Nel giardino della scuola di Podenzano il ricordo di cinque carabinieri “giusti tra le nazioni”

Da oggi Podenzano ricorda Carlo Ravera, Osman Carugno, Enrico Sibona, Giacomo Avenia e Giuseppe Ippoliti: cinque carabinieri che, durante l’orrore dell’Olocausto, decisero di restare al fianco della popolazione e salvarono persone e famiglie ebree dalla deportazione. Una scelta che costò loro la morte. Per quella scelta, tuttavia, sono stati nominati “giusti tra le nazioni” e il loro nome è impresso nel Giardino dei Giusti di Gerusalemme. Nella mattinata di giovedì 25 gennaio a Podenzano, nel giardino dell’istituto “Parini”, è stata scoperta la targa che commemora i cinque militari. Presenti le autorità locali e provinciali, il sindaco Alessandro Piva, il comandante provinciale dell’Arma Pierantonio Breda e la dirigente scolastica Giorgia Antaldi.

La cerimonia è inserita nelle commemorazioni in memoria delle vittime dell’Olocausto. Il 27 gennaio 1945 le persone recluse nel campo di concentramento e di sterminio nazista di Auschwitz furono liberate. La Shoah fu uno dei momenti più drammatici della storia e per questo motivo è fondamentale custodire e tramandare la memoria di un orrore che colpì duramente anche l’Italia con rastrellamenti, deportazioni, torture ed eccidi di massa. Sono 730 gli italiani che hanno l’onore di essere stati inclusi nel “Giardino dei Giusti” presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme, posto a imperitura memoria di quelle persone non di religione ebraica che, durante l’Olocausto, si impegnarono, a rischio della vita, a salvare gli ebrei dallo sterminio.

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Tra questi italiani ci sono anche cinque militari dell’Arma che rimasero al fianco della popolazione, pagando anche con la vita questa scelta, e che salvarono numerosi ebrei dalla deportazione: il maresciallo Carlo Ravera dei carabinieri di Alba (Cuneo) che insieme alla moglie Maria, svolse un ruolo fondamentale per salvare dodici famiglie di ebrei profughi dalla Jugoslavia; il maresciallo Osman Carugno, comandante della Stazione dei Carabinieri di Bellaria (Rimini), che durante la guerra affiancò un albergatore per portare in salvo trenta ebrei; il maresciallo Enrico Sibona che era in servizio a Maccagno (Varese) che favorì la fuga dalla deportazione di alcuni ebrei che risiedevano nel paese e che, tradito da un delatore, fu internato in un campo di concentramento tedesco, da dove fortunatamente uscì vivo; il maresciallo Giacomo Avenia che a Calestano (Parma) prese parte al salvataggio della famiglia Mattei, ebrei profughi che arrivavano da Fiume; il brigadiere Giuseppe Ippoliti che nell’inverno del 1943, insieme alla moglie Teresa Zani, mise al riparo dai nazisti le due sorelle ebree Fischhof, spacciandole per proprie nipoti. La posa e lo scoprimento di una targa presso i giardini dell’Istituto G.Parini di Podenzano è stata posta a ricordo dei cinque militari le cui gesta rappresentano il simbolo del fondamentale impegno dell’Arma dei Carabinieri a protezione della comunità ebraica, da considerarsi, tra gli altri, guide morali per le generazioni future per orientarsi nella scelta tra il bene e il male.

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