Putzu, a 70 anni medico al Cau “Largo ai giovani, ma noi possiamo ancora essere utili”

Da pochi giorni ha compiuto 70 anni e ne manca ancora uno prima della pensione, tuttavia nei prossimi dodici mesi di attività non sarà soltanto medico di famiglia ma anche “turnista” al Cau dell’ospedale di Piacenza, uno dei nuovi centri di assistenza urgenza istituiti a livello regionale per decongestionare i Pronto Soccorso. Per Filiberto Putzu, medico di professione prestato alla politica (è stato assessore al Comune di Piacenza e più volte in consiglio comunale, ora con i Liberali Piacentini), è un’esperienza inedita, di fatto un nuovo lavoro: “Lo faccio volentieri – dice in questa intervista – anche per rinnovarmi e tenermi aggiornato, rinverdendo certe conoscenze mediche”.

“Ho compiuto 70 anni pochi giorni fa – spiega Putzu – e per quanto riguarda la medicina generale, la pensione scatta al compimento dei 70 anni, anche se una disposizione nazionale ha consentito una deroga fino ai 72. Ogni azienda sanitaria applica queste eccezioni sulla base delle cosiddette ‘zone carenti’, ovvero dove mancano i medici. Certo, io sono più che favorevole al fare largo ai giovani, a maggior ragione visto che ho due figli che fanno i medici, uno lavora in Svizzera come aiuto rianimatore, l’altro invece è radioterapista allo Ieo, l’Istituto Oncologico Europeo, ma data la carenza di camici bianchi in circolazione, sia lo Stato, che la Regione, che l’azienda sanitaria va alla ricerca di professionisti disponibili a mettersi ancora a disposizione. E a fronte di un rinnovo dell’attività di un anno, mi è stata chiesta la disponibilità di coprire alcuni turni al Cau”. “Ho accettato questa proposta per diverse ragioni – sottolinea Putzu -: intanto eticamente è giusto farsi compartecipe dei problemi della nostra sanità, il secondo motivo riguarda l’aspettativa di rinnovarmi e mantenermi attivo, perchè mi sono dovuto andare a ristudiare certe situazioni e approcci che si possono incontrare in questo tipo di attività medica”.

E sulla tipologia di casi che si possono intercettare al Cau, Putzu passa in rassegna quanto gli è capitato di vedere nei primi turni di servizio: “Oggi (domenica 17 marzo, ndr) per esempio è stata una giornata sfortunata con alcune coliche renali e, come in un caso che stiamo curando, è difficile riuscire a togliere il dolore al paziente, valuteremo cosa fare. Mediamente gli accessi passano dal triage, che valuta le persone in base alla complessità e le orienta o al Cau o al Pronto Soccorso. Nonostante questo, il pericolo incombe sempre, penso all’instabilità posturale, le vertigini, o al mal di pancia nel paziente giovane, piuttosto che i dolori strani che non sembrano nulla di che ad un primo esame. Può capitare allora che siano sottovalutate certe situazioni e per questo vanno affrontate con prudenza. Devo dire che questo Cau, contiguo al Pronto Soccorso dell’ospedale, risulta molto efficiente”.

“Inoltre ci sono infermieri bravissimi – prosegue – con grandi capacità, eseguono prelievi del sangue, consulenze, radiografie, la tac per l’encefalo o per le reni. C’è una grande organizzazione, talvolta dobbiamo registrare soltanto che si dilatano un po’ i tempi. Al Cau arrivano anche altri casi – fa notare -, come quelli che richiedono un certificato o malanni più banali, come un mal di gola, poi c’è la persona che non ha il medico o è priva di assistenza sanitaria. Abbiamo accolto anche una persona senza fissa dimora al Pronto Soccorso, in realtà non aveva dove andare a dormire quindi la sua non era un problematica sanitaria”.

“Ho cercato di coinvolgere – aggiunge Putzu – anche qualche medico della mia età, perchè quelli come noi hanno la forza dell’esperienza, è più facile che l’occhio clinico ce l’abbia un dottore 60enne di quello di 30, magari più preparato tecnicamente. Sono pochi i medici miei coetanei in servizio al Cau, uno di questi mi ha confessato: ‘è appassionante a venire qui’. Forse trovo improprio il termine, ma fino ad ora sono venuto volentieri a svolgere i turni al Cau, è un tipo di lavoro decisamente interessante che mi ha anche incuriosito”.

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