Il prefetto Ponta alla diga del Molato, incontro coi tecnici. Continua lo sfioro controllato

Visita istituzionale alla diga del Molato, nel comune di Alta Val Tidone, dove dal 18 marzo è in corso il collaudo (il secondo in cento anni) che porterà all’aumento della capacità dell’invaso. Nella giornata del 26 marzo si è tenuto un incontro fra Consorzio di bonifica di Piacenza, ente gestore della diga, Prefettura di Piacenza, Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile della Regione Emilia-Romagna e Aipo, Agenzia interregionale del Fiume Po. Istituzioni che, con un lavoro congiunto e uno sforzo complessivo, stanno contribuendo in modo significativo nel coordinamento delle fasi di collaudo insieme anche alla commissione di collaudo, alla direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, all’ufficio tecnico per le dighe di Milano del Ministero e ai sindaci dei Comuni posti lungo l’asta del torrente Tidone.

Il prefetto Paolo Ponta ha sottolineato l’alto valore della diga del Molato sia dal punto di vista tecnico sia storico: “Invasi come questo, pur essendo quasi centenari, continuano a svolgere con efficienza la loro funzione in favore del settore agricolo, energetico e turistico-economico. È motivo di orgoglio vedere la proficua collaborazione fra tutti gli enti coinvolti affinché il collaudo in corso si svolga nella massima sicurezza. Il ri-collaudo della diga del Molato non è un momento di arrivo ma di ripartenza per una vita ancora lunga dell’invaso”. Il presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza Luigi Bisi, ringraziando il prefetto e i dirigenti e tecnici sia della prefettura sia delle istituzioni presenti, ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra per il rilancio del settore agroalimentare e per la sicurezza territoriale, ribadendo anche il valore del lavoro sinergico per la concretizzazione dell’avvio della fase di collaudo in tempi stretti sfruttando le attuali condizioni idro-meteo favorevoli. L’ingegnere Simone Dallai, responsabile del settore coordinamento tecnico, sicurezza territoriale e protezione civile dell’Agenzia della Regione Emilia-Romagna, ha ricordato che “in Regione sono presenti 26 grandi dighe disciplinate dalla direttiva Grandi Dighe che prevede l’approvazione del Documento di Protezione civile da parte della Prefettura competente e di un Piano di emergenza dighe approvato dalla Giunta regionale. La gestione di questi invasi mette insieme le competenze di diversi enti e strutture per garantire la sicurezza dei territori di valle”. È stato poi l’architetto Cristian Ferrarini, responsabile dell’Ufficio territoriale di Piacenza, a specificare che per tutti gli invasi della provincia è stata completata la pianificazione di emergenza anche grazie alla sinergia tra i diversi soggetti coinvolti. L’ingegnere Stefano Baldini di Aipo ha infine rimarcato l’importanza della diga del Molato e della procedura di collaudo in corso per l’intero territorio.

LA PROCEDURA DI COLLAUDO – La procedura di collaudo ex art. 14 DPR 1363/59, iniziata lunedì 18 marzo, prevede il completo riempimento dell’invaso della diga del Molato passando dalla attuale quota idrica autorizzata di 353,70 metri sul livello del mare (pari a un volume di circa 7,6 milioni di metri cubi d’acqua) a 354,40 metri sul livello del mare (pari a circa 8,06 milioni di metri cubi). Complessivamente la procedura durerà circa 3-4 settimane.

SFIORO CONTROLLATO – Lo sfioro, che è una delle fasi della procedura controllata e costantemente monitorata, è iniziato nella notte tra venerdì 22 marzo e sabato 23 e continuerà per 10-15 giorni variando di portata sulla base della quantità di acqua in ingresso.

PERCHÉ SI STA COLLAUDANDO NUOVAMENTE LA DIGA DEL MOLATO? – Il motivo per cui la diga necessita di un secondo collaudo, dopo quello effettuato quasi cento anni fa, ovvero dopo la sua entrata in funzione, è la certificazione dell’opera a seguito di importanti manutenzioni straordinarie effettuate negli ultimi decenni per mantenere l’opera adeguata sia all’evoluzione normativa sia a livello strutturale che della sicurezza idraulica. Questo non deve trarre in inganno perché, dalla fine degli anni ’20 ad oggi, i controlli dell’opera sono stati costanti per mantenere la diga sicura ed efficiente: alcuni sono giornalieri, altri mensili, altri semestrali. A questi ultimi seguono anche visite da parte dei tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti due volte all’anno. Costanti sono state anche le manutenzioni ordinarie dell’opera.

PRESENTI IL 26 MARZO IN DIGA PER LA VISITA ISTITUZIONALE – Il prefetto di Piacenza Paolo Ponta con il capo di gabinetto Claudio Giordano. Il dirigente del Settore sicurezza territoriale e protezione civile della Regione Emilia Romagna – Ufficio territoriale di Piacenza Cristian Ferrarini con Fabrizio Marchi, Cristina Francia, Diego Perini e Antonio Leonardi. Dalla sede centrale di Bologna dell’Agenzia sicurezza territoriale e protezione civile della Regione Emilia-Romagna, Simone Dallai con Nicola Magagni, Carmine Rizzo, Francesca Stumpo. Stefano Baldini dell’Ufficio operativo di Piacenza di Aipo insieme a Domenico Sannino, Federico Mancano e Francesco Vommaro. Per il Consorzio di bonifica di Piacenza il presidente Luigi Bisi, il direttore generale Pierangelo Carbone, l’ingegnere responsabile della diga del Molato Marco Belicchi e il sostituto responsabile Andrea Terret, Fabio Rogledi e i guardiani Maurizio Castagnola e Omar Finotto.

LE FUNZIONI DELLA DIGA – La diga del Molato è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa per il settore agricolo e agroalimentare che è il primo beneficiario dell’acqua immagazzinata ogni anno dall’autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui. Ed è poi un’opera importante per la produzione di energia idroelettrica e in generale per lo sviluppo delle condizioni socio economiche dell’ambito territoriale e per la valorizzazione turistica dell’intera vallata.

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