Caos maturità anche a Piacenza “Mancano 13 presidenti di commissione”

La didattica sarà pure a distanza, ma il caos è decisamente “in presenza” soprattutto quando si parla degli esami di maturità 2020.

A un paio di settimane dalla scadenza delle autocandidature per le commissioni di maturità la scuola è ancora a caccia dei presidenti, gli unici “esterni” tra i componenti della commissione d’esame.

Se infatti saranno gli stessi insegnanti a giudicare gli studenti (con sessioni orali in presenza, appunto, a partire dal 17 giugno), così non è per i presidenti. E, visto l’inizio appena abbozzato della fase 2, le disponibilità scarseggiano, forse a causa delle comunicazioni – contraddittorie secondo i sindacati – del ministero in materia di sicurezza.

“L’esame di maturità 2020, che sappiamo ufficialmente dalla diretta facebook della Ministra Lucia Azzolina del 16 maggio, sarà in presenza, sta aprendo i battenti nel caos, a causa della mancanza dei presidenti – commenta Giovanni Zavattoni, segretario provinciale Flc Cgil -. I grandi assenti quindi, oltre alle ordinanze tardive (ma finalmente pubblicate), oltre ai protocolli di sicurezza, sarebbero proprio i presidenti di commissione”.

“Mentre, infatti, si discute se e come aprire a settembre le scuole, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, sembra che non si stiano trovando presidenti di commissione disponibili a svolgere l’esame di stato nell’anno scolastico segnato dal coronavirus. Le candidature sono poche anche a Piacenza, mancano all’appello 13 presidenti e anche in altre regioni si comincia a temere che non si possa raggiungere la copertura totale”.

“Si sono riaperte le funzioni e l’Ufficio scolastico regionale sta cercando candidature, non propriamente spontanee. Altra preoccupazione potrebbe essere il numero di defezioni dei commissari. Questo quanto manca appena più di un mese all’inizio della prova. Probabilmente il numero di richieste inferiori al ruolo da presidente è legato soprattutto alle contraddizioni delle comunicazioni ministeriali, soprattutto sul tema della sicurezza”.

Aspetto, questo, sottolineato anche da Paola Votto di Cisl Scuola.

“Diversi fattori stanno determinando la ricerca dei presidenti di commissione all’esame di Stato: il primo riguarda la sicurezza. Siamo ancora in attesa del protocollo nazionale per la sicurezza nelle scuole visto che l’esame di stato rappresenta una prova generale di quanto accadrà a settembre. L’autocertificazione di non contagio richiesta a docenti e presidenti rasenta il ridicolo – sottolinea Votto – essendo impossibile per ciascuno autocertifucare lo stato di salute in assenza di esami clinici”.

“Sarebbe opportuno che, come per altro personale, venissero sottoposti a screening su richiesta personale i docenti coinvolti nelle commissioni. La responsabilità in caso di contagio rappresenta un problema essendo in capo al datore di lavoro, nel caso della scuola il dirigente scolastico. Il personale della scuola è per la maggior parte in fascia di età a rischio”.

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