Le Rubriche di PiacenzaSera - Camminate piacentine

Camminate Piacentine: valle Bergaiasca e monte Gonio foto

Riprendono le Camminate Piacentine con una nuovo proposta della seguitissima rubrica che PiacenzaSera.it dedica agli amanti delle escursioni. Vi ricordiamo che è disponibile in edicola e nelle librerie il volume, pubblicato da Edizioni Codex10, che raccoglie tutte e 18 le escursioni proposte lo scorso anno da PiacenzaSera.it. In fondo scheda e mappa della gita. 

Riprendono le Camminate Piacentine con una nuovo proposta della seguitissima rubrica che PiacenzaSera.it dedica agli amanti delle escursioni. Vi ricordiamo che è disponibile in edicola e nelle librerie il volume, pubblicato da Edizioni Codex10, che raccoglie tutte e 18 le escursioni proposte lo scorso anno da PiacenzaSera.it. La pubblicazione sarà nuovamente presentata in occasione dei Venerdì Piacentini domani, 21 giugno, alle 21 presso la Coffee House di via Genova. In fondo scheda e mappa della gita. 

Valle Bergaiasca e monte Gonio

Una valle appartata e selvaggia a pochi chilometri dalla pianura 

Nella sua parte finale la valle del Perino è divisa da quella del fiume Trebbia da due crinali paralleli, disposti con orientamento nord-sud: quello più occidentale ed esterno è rappresentato dalla lunga teoria di rilievi ofiolitici che inizia con il monte Belvedere (1052 mt), prosegue con i monti Filippazzi, Gonio e Poggio Alto, culmina nella Costa Monte Capra ad oltre 1300 mt e si conclude con il monte Sant’Agostino, a strapiombo sulla valle incisa dal torrente Curiasca.
Ciascuna di queste vette offre un panorama circolare sulle vallate che si stendono ai loro piedi, dai lontani monti Aserei e Penice alla pianura, e nelle giornate più terse fino alla cerchia alpina.
Parallelo a questa dorsale si allunga il pietroso ed altrettanto panoramico crinale del monte Mangiapane, che è affacciato ad oriente sulla Valle Quartè, paleo superficie di versante rimasta sopraelevata dopo l’approfondirsi del torrente Perino nel suo fondovalle.
Sospesa tra questi due spartiacque, a metà strada tra il crinale ed il fondovalle principale, si trova una valle solitaria e aspra, che la totale assenza di modificazioni antropiche rende uno dei luoghi più selvaggi ed affascinanti della nostra provincia: la valle Bergaiasca.
Attraversarla significa penetrare in un ambiente in cui la natura si impone, suggestiva e totalmente incontaminata; significa muoversi, passo dopo passo, a pochi chilometri in linea d’aria dalla popolosa Val Trebbia, in un’atmosfera attutita, in cui gli unici suoni percepiti sono quelli degli uccelli ed i colori sono quelli della rigogliosa vegetazione.
Il tratto inferiore di questa piccola vallata, percorsa dal rio Verbucone, è immerso in un fitto bosco, dal quale si apre a tratti la vista verso le precipiti pareti dei monti Belvedere e Filippazzi. Più sopra si trasforma in un canalone, sovrastato dal monte Mangiapane, e occupato nella parte centrale da una ripida pietraia, caotico deposito di massi di diverse dimensioni, crollati dalle montagne circostanti.
La testata della valle, raccordo tra i due assolati crinali che la circondano, è nuovamente immersa in una ombrosa faggeta, e regala  all’inizio dell’estate la meravigliosa fioritura dei maggiociondoli.

La camminata parte da Casazza, frazione di Coli (Pc) a 585 mt slm e a circa 35 km da Piacenza.
L’itinerario ha uno sviluppo lineare di circa 10 km, di cui solo 1,6 su asfalto; ha un dislivello complessivo di circa 690 m, raggiungendo la quota massima sulla vetta del monte Gonio a m. 1125 slm; può essere percorso in circa 3 ore e 20 minuti, al netto delle soste. Alcuni tratti ripidi in salita ed in discesa sconsigliano l’escursione in caso di neve e ghiaccio.
Il tracciato proposto, contrassegnato nella sua interezza dai segnavia del CAI, è privo di tratti pericolosi e può essere percorso con bambini al seguito: un passaggio in pietraia da percorrere in equilibrio sui massi e qualche tratto ripido ma non difficile richiedono particolare attenzione.

DESCRIZIONE

Dalla strada asfaltata si imbocca una carraia, ben segnalata dal CAI, e si tiene la destra al primo bivio. Si cammina nel bosco, prima in leggera discesa, e poi in costante salita fino ad uscire allo scoperto a breve distanza dalla frazione di Costa Rodi, in bella posizione panoramica sulla bassa val Perino.
Incrociate le diverse sterrate che salgono dal fondo valle, si prosegue in leggero saliscendi, finché ci si immette, verso destra, nella strada bianca che proviene da Villanova e, dopo pochi minuti di cammino, si raggiunge un incrocio di sentieri: si tralascia, a sinistra, il 153 che scende a Villanova, e subito dopo si imbocca, a destra, il medesimo sentiero, ma in direzione della val Bergaiasca.
Inizia ora una parte del percorso in costante e a tratti impegnativa salita, alla base delle strapiombanti pareti dei monti Belvedere, Filippazzi e Gonio; si procede prima nel bosco lungo l’impluvio del rio Verbucone, che si sente di tanto in tanto rumoreggiare tra i sassi, poi lungo un’ampia e pietrosa frana, dove si sono depositati grandi massi e rocce di ogni dimensione, crollati dalle pareti circostanti.
Facendo attenzione a seguire i segnavia, che indicano i macigni più squadrati su cui camminare in equilibrio, si rientra nel bosco, proprio in corrispondenza di alcune cascatelle formate dal rio; tra querce e faggi, si superano tratti di salita anche ripida, finché si esce allo scoperto, a risalire tra radi cespugli fino al crinale del monte Mangiapane: da qui il panorama si spalanca sull’intera val Perino, dal monte Aserei fino alla confluenza nel fiume Trebbia.
Lasciato il sentiero principale, che prosegue sul costone pietroso del monte per poi scendere ad Aglio, si rientra nella faggeta a contornare la testata della valle Bergaiasca, per risalire sullo spartiacque che la divide dalla Val Trebbia.
Guadagnata in breve la vetta del monte Gonio, si sosta a lungo per ammirare il panorama circolare che abbraccia l’intera Val Perino e la media Val Trebbia, dal monte Pillerone al monte Penice, passando per le Pietre Perduca e Parcellara e i monti Bogo, Lazzaro, Mosso, e Pradegna. In primo piano, le rupi ofiolitiche dei monti Armelio e Gavi.
Raggiunta l’altrettanto panoramica cima del monte Filippazzi, dalla quale si ammira il crinale già percorso fino al Poggio Alto, si prosegue in costante discesa, transitando sul monte Belvedere, dalle cui pendici è ben visibile l’ampia paleofrana sul cui corpo, ormai consolidato, sono sorti gli abitati di Filippazzi, Marubbi e Boioli.
Meno di un’ora di cammino prima su carrareccia e poi su strada asfaltata dal traffico inesistente riportano al punto di partenza.

NOTIZIE UTILI

La località di partenza e l’intero percorso sono privi di fontane, negozi ed esercizi commerciali: per rifornimenti occorre far riferimento al paese di Perino.

Achille Menzani

 

La mappa

La scheda

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