La protesta del silenzio della maggioranza, bocciati gli ordini del giorno di FdI

La maggioranza sceglie la protesta del silenzio e boccia gli ordini del giorno di Fratelli d’Italia. La seconda seduta del consiglio comunale di Piacenza, dedicata al bilancio di previsione, è proseguita nel segno della contrapposizione tra gli schieramenti, con toni – e modi – che sono andati al di là della dialettica politica, andando ad incrinare i rapporti istituzionali all’interno dell’aula.

Una situazione diventata palese nella serata di venerdì 10 marzo, durante l’esame degli ordini del giorno – ciascun consigliere può presentarne uno a testa -, in tutto 9. A parte la proposta di Luigi Rabuffi (ApP) sull’accelerazione del disbrigo delle pratiche per il rilascio della cittadinanza, respinta perché come è stato spiegato i tempi d’attesa stanno diminuendo, gli altri 5 ordini del giorno presentati rispettivamente da ApP (Stefano Cugini), civica Barbieri – Liberi e Lega, sono stati discussi e approvati. Le tre richieste di Fratelli d’Italia – aumento eco-compattatori, riorganizzazione delle sedi comunali e non perdere un finanziamento da 418mila euro per i lavori pubblici – invece sono state non solo bocciate, senza alcuna risposta da parte degli assessori chiamati in causa e senza il contributo, nel dibattito, dei consiglieri di maggioranza. Un ordine di scuderia, quello del silenzio, come ripicca per il numero di emendamenti presentati dal gruppo, oltre 200, numero più consistente sui 490 totali – hanno chiesto gli esponenti di FdI in aula – o ancora per le magliette con Pinocchio e lo striscione ‘vergogna’ esibito durante la votazione dell’aumento Irpef?

In aula ha risposto il sindaco Katia Tarasconi. “Nessuno dice nessuno cosa fare, in questa aula. Anche se vi piace pensarlo – ha detto – io non manovro nessuno. In modo molto silenzioso e credo anche rispettoso siamo rimasti qui ad ascoltare i vostri interventi, ma il rispetto è un’autostrada a due corsie, non può essere univoco. Anche noi ci siamo sentiti non rispettati, con le vostre magliette e lo striscione. Il tema non è non fare le cose o non dare risposte, ci mancherebbe altro. Daremo risposta a tutti i vostri quesiti. Io però non tiro i fili di burattini e non posso obbligare la maggioranza a fare una cosa piuttosto che un’altra: i consiglieri hanno deciso di adottare una protesta silenziosa. Facciamo un patto, quello che avviene d’ora in poi in quest’aula è serio. Volete esibire magliette e striscioni, va benissimo ma fuori di qui”.

“Quello che vale è il voto, se è contrario è contrario – è intervenuta la consigliera Gloria Zanardi (FdI) -. Qui non dobbiamo confondere i ruoli: i consiglieri di maggioranza possono o non possono partecipare al dibattito. Ma il sindaco e la giunta sono il sindaco e la giunta della città tutta, mi aspettavo che gli assessori si esprimessero in merito. Mi sembra assurdo come si è svolta la seduta di oggi”. “Quindi sono stati i consiglieri di maggioranza a dire al sindaco e alla giunta di non rispondere ai nostri ordini del giorno. Non avevo davvero capito niente” commenta Sara Soresi (FdI). “Sindaco, se lei pensa di educarmi a 61 anni, con questa repressione perché non saprei davvero come definirla altrimenti – interviene Nicola Domeneghetti (FdI) – be’ io da lei, per le ragioni che ho già detto più volte, lezioni non ne prendo, ne’ di fair play ne’ di stile. Perché questo diktat viene dai lei, ecco perché gli assessori non rispondono”.

“Non siamo all’asilo, noi rappresentiamo un’istituzione. Una volta il consigliere Roberto Colla era venuto da me in consiglio con una bussola, io non l’ho messo in castigo – ricorda Patrizia Barbieri (civica centrodestra) -. Posso capire il fastidio, ma rappresentiamo tutti un’istituzione. Altrimenti non ne usciamo mai. Oggi a mio avviso il sindaco e l’esecutivo hanno fatto una pessima figura, perché se è vero che sono stati i consiglieri a voler fare questa scelta, il sindaco e la giunta devono ricordare che sono al servizio della città e non possono negare una risposta a dei consiglieri, in negativo o in positivo. Si può bocciare un ordine del giorno, ma il ‘non ti parlo più’ non è una risposta”. “La pezza è peggio del buco, le spiegazioni fanno accapponare la pelle. Su proposte che possono fare il bene di Piacenza allora si vota contro, come i bambini?” commenta Luca Zandonella (Lega).

“Io e il collega Cugini non ci siamo mai trovati così d’accordo con il collega Zandonella – interviene Luigi Rabuffi (ApP) -. Ringrazio anche i colleghi di Fdi, perché dimostrano che fare politica significa portare avanti le proprie idee e i temi portati all’attenzione dell’aula, con i loro ordini del giorno sono condivisibili. Faccio presente però che dobbiamo guardarci allo specchio e dirci che, se siamo permalosi, forse abbiamo sbagliato mestiere. Noi rappresentiamo chi ci ha votato, siamo obbligati a dire quello che pensiamo. Penso sia peggio disattendere gli impegni presi che indossare magliette e esibire striscioni”. “Abbiamo preso una china molto pericolosa, perché come è già stato detto dai colleghi, ai voto corrispondono degli atti – sottolinea Stefano Cugini (ApP) -. Dal sindaco ho sentito un intervento allucinante: stiamo dicendo che quello che facciamo qui non conta niente, perché si può votare no e tanto si fa sì, e vale anche anche il contrario. Si vota sì e si fa no. Attenzione, lo dico a tutti anche a me stesso. Se sdoganiamo questo fatto, che si può fare tutto e il contrario di tutto, votandolo e ammettendo pure questa scelta, è davvero finita. Lo dico con lo scoramento di chi non si sente tutelato qui dentro”.

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