Laboratorio Pontieri, la Provincia ‘toglie’ una scuola “Costi troppo alti, non ce la facciamo”

Il progetto di recupero del Laboratorio Pontieri, ambiziosa opera di cui si discute da anni a Piacenza, con la realizzazione di due scuole, una media e una superiore, oltre a palestre a servizio di studenti e società sportive, sarà pesantemente rivisto.

La Provincia infatti ha deciso di avviarne solo una parte – la costruzione di una palestra, con un impegno economico di 3 milioni e 213mila euro – e di destinare la quota originariamente prevista per una nuova scuola superiore, per ospitare in futuro Gioia e Colombini, alla riqualificazione dell’ex caserma di viale Dante, prossima sede dell’istituto Tramello, opera finanziata con 9 milioni e 287mila euro. Il motivo? Lo ha spiegato durante l’ultimo, decisamente animato, consiglio provinciale la presidente Monica Patelli. I costi troppo elevati di costruzione.

I 13 milioni che la Provincia può mettere sul piatto dell’edilizia scolastica “non sono sufficienti, ai costi di oggi, a consentirci di realizzare sia la palestra che l’edificio da destinare ad aule originariamente previsti e che sono necessari per affrontare le criticità più urgenti delle scuole della città” ha detto Patelli. In questo si riesce ad avviare ugualmente “la riqualificazione del Laboratorio Pontieri, realizzando l’accesso all’area da Via Maculani e la palestra sul lato Nord dell’area, per un investimento complessivo di 3 milioni e 213mila euro. Realizziamo le aule necessarie, anziché al laboratorio pontieri, riqualificando la ex caserma dei vigili del fuoco di Viale Dante, dove il costo dell’intervento è minore, ed è pari a complessivi euro 9 milioni e 287mila euro. Il numero di aule realizzate sarà inferiore a quelle in origine previste, 24 invece di 30, ma sarà comunque sufficiente a consentire il trasferimento dell’Istituto Tramello”.

“In questo modo – continua Patelli – riusciamo a salvaguardare i due obiettivi che avevamo: dare una risposta all’insufficienza di palestre per gli istituti del centro storico e che ci viene costantemente evidenziata dalla autorità scolastiche; risolvere in tempi ragionevolmente brevi la carenza di spazi che interessa gli Istituti Casali, Colombini, Respighi e Tramello in quel quadrante della città”, ossia in via Negri dove questi istituti hanno sede principale o succursali, come ad esempio il Colombini stesso. Così, ribadisce la presidente, non si abbandona il progetto del laboratorio Pontieri, ma la sua rivisitazione si è resa necessaria per “le dimensioni finanziarie che il progetto assume ai costi di oggi. Occorre pensare a trovare risorse straordinarie perché il bilancio provinciale non può sopportare un intervento di queste dimensioni. Per questo ho già provveduto a fare richiesta all’assessore al bilancio della Regione che il prossimo bando regionale per la rigenerazione urbana sia aperto anche alle province e non solo ai comuni come è stato per l’ultimo. Chiederò anche ai consiglieri regionali di sostenerci nella nostra richiesta. La riqualificazione del Laboratorio Pontieri va riconosciuta per quello che è: non solo un intervento di edilizia scolastica ma un intervento di riqualificazione urbana che contribuirebbe a restituire alla città un luogo strategico”. L’investimento complessivo di 13 milioni serve a dare “risposte anche ai tanti studenti che vengono dalla provincia. Non dobbiamo infatti dimenticare che il 50% degli iscritti agli istituti della città viene da fuori Piacenza e quindi queste risorse rispondono a bisogni che sono di tutto il territorio e non solo del capoluogo”.

Il centrodestra, che esprime la maggioranza, in consiglio provinciale ha contestato a Patelli modi e sostanza del provvedimento. “L’approvazione dei progetti di fattibilità delle due opere è stata fatta con atti del presidente a fine giugno – ha replicato Patelli -, non per scavalcare il consiglio ma per evitare di dover rifare i progetti con l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, e far slittare tutto il percorso. La decisione se realizzare o no questi interventi è e rimane solo del consiglio. L’approvazione dei progetti di fattibilità rappresenta la condizione necessaria perché oggi gli interventi possano essere inseriti a bilancio. Ma non vuole pregiudicare in alcun modo quello che sarà deciso”. E dopo l’animato dibattito, il via libera è arrivato. Non dopo aver preteso e ottenuto dalla presidente Patelli lo stop dell’iter di almeno due mesi, per fare il punto della situazione in merito ai fabbisogni di aule delle scuole superiori.

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