Assofa compie 40 anni, il 26 novembre incontro con don Pozza in San Giuseppe Operaio

L’associazione As.So.Fa. Odv, Associazione di Solidarietà Familiare per Persone Diversamente Abili, costituita nel 1981, celebra quest’anno i quarant’anni di attività. Tra le iniziative in programma, l’incontro in San Giuseppe Operaio con don Marco Pozza, nella serata del 26 novembre, a partire dalle 20 e 45.

Era il 1981 quando alcune famiglie si erano rivolte a mons. Enrico Manfredini, allora vescovo di Piacenza, per portare all’attenzione della comunità cristiana un grave problema: la carenza di servizi per il tempo libero delle persone con disabilità. Mons. Manfredini raccoglie il grido delle famiglie e comprende che le risposte non possono che arrivare dal basso. Coinvolge il laicato: Azione Cattolica, il Movimento dei Focolari, Comunione e Liberazione, le parrocchie. Nasce in questo modo la prima rudimentale risposta al tempo libero: la Festa del Sabato. Da quell’esperienza nascerà As.So.Fa. In questi quarant’anni alla Festa del Sabato si sono aggiunte le vacanze estive, la Scuola dell’Autonomia nei pomeriggi infrasettimanali, il percorso al Trascendente, il gruppo appartamento sperimentale a Verano di Podenzano, il Centro Socio Occupazionale e i percorsi sportivi (calcetto, nuoto, basket, ginnastica dolce, judo, capoeira, pattinaggio, rugby integrato). In questi anni sono stati realizzati anche tre progetti europei. As.So.Fa. Si è anche allargata, ai volontari delle parrocchie si sono affiancati i volontari interni, poi gli operatori, i volontari in Servizio Civile, i tirocinanti, gli studenti in alternanza scuola-lavoro e i Messi alla Prova. Il personale ha acquisito competenze specifiche, in particolar modo grazie alla collaborazione con la Scuola di Musicarterapia nella Globalità dei Linguaggi – Metodo Stefania Guerra Lisi. Ma non solo; alcuni operatori si sono qualificati anche in materia di ausili tecnologici e
comunicazione aumentativa alternativa (CAA). Attualmente le sedi operative sono due: a Piacenza in via Luigi Bay (anche sede legale) e a Verano di Podenzano.

Il seme gettato da mons. Manfredini ha dato vita a una pianta che si è ramificata ma nonostante le trasformazioni, l’attività di nuovi percorsi e servizi, la chiamata di mons. Manfredini è tuttora valida: vuol dire essere pronti a costruire percorsi personalizzati, ad attivare risposte d’urgenza, a modificare una pianificazione per rispondere ai bisogni di una famiglia, a strutturare una presa in carico che vada al di là delle convenzioni, a riconoscere bisogni e aspirazioni non sempre considerati dalle istituzioni. L’obiettivo ultimo è infatti la “costruzione di una risposta integrale e comunitaria ai bisogni della persona umana intesa come unità bio-psico-sociale e spirituale, nell’ottica di quello sviluppo umano integrale di cui parla Papa Francesco”.

La celebrazione dei quarant’anni è iniziata a settembre con la consueta castagnata a Verano di Podenzano e prosegue il 26 novembre con un incontro, aperto a tutta la cittadinanza, con don Marco Pozza. Don Marco Pozza è un sacerdote della diocesi di Padova, cappellano del carcere di massima sicurezza “Due Palazzi” e conduttore di alcuni programmi di TV2000, dedicati rispettivamente al Padre Nostro, all’Ave Maria e al Credo, in cui ha avuto come coprotagonista stabile, lo stesso Papa Francesco.
Don Marco è un protagonista della “Chiesa in uscita” tanto auspicata dal pontefice; da quanto, soprannominato don Spritz andava a cercare i giovani nei bar della movida, ad ora che porta il Vangelo a chi forse una Speranza non l’ha mai vista lontanamente e trova modi creativi e inusuali per annunciare il Vangelo.

Per questo As.So.Fa. si è ritrovata molto in lui e lo ha invitato a Piacenza: “Lo sviluppo umano integrale – spiegano – non può infatti che partire dai soggetti che spesso la società emargina e a cui tante possibilità sono negate. Don Marco racconta infatti come molto spesso chi è in carcere ha alle spalle una storia di povertà, economica ma educativa, culturale, violenza subita, assenza di opportunità. L’esperienza di As.So.Fa testimonia d’altra parte come alle persone con disabilità sia negata la
possibilità di avere autonomie, valorizzare le proprie competenze, posizionandosi quindi ai margini della società. Ma il vero comun denominatore è un altro: lo sguardo al futuro, la promozione che nasce dalla relazione e dalla cura intesa come processo maieutico e comunitario che porta l’altro a tirar fuori il meglio di sé, talenti che magari non pensava di avere. L’incontro sarà un momento di dialogo, scambio e condivisione proprio nella logica della promozione e valorizzazione reciproca, in cui Don Marco porterà la sua esperienza coi carcerati. È un momento per volgere lo sguardo al futuro, per uscire dai limiti e dalle barriere che la disabilità e il carcere possono dare e vedere dove possono portare cammini di inclusione. E magari capire quale può essere il proprio contributo perché come suggerisce Papa Francesco “nessuno si salva da solo””.

L’appuntamento è fissato per venerdì 26 novembre alle ore 20,45 presso la chiesa di San Giuseppe Operaio. Nel rispetto delle normative anti Covid-19 è obbligatorio indossare la mascherina ed esibire il green pass.

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