Borgonovo, una pietra d’inciampo per ricordare il partigiano Luigi Razza

Una pietra d’inciampo per ricordare Luigi Razza. Sabato 23 aprile (ore 10) a Borgonovo, nei giardini davanti alla scuola, si svolgerà una cerimonia pubblica per ricordare il giovane partigiano morto a 19 anni a Gusen, uno dei sottocampi di concentramento del lager di Mauthausen.

“La mattinata – comunica l’Amministrazione di Borgonovo in un lungo post su facebook – prevede alcune riflessioni della sindaca Monica Patelli, della dirigente scolastica Maria Cristina Dragoni, del presidente ANPI di Borgonovo e Ziano Graziano Balduini e della vicepresidente dell’ISREC-Istituto di storia contemporanea di Piacenza Marina Molinari. Ma bella più di tutte – continua il post – sarà la presenza della sorella di Luigi, Maria Razza, che in tutti questi anni, senza clamore ma con ostinazione, ha tenuto viva la memoria del fratello. E Il momento più emozionante consisterà, dopo la benedizione del parroco don Gianni, nella posa della pietra d’inciampo dedicata al giovane partigiano”.

Nel post su facebook viene ripercorsa anche la vicenda di Luigi Razza. “Nella mattina del 23 novembre del 1944 – si legge -, due partigiani borgonovesi erano partiti, precedendo tutti gli altri, da Castelnuovo V.T. per raggiungere Borgonovo allo scopo di controllare i movimenti delle truppe tedesche. Si sapeva ormai che era prossimo il grande rastrellamento tedesco contro i partigiani. Ma i due furono sorpresi dagli stessi tedeschi, già arrivati in paese. Il primo partigiano, Luigi Carella, benchè ferito a una gamba da un colpo d’arma da fuoco, riuscì a nascondersi nel fossato della Rocca. Il secondo invece fu catturato. Aveva 19 anni, si chiamava Luigi Razza ed era nella brigata “Busconi” facente parte della Divisione “Piacenza” comandata dal tenente dei carabinieri Fausto Cossu. Iniziò così il suo calvario. Fu portato in prigione prima a Piacenza e poi a Parma. Successivamente venne trasferito a Verona e quindi nel campo di smistamento prigionieri di Bolzano. Infine fu deportato a Mauthausen e poi nel sottocampo di Gusen. Lì fu ucciso il 23 aprile 1945, a pochi giorni dalla Liberazione. Il suo corpo non fu mai trovato. Probabilmente , come tanti altri, “passò per il camino” oppure finì in una fossa comune. La famiglia, da sempre tormentata e minacciata dalle squadre fasciste, fu avvertita alla fine della guerra della morte del figlio attraverso un telegramma della Croce Rossa Internazionale”.

“Sabato 23 aprile – prosegue il post – lo ricorderemo attraverso una pietra d’inciampo. La pietra d’inciampo è un piccolo manufatto coperto da una lastra di ottone con incisi i dati di chi fu deportato e morì nei campi di concentramento nazisti. In Europa ne sono state posate oltre 70 mila. In Emilia Romagna 216; nella provincia di Piacenza 2. Sarà interrata sul viale di Borgonovo, nei pressi delle scuole, per ricordare il martirio di Luigi. Due sono i modi per affrontare una pietra d’inciampo. Passare oltre rimanendo indifferenti oppure inciamparvi, ovviamente in senso metaforico, fermarsi e meditare su quello che è accaduto in quei momenti”.

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