“Scarsa trasparenza nelle informazioni e ora mia suocera si trova in ospedale”

“Alla Madonna della Bomba è scoppiato un incendio e nessuno ha chiamato i vigili del fuoco”.

Dopo la pubblicazione dei nostri articoli dedicati alla situazione critica in cui versano le case protette per anziani a Piacenza, con particolare riferimento alla struttura che si trova sul Facsal, dove dall’inizio dell’emergenza coronavirus sono deceduti una ventina di degenti, abbiamo raccolto la testimonianza di una parente di un’ospite della Madonna della Bomba.

Il direttore Paolo Cavallo e il presidente, don Andrea Campisi, da noi interpellati nei giorni scorsi, hanno detto di essersi attenuti alle ordinanze emanate a livello locale e nazionale e di aver operato sempre in rete con l’azienda sanitaria locale (qui la loro risposta). Ma Cinzia Ferrari ci racconta, tra lacrime di rabbia e frustrazione, tutta un’altra storia, di cui sono già stati messi a conoscenza sia la Questura di Piacenza che il sindaco, Patrizia Barbieri.

“La struttura ha tradito la fiducia di chi ha affidato loro i propri cari. Abbiamo saputo dei primi casi di positività alla Madonna della Bomba dal quotidiano Libertà dell’8 marzo – racconta -, ma sembra che i responsabili sapessero già di avere un operatore e un’ospite positivi al coronavirus dal 26 febbraio. Nonostante questo non hanno mai avvisato le famiglie, noi non abbiamo mai ricevuto una telefonata da loro. Nascondendo questa informazione hanno impedito che le famiglie potessero decidere se portare via i propri cari prima che la situazione diventasse ingestibile”.

“Mia suocera è ospite della Madonna della Bomba, ha 85 anni e le sue problematiche non riguardavano di certo le sue condizioni fisiche – puntualizza Cinzia -. Non appena abbiamo saputo dei primi casi di coronavirus, abbiamo subito contattato l’istituto, per avere informazioni sulla situazione all’interno. Ci era stato detto che il problema, per il contagio, poteva essere rappresentato da noi parenti in arrivo dall’esterno, per questo la struttura ufficialmente ha chiuso ai visitatori dal primo marzo, in ritardo rispetto ad altre realtà simili, che hanno adottato questo provvedimento il 24 febbraio. Ma quello che è grave è che non siamo più riusciti a sapere nulla. Prima mia suocera passava le giornate con noi, fuori dalla struttura. Da quando è stata chiusa, non siamo più stati contattati e non sappiamo perché”.

“Dopo l’articolo di Libertà dell’8 marzo ci siamo allarmati e abbiamo chiesto nuovamente informazioni. Questa volta ci ha risposto il direttore, Paolo Cavallo, il quale ci ha detto che erano stati eseguiti 10 tamponi. Non abbiamo mai saputo l’esito. Chiamando al centralino era possibile solo parlare con gli operatori che non fornivano informazioni in merito alla situazione generale della struttura, di quanti malati ci fossero, dell’esito dei 10 tamponi che il direttore ci aveva comunicato erano stati fatti”.

Ma la situazione precipita mercoledì 18 marzo. “Alle 11 riusciamo a parlare con un medico in servizio alla Madonna della Bomba. Ci dice che mia suocera sta bene. Venti minuti dopo veniamo chiamati da un’infermiera e ci dice che si è aggravata. Noi siamo stupiti e sconvolti: come è possibile un simile peggioramento? A quanto pare la telefonata del medico si riferiva alle condizioni del giorno precedente. La facciamo ricoverare. Viene eseguito il tampone e mia suocera è positiva al covid 19, con una polmonite che ha intaccato solo uno dei due polmoni e una grave insufficienza renale. Ho quindi chiamato in questura il mercoledì stesso per segnalare la situazione, nella speranza di evitare ad altri la situazione che stiamo vivendo”.

“In considerazione di quanto accaduto a mia suocera e agli altri decessi mi domando se il personale medico e infermieristico siano in grado di affrontare una situazione del genere – afferma -, che avrebbe dovuto essere gestita con la massima trasparenza nei confronti delle istituzioni, che avrebbero potuto supportarli, così come nei confronti delle famiglie. Non parlo per gli altri, ma per noi: avremmo potuto farla trasferire ed accoglierla in casa nostra. Ma non ci sono stati dati tutti gli elementi per capire se potesse essere più al sicuro con noi piuttosto che alla Madonna della Bomba. Ed è questo che non riesco ad accettare”.

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