Più assunzioni e contratti indeterminati, ma le lavoratrici sono meno del 40%

Più assunzioni e più contratti a tempo indeterminato e in somministrazione, calano i contratti a termine. Ma ad accettare lavori a Piacenza sono sempre di più gli uomini (60,4%) rispetto alle donne. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps, nel primo semestre 2023 sono stati assunti 22.107 lavoratori, 323 in più (+1,5%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Salgono del 10,7% i contratti a tempo indeterminato (4.926), quelli a termine passano da 8.282 a 7.633 (-7,8%), quelli in somministrazione da 5.001 a 5.498 (+9,9%), i contratti intermittenti scendono da 2.504 a 2.470 (-1,4%).

Se il numero di assunzioni è in crescita, la quota di nuove lavoratrici scende sia in termini assoluti che percentuale. Nel primo semestre 2022 erano 8.987 su 21.784 (41,3%), da gennaio a giugno 2023 sono 8.751 (solo il 39,6%). L’unica tipologia di contratto in cui vengono “preferite” le donne è quello intermittente, con 1.367 nuove lavoratrici su 2.470 totali (il 55,3%). Si nota anche il 48,9% di donne che firmano contratti stagionali. Alle lavoratrici è riservato solo il 34,4% dei contratti a tempo indeterminato (1.693 su 4.926), percentuale in calo rispetto al 37,6% dei primi sei mesi del 2022.

LE FASCE D’ETÀ – Il mercato del lavoro piacentino è “invecchiato” nell’ultimo anno. I nuovi lavoratori sono perlopiù adulti dai 30 ai 50 anni. La fascia “intermedia” fra quelle individuate dall’Istituto nazionale di previdenza sociale rappresenta il 44,9% dei nuovi contratti. Subito dopo i giovani (fino ai 29 anni) con il 38,4% e infine gli over 50 con il 16,7%. Rispetto all’anno scorso, i contratti per i giovani sono 84 in meno (-1,0%), mentre sono aumentati di 392 unità quelli della fascia 30-50 anni (+4,1%) e, anche se di poco, quelli degli over 50 (15 in più, +0,4%).