Logistica, all’assemblea di Gossolengo coro di no al progetto “Problemi di viabilità e non porterà lavoro”

Logistica, all’assemblea di Gossolengo arriva un coro di no al progetto. Il sindaco Andrea Balestrieri ribadisce invece le sue posizioni: questo iter nasce nel 2013, quando fu approvato il psc, non si tratta di insediamento meramente logistico, i paletti a questo intervento potranno essere messi in sede di osservazioni (la scadenza per la presentazione è il 12 dicembre), si tratta di un’opportunità di sviluppo per il paese, sia in termini di posti di lavoro che di introiti per le casse comunali, pari a circa 700mila euro di oneri di urbanizzazione. Posizioni che sono state però respinte dai partecipanti all’assemblea – disciplinata da ben due moderatori, Giovanni Pinto e Enrico Gandolfi.

Per Alberto Bettinardi, presidente del comitato Strada Regina, sono “tutte banalità. Questa assemblea si è tenuta perché abbiamo insistito, altrimenti tutto il piano sarebbe passato sotto silenzio. Il progetto preclude a un insedimento logistico, come viene indicato nel piano acustico., e in quanto tale lo combattiamo. E’ un intervento assolutamente fuori luogo: porterà a Gossolengo 400 camion al giorno e consentirà la realizzazione di palazzine alte 14 metri”. Gianni Arbasi, storico sindaco di Gossolengo fino al 2004, attacca: “Il Psc non prevede la logistica, nel piano (passato in consiglio lo scorso settembre) doveva essere indicato che si tratta solo di un insediamento produttivo. Ma tre capannoni come quelli qui previsti non li ha neanche la Fiat. Ti consiglio – dice rivolto a Balestrieri – di ritirare questa delibera. E’ un piano che snatura Gossolengo, mi viene da piangere pensando al nostro paese”.

“Siamo vicini a questa battaglia – interviene Giovanni Toscani, del comitato No Bitume di Gossolengo -, e posso anticipare che presenteremo in Comune una osservazione di una decina di pagine riguardo al progetto. Mi sembra di stare in uno di quei film dove il protagonista rivive sempre la stessa giornata. Come cittadini siamo sempre mobilitati, non è una situazione normale. Vuol dire che non ci ascoltate. Poter presentare osservazioni non è partecipazione, ma è un mero passaggio tecnico. Prima bisogna discutere insieme cosa fare di questo territorio. Questa è una responsabilità politica che l’amministrazione in carica si sta assumendo: c’è un progetto di un privato, ma non c’è il diritto acquisto alla sua approvazione. L’amministrazione può dire no”. “Non si capisce cosa verrà realizzato all’interno di questo insediamento – fa presente Paolo Casana, un residente -, da queste dimensioni sembra più un deposito Ikea. Poi non trovo informazioni chiare in quello che dite. Avete delle obiezioni, delle proposte rispoetto alla proposta: ok la cubatura massima, ma voi cosa dite? Che va bene? Non c’è poi nessuna informazione riguardo alla viabilità”. Prende poi la parola un altro residente, Filippo Lambri. “Io sono camionista, la logistica posso dire di conoscerla bene. Questo progetto non creerà nessun posto di lavoro in paese e non porterà nessun indotto. Qui arriveranno persone in bicicletta da Piacenza, persone che non si fermeranno nemmeno a mangiare in paese. Altra questione è la viabilità: avete immaginato alle ripercussioni sul traffico? Un insediamento di questa portata va realizzato vicino a una tangenziale, non qui”.

Elisabetta Rapetti, consigliera di minoranza si rivolge al sindaco Balestrieri. “Faccio fatica a credere che tu sia convinto di quello che stai dicendo. Hai cambiato idea? Avevo questa speranza. Qui si tratta di logistica, e la cosa più disarmante è che non sai cosa verrà realizzato al suo interno. Non è un dettaglio da poco, e non si può dire che non sia logistica. Non ha altro nome. Io mi assumo la responsabilità di qunato deciso negli anni passati (in quanto ex assessore, ndr), ma il mondo va avanti e alcune scelte sono superate. Faccio presente che la logistica non la controlli. Qual è la ricchezza e lo sviluppo per Gossolengo? Non di certo il lavoro. Le aziende usano le cooperative e non assumono qui. Mi interessa poco della vostra assunzione di responsabilità rispetto a questo progetto, perché una volta che una cosa come questa si insedia, non la togli più”. Claudio Chiesa, residente di Gossolengo ed ex sindacalista Cgil, della categoria dei trasporti, fa presente come vi siano “oltre 100 appartamenti in vendita, il nostro paese non è più attrattivo”. “Non riusciremo a convincervi del valore del suolo agricolo – interviene Giuseppe Castelnuovo di Legambiente -. Un capannone di queste dimensioni non può essere altro che logistica, che determinerà un incremento dell’inquinamento atmosferico. Tra i partecipanti a questa assemblea non c’è una persona favorevole a questo piano. E’possibile tornare indietro rispetto alle decisioni prese e i ricorsi si vincono”.

LA RISPOSTA DEL SINDACO BALESTRIERI “Questo incontro non ha la pretesa di chiudere il discorso, ma vuole essere occasione per ascoltare e dialogare in merito a questa procedura amministrativa – ha detto il sindaco -. L’assemblea poteva essere riunita prima, ma i tempi sono stati quelli che sono stati: la sua convocazione è slittata dal 23 al 25 novembre perché la sala non era disponibile”. Balestrieri torna poi sul ‘peccato originale’ che ha dato il via al contestato piano, il psc del 2013. “Il consumo di quel suolo lì è iniziato 8 anni fa. Questa è la realtà dei fatti. Lo faccio presente per cancellare le insinuazioni che abbiamo fatto qualcosa fuori dalle regole, invece è avvenuto tutto alla luce del sole. Questa pianificazione viene da lontano. Quando qualcuno si scaglia contro di noi, dicendo che questa procedura è stata fatta senza rispetto delle regole dice falsità”. Il sindaco Balestrieri, come già in conferenza stampa, ribadisce inoltre che il progetto presentato non riguarda la logistica ma un insediamento produttivo, con attività logistica a supporto della produzione. Il primo cittadino ricorda infine che l’iter seguito dall’amministrazione è quello indicato dalla Provincia, sottolineando come la presentazione delle osservazioni – da parte di enti e privati – possa rappresentare uno strumento utile. “La nostra preoccupazione è quella di definire cosa non potrà insediarsi nel nostro ambito. Non sappiamo cosa verrà realizzato, noi stiamo mettendo paletti per cosa non dovrà essere realizzato”.

“Io vivo a Gossolengo da 48 anni e voglio continuare a viverci – conclude -, ma questa considerazione non deve avere una natura ostativa a prescindere. C’è un interesse pubblico in questa realizzazione, non per fare un favore qualcuno come si vuole far credere in paese. È una decisione politica. Perché non abbiamo bloccato il piano come ha fatto Calendasco? I nostri Psc e regolamenti urbanistici edilizi sono diversi. Queste decisioni non vengono prese a talento degli amministratori o degli uffici tecnici, ma in base a ciò che le normative consentono. Poi è possibile che nelle more di un regolamento non ci siano gli elementi per poter respingere un progetto, e allora arriva un ricorso. Mi spiace per il sindaco di Calendasco e io non faccio il tifo per nessuno, ma un ricorso può rappresentare un danno anche per i cittadini che si amministrano”.

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