La femminista ante litteram Ildegarda di Bingen protagonista de “Le donne che pensano sono pericolose” foto

“Fin da bambina si percepiva che in qualche modo fossi differente: amavo girovagare tra campi e boschi con il sole in faccia, ascoltare le bestie ritrarsi mansuete al mio passaggio, la quiete che quasi mi parlava. Stavo ore ad annusare i fiori raccolti, a sentire la consistenza delle erbe selvatiche: ho sempre avvertito la presenza di Dio nella natura, attraverso i cinque sensi; sono loro che ci mettono in comunicazione con le piante, gli animali e con tutte le creazioni di Nostro Signore”.

Con queste parole di Ildegarda di Bingen, si apre la prima intervista impossibile nell’ambito della rassegna “Le donne che pensano sono pericolose”, pensata da Milena Tibaldi Montenz, presidente del Centro Culturale Italo- tedesco; con il sostegno della Fondazione Piacenza e Vigevano e del Goethe Institute. “L’inizio di una serie di appuntamenti che fin da subito si rivela ambizioso – ha sottolineato Eleonora Bagarotti, giornalista – intervistatrice con il prezioso compito di ridestare dalla storia figure femminili tanto di valore quanto messe in ombra e temute -. “Una rassegna che parte con un personaggio forse persino più alto di quelli che incontreremo successivamente per ricchezza conoscitiva, lungimiranza di vedute e sensibilità”.

Mistica e femminista ante litteram, teologa, guaritrice, medico, musicista, cosmologa, profetessa, Ildegarda di Bingen è stata infatti una delle più importanti figure religiose tedesce del 1100 e ha decisamente precorso i tempi, anche scrivendo libri di medicina che anticipano di secoli le conoscenze attuali. Attraverso le domande di Eleonora Bagarotti, la bravissima attrice Silvia Zacchini ha riportato in vita la santa tedesca con assoluta naturalezza, facendo percepire al pubblico partecipe tutta la sua umile grandezza. Senza nascondere di avere origini famigliari privilegiate, Ildegarda di Bingen individua nella possibilità di studiare in convento, appartata dal mondo, il riscatto dalla società fortemente maschilista del suo tempo. “Studiando nessun uomo poteva dirmi non sei istruita o non sei capace” ha spiegato la monaca tedesca. Proprio grazie alle conoscenze acquisite e al proprio carattere battagliero, Ildegarda non ha paura dello scontro per difendere la sua fede e gli ideali di giustizia in cui crede; fino al conflitto aperto con i vescovi di Magonza e l’imperatore Federico II di Svevia.

Ma la grandezza di questa Santa Signora che per la vastità del proprio sapere è diventata predicatrice fuori dal monastero e Dottore della Chiesa, si dipana durante tutta l’intervista nella sua dirompente capacità di conciliare dimensioni opposte, senza mai allontanarsi dalla fede religiosa. Dall’infanzia all’entrata nel convento di Giuditta di Sponheim; dalla fede come atto d’ amore e non di sofferenza; fino alla musica ‘armonia dell’infinito’, ma anche ‘piacere del canto e del suono’: per Ildelgarda il corpo non è qualcosa da allontanare o da nascondere, al contrario le sue percezioni vanno esaltate come espressioni dell’anima e della comunicazione con Dio. I suoi studi di medicina lo confermano, per lei ogni piccola parte del corpo deve essere curata in armonia con la complessità dell’intero organismo. “Felice di aver seminato buoni frutti”, se oggi tante donne riescono a guadagnare posizioni di rilievo, ormai la monaca tedesca guarda l’umanità da una dimensione senza spazio, né tempo; ma non a caso finisce il suo colloquio con una ricetta per tutti: i ‘biscotti della gioia’, da lei spesso cucinati. Quale cibo migliore per corpo e spirito?

Il prossimo appuntamento della rassegna sarà giovedì 17 novembre in diretta Facebook, con la vita della pittrice Charlotte Salomon.

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