Alle origini della sanità pubblica nelle ricerche storiche della piacentina Giulia Delogu

Conversando con la 36enne piacentina Giulia Delogu ne emerge un profilo poliedrico. Dietro quel tono di voce così rassicurante, man mano che la si interroga sul suo lavoro non ci sono solo libri, ma trovano ampiamente spazio antichi manoscritti, manufatti e reperti storici. Delogu spazia dal suo ruolo di docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dov’è ricercatrice di Storia Moderna, a quello di curiosa e tenace investigatrice del passato.

Dopo la maturità classica al Liceo Gioia di Piacenza, si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Pavia, città nella quale è stata anche alunna del Collegio Ghislieri. Dopo un anno di perfezionamento all’École Normale Supérieure di Parigi, ha proseguito il suo percorso di studi conseguendo un dottorato in Scienze Umanistiche all’Università di Trieste, trascorrendo anche un periodo di tempo come Visiting Researcher presso la Stanford University in California (USA). Dal 2018 insegna all’Università Ca’ Foscari di Venezia, qui tiene dei corsi  internazionali in lingua inglese, per lauree triennali e magistrali, insegnando Global History, Population History e History of European Constitutionalism. Recentemente è stata anche Visiting Scholar all’University of St. Andrews (Scozia) e alla Universität Wien (Austria).

Giulia Delogu

“Tra il 2021 e il 2022, oltre ad insegnare, ho diretto questo progetto di ricerca finanziato per un importo di circa 12mila euro dalla Regione Veneto ‘Le città porto alto adriatiche e lo sviluppo della sanità pubblica in età moderna’ spiega Giulia Delogu –. Mi occupo di sanità fin dal 2017 quando, alla ricerca di nuovi filoni di ricerca dopo aver concluso un progetto sulla storia della massoneria e sul concetto di virtù, sono incappata in una serie di testi settecenteschi legati alle controversie sull’inoculazione del vaiolo, che potremmo definire come un antenato dei moderni vaccini. Subito mi colpirono le somiglianze tra quei testi e i dibattiti no-vax, che già esistevano ben prima del Covid-19 e mettevano a rischio l’immunità di gregge per malattie come il morbillo”.

Il volume, edito da IBS Editore, (QUI IL LINK PER CONSULTARLO) indaga come, nel corso dell’età moderna, le città di porto alto adriatiche, con le loro istituzioni, abbiano favorito la nascita di prime forme di sanità pubblica e di raccolta sistematica del flusso di informazioni in materia. Venezia, con la sua rete informativa adriatica, si andò affermando come modello utile anche le altre città porto mediterranee ed europee per le questioni sanitarie e, soprattutto, come punto di raccolta per informazioni degne di fede, verificate e certificate sullo stato sanitario dell’Adriatico e del Mediterraneo orientale. Nel corso del Settecento Venezia, quale hub di informazione e di gestione sanitaria, venne sfidata da altri centri commerciali emergenti, quali Livorno e Trieste, innescando un alternarsi di meccanismi competitivi, collaborativi e migliorativi. Ricostruendo tali flussi informativi, il progetto illustra infine l’evolversi verso il concetto moderno di sanità pubblica (e diritto alla salute) delle politiche di controllo sanitario, mostrando come i centri portuali alto adriatici siano stati veri e propri precursori in tale campo. A partire dai casi di studio storici, inoltre, il progetto intende mettere in luce la perdurante l’importanza della cooperazione internazionale, del dialogo tra scienza e politica e della dimensione comunicativa e informativa nella gestione delle crisi sanitarie.

“Negli anni ho poi avuto modo di affrontare questi temi con i miei studenti, riscontrando il loro interesse. La pandemia mi ha sicuramente spinto a voler definitivamente approfondire la questione e a pensare a “prodotti” che potessero diventare fruibili anche al di fuori delle aule universitarie. Di qui l’idea di partecipare ad un bando della Regione Venuto e concentrarmi su un progetto che indagasse le radici storiche delle pratiche di sanità pubblica, mettendo in evidenza sia le differenze che somiglianze tra il mondo del passato e quello di oggi”. “Gli esiti del progetto, oltre a pubblicazioni e seminari più specialistici, sono stati una serie di iniziative, ad accesso libero e senza restrizioni, pensate soprattutto per gli studenti e in generale il pubblico: podcasts, video, una galleria digitale.  Anche il volume si inserisce in una questa ‘visione’: è disponibile sia in italiano che in inglese ed è liberamente accessibile online, oltre che ad essere stato stampato”. “Attraverso un racconto per immagini, volto a valorizzare le fonti del tempo, il volume ricostruisce come Venezia, in collaborazione e competizione con le altre città porto mediterranee, abbia inventato la sanità pubblica, evidenziano altresì come la sanità pubblica, fin dalle sue origini, sia stata non semplicemente una scienza, ma piuttosto una pratica di governo e come per una gestione efficace delle crisi sanitarie, a fianco degli avanzamenti nelle conoscenze mediche, siano sempre state necessarie e dirimenti decisioni e azioni di natura politica”.

Un'immagine tratta dal libro: La sede dell’antico Magistrato di Sanità di Venezia

Un immagine tratta dal libro: La sede dell’antico Magistrato di Sanità di Venezia. Il Magistrato, risalente al 1486, è la prima istituzione permanente dedicata alla gestione della sanità pubblica ad essere stata creata nel mondo. L’edificio, abbattuto in età napoleonica, si trovava dove ora sorgono i Giardini reali nella zona di Piazza San Marco. Come si vede nell’immagine, era anche il luogo dove venivano eseguite le condanne capitali di chi contravveniva alle norme di sanità, mediante fucilazione.

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