“A 30 anni dalla strage di Capaci continuiamo a diffondere il coraggio di Falcone”

Intervento di Andrea Fossati, candidato nella lista Pd per le elezioni di Piacenza

A 30 anni di distanza da quel terribile 23 maggio ’92 in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, uccisi da un ordigno posto sull’autostrada a pochi chilometri da Palermo che segnò per sempre la storia d’Italia, le cose sembrano non essere cambiate come ci si auspicava. Volti ignoti e verità nascoste resistono nonostante inchieste e processi. Basti pensare che da otto mesi si attende la motivazione della sentenza d’appello che assolve i colletti bianchi per la trattativa Stato-mafia.

Proprio per questo servirebbe uno sforzo supplementare delle Istituzioni, unito ad una rivoluzione culturale, per illuminare gli angoli bui del passato e non a comportamenti che mirano a far dimenticare questa storia, a cancellarla per sempre. Falcone, e con lui Borsellino, erano le punte di diamante del pool antimafia creato da Rocco Chinnici e portato avanti da Nino Caponnetto; con il loro lavoro investigativo scardinarono l’intoccabile – fino ad allora – “cosa nostra”, dimostrando con i fatti che l’organizzazione poteva essere sconfitta. Il Giudice stesso subì tentativi di delegittimazione continua e un pervicace lavoro ai fianchi nel tentativo di essere isolato: gli venne impedito di indagare sui rapporti tra i servizi deviati e la mafia e tenute nascoste le indagini che scottavano.

In definitiva Falcone è diventato martire perché lasciato andare da solo incontro al suo destino. A 30 anni dalla strage di Capaci è estremamente importante continuare a diffondere il suo coraggio e il suo messaggio di contrasto all’indifferenza verso la criminalità e le mafie.

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