Volpi salve per il momento. Sit in davanti alla Provincia FOTO-VIDEO foto
La protesta delle associazioni ambientaliste che hanno consegnato le firme raccolte all’assessore Ghilardelli. E intanto la Provincia annulla la delibera con la quale era stato previsto il piano di abbattimento
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Intanto la Provincia ha deciso di annullare la delibera con la quale era stato previsto il piano di abbattimento. Una decisione presa indipendentemente dalla mobilitazione per salvare le volpi, ma che ha motivazioni meramente tecniche: il provvedimento è basato su comunicazioni a quanto pare incomplete. Per evitare che l’atto possa essere impugnato, la Giunta ha quindi deciso di annullarlo, salvo poi riservarsi di varare un secondo piano non appena le informazioni saranno complete. Quindi volpi salve, ma per il momento.
“Prendiamo atto con soddisfazione di questa decisione – affermano le associazioni – che ha evidentemente riconosciuto quanto fin da subito abbiamo denunciato e portato alla conoscenza dei Piacentini. Come coordinamento non troviamo sufficienti parole per ringraziare le 11600 persone ed oltre che hanno firmato la petizione, contribuendo in questo modo ad arrivare a questo risultato, per nulla scontato, da parte dell’amministrazione, alla quale va riconosciuto la ragionevolezza di una decisione che ha tenuto conto dei motivi di legittimita ma certamente delle istanze delle associazioni e dei cittadini firmatari”.
“In merito alla comunicazione dataci dell’intenzione di assumere una nuova delibera di abbattimento, con contenuti diversi, dopo aver assunto il parere di ISPRA, saremo ben attenti a valutare con estrema attenzione i contenuti, come giò fartto per la delibera annullata. L’incredibile quantità di firme raccolte in un mese circa sono un segnale preciso di quanto l’attenzione delle persone sui temi del benessere animale e della caccia stia cambiando e del fatto che non sia più ritenuto tollerabile che si considerino gli animali, cacciabili o no , oggetti di cui disporre secondo i propri bisogni. Occorre che sia chiaro alla Provincia come alle associazioni Venatorie ed agricole che un animale ha valore in se , indipendentemente dal fatto che produca reddito o sia l’oggetto del proprio divertimento o sport”.
“La legge sulla caccia parla chiaro – proseguono – nella gerarchia degli interventi sul territorio la priorità è data alla tutela della fauna selvatica e poi il prelievo venatorio, possibile solo se ce ne siano le condizioni ed i piani di abbattimento permessi dalla legge devono davvero essere “estrema ratio” la dove non sia possibile intervenire in altro modo, in caso di gravi squilibri faunistici ed ingenti danni all’ambiente ed alle culture”.
“Non è certo più tollerabile che i piani di controllo possano essere utilizzati per poter cacciare tutto l’anno al di fuori della stagione venatoria e che siano concessi senza motivazioni oggettive, l’applicazione preventiva dei metodi ecologici e comprovati da censimenti e danni reali”.
“Speriamo – concludono – che questa decisione sia l’inizio di un cambiamento dei rapporti dell’amministrazione con le associazioni animaliste ed ambientaliste e nella gestione della caccia e della fauna selvatica in generale, quello che chiediamo è che sia fatta una corretta gestione faunistico-venatoria del territorio dove tutti i portatori di interesse, ambientalisti, cacciatori e agricoltori , siano posti dall’ente provinciale sullo stesso piano, senza preferenze, come richiede la legge.
IL COMUNICATO DELLA GIUNTA DI PIACENZA
L’Amministrazione provinciale ha deliberato questo pomeriggio l’annullamento del Piano di limitazione dei danni da volpe approvato – previo parere favorevole dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) – il 27 settembre 2013.
Il provvedimento, lo si evidenzia, non mette in discussione i contenuti del Piano stesso ma prende atto della sentenza del Tar di Parma che ha sancito la soccombenza dell’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia rilevando – nel provvedimento di approvazione del Piano della Provincia di Reggio Emilia – un difetto di motivazione, in quanto il correlato parere dell’Ispra non precisava le verifiche effettuate in ordine all’inefficacia dei metodi ecologici di limitazione della specie, presupposto necessario per l’adozione del Piano stesso.
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