“Non fermiamoci al nostro dolore, il ricordo di chi non c’è più sia annuncio di futuro” foto

Il Cimitero urbano ha ospitato la celebrazione della santa messa di Tutti i Santi, presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, con i canonici, i parroci urbani e le parrocchie: Cattedrale, Sant’Anna, San Paolo, Santa Brigida e San Giovanni in Canale, Sant’Antonino, Santa Franca, Santa Teresa, San Savino, San Francesco, San Pietro e Santa Maria di Gariverto, Preziosissimo Sangue e San Corrado.

“Il Camposanto è uno spazio umano minacciato culturalmente – ha detto il vescovo durante l’omelia – perché segnato dalla tendenza a oscurare il suo significato, sotto i colpi di una visione privatistica del vivere e del morire; dalla rimozione dei segni della morte e del morire legato all’ansia della nostra limitatezza. Il cimitero anche per noi credenti si riduce a luogo di ricordi, invece deve essere anche annuncio di futuro. La perdita della memoria è un danno per la comunità intera e questo luogo richiama la misura e la serietà del tempo che ci è dato. Un tempo limitato. Il cimitero parla della vita di generazioni per lo più a noi sconosciute ma importanti, di quelli che vengono dalle grandi tribolazioni della vita. Beato questo rito collettivo dell’omaggio ai defunti, perché la morte quella del cuore non invada le nostre case. Per noi che qui celebriamo la Pasqua del Signore ci parla della vita di Dio. Non possiamo fermarci qui con i nostri ricordi, c’è un’esistenza che continua con relazioni che si compiono tra noi e loro. Proprio in questo luogo possiamo credere che il bello deve ancora venire”.