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“Next generation Eu importante motore di crescita, va implementato”

“Next generation Eu è una grandissima opportunità e anche una prova di credibilità dell’Italia davanti ai partner europei”. Il presidente di Unicredit Pier Carlo Padoan, ospite nella sede della Cattolica di Piacenza, è stato molto chiaro durante il suo intervento in occasione della diciannovesima lezione Mario Arcelli, organizzata dal CeSPEM – Centro Studi di Politica Economica e Monetaria dell’Università Cattolica e dalla Fondazione Mario Arcelli. “E’ stato per me un onore essere un suo assistente – ha detto Padoan in apertura, nel ricordare la figura di Arcelli – per un periodo di tempo non breve, quando ero appena laureato e avevo iniziato la mia carriera universitaria alla Sapienza di Roma. Ricordo il mio rapporto personale con Mario Arcelli con molto affetto”.

Dopo gli interventi della Preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza Annamaria Fellegara e della Sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, Padoan, già ministro nei Governi Renzi e Gentiloni, ha fatto il punto su Next generation Eu che non è solo, ha detto, “lo strumento attivato per affrontare le conseguenze della crisi covid, ma è uno strumento che si innesca nel meccanismo di crescita dell’Europa” fermo restando” ha detto Padoan che “le tradizionali teorie della crescita non sono sufficienti a spiegare l’Europa”. “Uno degli aspetti positivi della crisi covid – ha continuato – è stato il risvegliare lo spirito europeo, magari per rispondere a una sfida. Ma questo è normale nella storia europea: sono sempre stati fatti dei progressi nel momento di dare risposte alle crisi. E’ un pregio dell’Europa, ma anche un problema, perché spesso queste non erano coerenti con quanto c’era prima. Che tipo di risposta è il Next Generation Eu alle crisi e in che modo si innesta nel modello di crescita europeo? Qual è il modello economico europeo? E’ un modello replicabile o, una volta finita la sfida pandemica, dovrà essere messo nel cassetto? Qui emergono le diverse visioni politiche in Europa, con posizioni differenti tra i Paesi. C’è chi dice che questo strumento deve funzionare, ma non può diventare permanente. Emergono così le tensioni tra chi vede l’Europa come un problema di stabilità e chi vede l’Europa come un problema di crescita”.

Next generation Eu, ha sottolineato Padoan “è stata una risposta importante perché di carattere strutturale, volta a rafforzare il modello di sviluppo europeo attraverso la promozione della transizione digitale e verde, definendo cioè un vero obiettivo europeo supportato da meccanismi di finanziamento comuni – ha detto Padoan -. Quindi è un motore di crescita assolutamente attuale, anche alla luce della crisi energetica e della spirale inflazionistica in atto. È tuttavia necessario che sia velocemente ed efficacemente implementato dai governi attraverso i piani nazionali.” “Il timore politico del Covid era la frammentazione, vista la sua diffusione asimmetrica nei diversi paesi e regioni – ha detto -, con il rischio che potesse distruggere la possibilità di fare azioni comuni. C’era l’esigenza di ridurre queste separazioni”. Next Generation Eu ha contribuito a incrementare le convergenze, rispetto alle divergenze, e ora a distanza di tre anni in Europa il clima generale si è un po’ raffreddato anche se questo strumento “rappresenta una grandissima opportunità per il nostro Paese e anche una prova di credibilità dell’Italia davanti ai partner europei, che deve dimostrare di saper spendere le risorse a disposizione”.

“In questa prima fase gli obiettivi della Next Gen Eu sono stati raggiunti tutti perché hanno riguardato la realizzazione dei primi passi del Piano – ha precisato il professor Francesco Timpano, della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica -. Adesso serve il cambio di passo per rendicontare anche le realizzazioni concrete del Piano. La capacità di agire con flessibilità – ha concluso – guardando sia ai vincoli posti dall’inflazione che a quelli determinati dalle difficoltà di spesa che certamente emergeranno, appare come una strada obbligata”. In chiusura, il prof Federico Arcelli ha annunciato l’intenzione della famiglia di tenere ancora più viva la memoria di Mario Arcelli con la costituzione della Fondazione Arcelli e l’istituzione di una borsa di studio per gli studenti della Cattolica.

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