“Ex mercato ortofrutta, iniziata la demolizione. Danni irreparabili se lavori proseguiranno”

Il Comitato Fondo Ambiente e Territorio torna alla carica contro la demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo di via Colombo a Piacenza, dopo le prime operazioni, concluse sabato scorso, che – spiegano – hanno interessato la tettoia centrale, realizzata all’inizio degli anni ’90. “Il Comune – ricordano – ha previsto la demolizione dell’intero mercato, tranne l’edificio principale dell’ex direzione, per adibire l’area a parcheggio e in parte alla costruzione di un albergo. Il tutto nell’ambito dell’accordo Comune-Terrepadane del 30 aprile, avente per oggetto la trasformazione dell’ex consorzio agrario di via Colombo in centro commerciale-terziario. Il progetto è compreso nel Bando periferie”.

“A norma di legge – affermano – il progetto per la trasformazione in parcheggio dell’ex ortomercato, in variante al Piano urbanistico (RUE), è stato depositato in Comune il 13 ottobre scorso per 60 giorni per la libera consultazione e potrà essere attuato solo dopo la ratifica, da parte del Consiglio Comunale, delle controdeduzioni alle osservazioni dei cittadini. In pratica fra alcune settimane”. Lo scorso 3 giugno una petizione-diffida, sottoscritta da 249 cittadini e 8 associazioni, era stata inviata agli Enti competenti dallo studio legale Fantigrossi per segnalare le “diverse irregolarità” che secondo i cittadini e le associazioni firmatari riguardano il procedimento in corso per l’abbattimento e la realizzazione del parcheggio: “Non si comprende – sottolineano – come abbia potuto essere autorizzata l’apertura del cantiere prima dell’approvazione del progetto e della ratifica del Consiglio Comunale. L’esecuzione delle opere prima che il progetto abbia concluso l’iter di approvazione costituirebbe un illecito edilizio. Lo denuncia l’esposto presentato alla Procura il 7 luglio scorso dallo studio legale Fantigrossi, per conto del Comitato di cittadini ora organizzati come Fondo Ambiente e Territorio”.

“L’approvazione del progetto in variante al RUE – proseguono – renderà possibile l’esecuzione del parcheggio, ma l’esecutore dovrà essere il Comune tramite gara d’appalto pubblica, non potrà essere Terrepadane, mediante affidamento a una ditta di fiducia, in esecuzione dell’accordo del 30 aprile. L’esposto è stato presentato perché sono rimasti inascoltati gli appelli, rivolti al Comune e alla Soprintendenza, affinché l’ex mercato ortofrutticolo venga conservato in quanto bene di interesse storico documentario e non sia declassato a piazzale per la sosta delle auto, privando i cittadini di preziosi spazi di utilità sociale e culturale. Non è noto se la Procura abbia preso in esame l’esposto, né se lo farà prima che i lavori si compiano. L’esecuzione di quest’intervento comporterà danni irreparabili, non solo ai valori culturali e urbanistici, ma anche all’erario comunale, dato che non è stata fatta una stima del valore economico dell’ex mercato sulla base della consistenza e stato di conservazione, della posizione centrale e della destinazione urbanistica”.

Per il comitato “la sua trasformazione in parcheggio determinerà un’ingente perdita economica per il patrimonio comunale, che non potrà   essere compensata da un superiore interesse pubblico; interesse consistente, secondo l’Amministrazione Comunale, nel fatto che il parcheggio servirebbe all’autostazione, alla stazione ferroviaria e alla zona circostante, senza peraltro considerare altri possibili usi d’interesse generale. In realtà, tutti gli atti comunali relativi al progetto di rigenerazione urbana dell’ex consorzio agrario affermano che la realizzazione del parcheggio costituisce un’anticipazione delle opere di urbanizzazione primaria a servizio del quartiere commerciale-terziario in progetto. Pertanto l’uso prevalente del parcheggio sarà a vantaggio degli utenti di quel quartiere. Il fatto che Terrepadane abbia avuto in consegna l’area comunale e abbia affidato l’appalto ne è la riprova”.

“Sono trascorsi circa sei anni dalla prima proposta di Terrepadane – concludono -e a tutt’oggi sussistono problemi procedurali e di contenuti non risolti. Ipotesi progettuali diverse, conformi alla legge, che tengano conto degli interessi generali e non solo di quelli particolari sono possibili. Il fabbisogno di parcheggi a supporto della stazione ferroviaria e dell’autostazione e i problemi di traffico possono trovare una più adeguata soluzione, nella stessa zona, in aree più idonee per dimensioni e ubicazione rispetto al nodo di interscambio treno-bus-auto, come illustrerà una proposta che il Comitato sottoporrà prossimamente all’Amministrazione Comunale e alla cittadinanza per un aperto confronto di idee”.

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