perchè Piacenza è il simbolo di una provincia virtuosa che cura l’eccellenza nell’agroalimentare”. Spazio per una battuta anche sulla concorrenza dei cugini parmigiani. “Quando ho deciso di aprire Eataly in alta Emilia sono andato a Parma e c’era un certo sindaco, e sono poi venuto a Piacenza dove c’era invece un altro sindaco, un certo Roberto Reggi. E indovinate quale ho scelto? Scherzi a parte, Eataly apre dove c’è una sana amministrazione e bella gente. Poi a Piacenza i prodotti sono ottimi, non deve avere nessun complesso nei confronti di Parma, che nei secoli ha sempre fatto troppo “coccodè”. Ora tocca a Piacenza e Eataly può aiutarla in questo compito”. 

Sul rapporto tra politica e impresa Farinetti dice che “spesso noi imprenditori dobbiamo difenderci dalla burocrazia, spesso opera di politici mediocri che non ci aiutano. Le aziende con performance migliori sono quelle che esportano, ma per rendere al meglio abbiamo bisogno di diplomazia italiana, di istituti che funzionino. Speriamo che con il nuovo governo arrivi gente più competente”. Farinetti durante le primarie del Centrosinistra ha sostenuto Matteo Renzi (“impossibile che vincesse, con tutto l’apparato contro. Ma ha lasciato un segno profondo”), mai tentato dalla politica attiva? “Il mio modo di fare politica è assumere 610 giovani a Roma, restaurare senza un euro di soldi pubblici un immobile degradato come l’Ostiense, abbandonato dopo i Mondiali di Italia 90 e vero scandalo nazionale”.

L’INCONTRO IN CONFINDUSTRIA  – L’Italia del “coraggio” è andata oggi di scena alla sala convegni di Confindustria. Protagonista Oscar Farinetti, imprenditore proveniente delle langhe piemontesi diventato famoso per aver creato una grande catena italiana dell’elettronica, Unieuro ed adesso per il progetto EatItaly, per portare la cucina italiana nel mondo, secondo un nuovo modello di “qualità alimentare” che presto dovrebbe sbarcare nei prossimi mesi anche a Piacenza.

L’incontro, presentato da Gaetano Rizzuto, direttore di Libertà ed Emilio Bolzoni, presidente di Confindustria, ha affrontato tanti aspetti della vita del nostro paese, dalle difficoltà del mondo dell’imprenditoria sino alla necessità di rifondare la politica nel nostro paese. Farinetti, diventato famoso nel mondo della comunicazione per lo slogan “l’ottimismo è il sale della vita”, insieme a Tonino Guerra, si è dimostrato fedele ai propri valori di coraggio ed entusiasmo. Secondo lui “non ha alcun senso nella vita non essere ottimisti” e ritiene che per godersi la vita basta sapersi accontentare di quel poco che si possiede. I suoi maestri di vita sono stati i contadini delle langhe, che sapevano godersi un “piatto semplice”, chiedendosi “ma chi c’è di più felice di noi al mondo?”.

Il coraggio, spiega, deve essere visto come un valore da contrapporre al cinismo, che invece pervade il nostro paese. Farinetti è convinto, che nel modello di vita dell’imprenditore, con la sua apertura alle sfide, agli insuccessi, vi siano i rimedi per fondare anche una società in cui “si impara ad essere coraggiosi”. Il suo successo nella comunicazione, non è arrivato facendo “furbate”, ma raccontando la verità, perché  è convinto intimamente che “i furbetti non ce la faranno mai”. Farinetti crede che il modello di società in cui abbiamo vissuto sino ad ora sia destinato a scomparire. Il futuro del nostro paese deve passare dal “turismo”, trattato finora in maniera secondaria e vissuto fino ad oggi come uno di quei posti da assegnare fra i diversi politici per accontentare i soliti partiti che per risollevare le sorti del paese.

L’Italia, spiega, deve poi aprirsi all’export, in particolare nel settore alimentare. “Il nostro paese ha una cultura culinaria “domestica” e di qualità, unica al mondo. In Italia possiamo fare in casa gli stessi piatti che possiamo mangiare al ristorante, quando in Francia, tutto nasce nei “restò” ed i loro piatti non sono replicabili tra le mura domestiche, poiché troppo complessi”. “Nonostante che gli italiani siano circa lo 0,83 % della popolazione mondiali tutti ci guardano e vogliono i nostri prodotti”. “La nostra forza è la diversità”, sottolinea Farinetti.

Non mancano poi alcuni argomenti che non ti aspetteresti da un imprenditore. Farinetti, dice di non vedere alcuna contraddizione fra una visione globale del mondo ed essere legato alla propria terra, al Piemonte ed in particolare alla città di Alba. Orgogliosamente figlio di un capo partigiano, ha appreso dalla resistenza quei valori su cui ha deciso di fondare la propria esistenza. In azienda spesso si combatte, e “fare impresa è come fare una guerra di liberazione, soprattutto quando devi avere a che fare con la burocrazia italiana”.


Oscar Farinetti è imprenditore piemontese, nato e residente ad Alba, di 58 anni. 
A cavallo tra gli anni ’80 e ’90,  trasformando l’attività di  un piccolo supermercato avviato dal padre, ha realizzato con il marchio Unieuro la maggior catena commerciale italiana nel mercato degli elettrodomestici e dell’elettronica di consumo.  Di questo mercato Oscar Farinetti diventò, in assoluto, il punto di riferimento principale per la sua  capacità imprenditoriale fortemente distintiva di innovare le strategie di marketing  e di comunicazione aziendali.  In quegli anni diventò  famosa la sua campagna pubblicitaria basata sullo slogan ” l’ottimismo è il profumo della vita” interpretato da un testimonial di prestigio come Tonino Guerra. 

Nel 2003 Oscar Farinetti, prevedendo in anticipo i grandi cambiamenti e le grandi discontinuità  che avrebbero caratterizzato il mercato in cui operava, decise di cedere il suo gruppo aziendale a Dixon’s, il più grande retailer di elettronica di consumo d’Europa.  Nel 2007, concretizzando un suo grande sogno e una sua grande passione personale, fortemente motivato dai principi ispiratori di slow food, ha dato l’avvio ad  una nuova avventura imprenditoriale creando  Eataly una catena commerciale enogastronomica  dedicata ai prodotti alimentari e ai cibi di qualità .  Oggi Eataly può contare su 7 punti di vendita in Italia e 10 punti di vendita in Giappone e negli Stati Uniti con un programma molto intenso di nuove aperture nei prossimi due anni.  Fra queste anche l’apertura nella città di Piacenza. 

Vincitore di premi nazionali ed internazionali, a riconoscimento dei  contenuti di innovazione  commerciale e culturale della formula,  Eataly è stato considerato negli U.S.A. il maggior caso di successo del Made Italy degli ultimi 10 anni.  Autore di alcuni libri, Oscar  Farinetti negli ultimi tempi è molto impegnato a sostenere i “valori” positivi dell’impresa e dell’imprenditorialità, oltre che il bisogno di rinnovamento del nostro paese

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