Il Bilancio diventa grafico per i cittadini “Una spesa ben gestita porta il Comune a risparmiare”

Un indebitamento pro capite di 66 euro, il più basso fra i capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna e nettamente inferiore alla media nazionale, che si attesta sui 1.727 euro. E poi le spese, con una priorità chiara nei confronti del welfare, che – inglobando diritti sociali, politiche sociali e famiglia – pesa per il 26,31% sul totale delle uscite correnti. I dati emergono dal bilancio di previsione 2024 del Comune di Piacenza, già approvato dal Consiglio comunale il 21 dicembre 2023, che adesso diventa più accessibile e comprensibile ai cittadini. Con il “bilancio illustrato alla città” – ossia un documento che presenta, punto per punto, le voci dello strumento economico di Palazzo Mercanti corredandole di grafici – l’amministrazione comunale intende far entrare di più i cittadini, figuratamente, dentro il palazzo e soprattutto far loro capire con chiarezza le spese, le entrate e tutti gli altri dettagli economici, ma anche approfondire e comprendere meglio come funziona, dal punto di vista economico-finanziario, la gestione dei servizi fondamentali alla collettività, l’investimento di risorse per la realizzazione di nuovi progetti e l’utilizzo dei fondi derivanti dal Pnrr, da contributi dell’Unione Europea, dello Stato o della Regione Emilia Romagna. A presentarlo in conferenza stampa la sindaca Katia Tarasconi, il vicesindaco e assessore al Bilancio Marco Perini, il direttore generale del Comune Luca Canessa e la dirigente del settore Programmazione economica Barbara Rampini, accompagnata dalle giovani professioniste Chiara Bè, Giulia Garau, Valentina Guastoni, Elena Spunton e Giuliana Tedesco.

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L’indice del debito pro capite è un indicatore di bilancio che consente di misurare l’indebitamento di un Comune in relazione alla popolazione residente permettendo quindi un confronto fra enti e fra esercizi precedenti. Su ogni residente dei maggiori Comuni italiani (neonati inclusi) grava mediamente un debito di 1.727 euro, mentre il dato aggiornato per Piacenza è 66,24 euro. L’indebitamento pro capite dei Comuni capoluogo della regione Emilia Romagna nell’ultimo bilancio pubblicato è a Bologna 211,57 euro, Reggio Emilia 456,15 euro, Modena 74,31 euro, Parma 674,43 euro, Ferrara 532,48 euro, Ravenna 121,04 euro, Forlì 514,48 euro e Rimini 364,14 euro. “Il Comune di Piacenza, per una storia e un’organizzazione che nasce da lontano, – ha sottolineato il vicesindaco Perini – è una realtà efficiente che ha delle potenzialità. Credo che derivino anche dalla capacità dei cittadini di essere tutti coinvolti nell’avventura dell’amministrazione del Comune. Abbiamo un indebitamento fra i più bassi d’Italia e tempi di pagamento molto rapidi rispetto alla media nazionale. È chiaro che tutto è migliorabile: ad esempio, un elemento che emerge è che tanti dei servizi che Comune eroga non hanno una copertura complessiva da parte di chi paga la propria parte (ad esempio mense scolastiche e asili d’infanzia). Se non ci fosse l’apporto del Comune per arrivare al pareggio, questi servizi non potrebbero essere gestiti. Sicuramente il fatto di poter creare efficienza sul servizio ma anche essere tutti consapevoli del bisogno di arrivare a un equilibrio credo possa essere uno sforzo su cui dobbiamo lavorare tutti”. Il Comune, precisa l’assessore al Bilancio, “sta già facendo uno sforzo nella direzione del recupero della morosità, in particolare rispetto ai servizi a domanda individuale” dove tante rette e quote non vengono pagate. “È necessario che i cittadini ne siano consapevoli – dice Perini – da parte dell’amministrazione si sta facendo uno sforzo per essere più puntuali per sollecitare chi non ha adempiuto al proprio impegno, ma ci vuole anche la responsabilità dei cittadini”.

bilancio illustrato alla città

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Marco Perini

“Tutto ciò che una amministrazione fa poggia le basi sul bilancio, perché senza fondi non si possono fare politiche – ha detto la sindaca Tarasconi -. Ciò a cui puntiamo, con il ‘bigino’ che presentiamo oggi, è mettere in luce chiaramente il bilancio affinché i nostri concittadini possano meglio comprendere le azioni che vengono svolte in questo Comune”. Un bilancio che, come è già noto dalla sua approvazione a dicembre in Consiglio comunale, “si pareggia su 277 milioni, una cifra importante” evidenzia l’assessore e vicesindaco Perini, che poi aggiunge che il bilancio semplificato “vuole essere il modo per arrivare ai cittadini”. “Il bilancio – ha detto – è un insieme di documenti molto corposo, articolato e tecnico che, una volta redatto, diventa poi uno strumento per gli addetti ai lavori e che i cittadini non riescono a capire. Così abbiamo tradotto i numeri e le informazioni del bilancio in alcune indicazioni semplici e facilmente intuibili che possano arrivare alla comunità perché ci sia la consapevolezza da parte di tutti dei numeri che regolano l’amministrazione pubblica. Siamo tutti coinvolti – noi amministratori nel ruolo di gestione, ma anche tutti i cittadini – nell’impegno e nella consapevolezza che tutto quello che si fa ha dei riflessi economici importanti che devono essere conosciuti per poter essere gestiti al meglio”. Tra grafici e brevi testi riassuntivi, vengono illustrate le sigle che definiscono ogni tassello del mosaico che muove la complessa macchina comunale – il Dup (Documento unico di programmazione), il Peg (Piano esecutivo di gestione) e il Piao (Piano integrato di attività e organizzazione) – così come il quadro sintetico dei conti di Palazzo Mercanti: dalla spesa corrente di 13,6 milioni di euro ai 14 milioni di euro attesi, per il periodo 2024-2026, dal recupero anti-evasione fiscale; dagli investimenti per 77,3 milioni nel 2024, agli oltre 150 milioni previsti allungando lo sguardo sino al 2026. “Da questi numeri – aggiunge Tarasconi – derivano ad esempio il mantenimento dell’Imu a livelli invariati, o il rispetto dei termini di pagamento a fornitori e soggetti privati con cui sono in essere contratti, entro i 21 giorni dalla ricezione della fattura”.

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Il direttore generale Luca Canessa ha sottolineato come, anche dal suo punto di vista, “quest’iniziativa è importante perché si inserisce dentro un percorso di partecipazione che il Comune ha iniziato e sta percorrendo con fatti concreti. Ricordo il baratto amministrativo, presto parleremo di bilancio partecipato, il coinvolgimento degli stakeholder della città: una serie di iniziative che vogliono aprire il Comune ai cittadini in maniera concreta. Per far partecipare attivamente i cittadini serve un collegamento più diretto. Questo strumento serve perché il cittadino, quando entra in Comune, possa essere in grado di parlare di qualcosa di concreto. Ringrazio la dirigente Barbara Rampini e l’intero gruppo di lavoro”. “Quando è nato questo progetto ci siamo interrogati su quali dati far emergere – ha raccontato Rampini – che da un documento così corposo non si riescono a cogliere. Spesso il nostro è un lavoro da ‘dietro le quinte’ che non riesce a mostrarsi per quello che è”.

bilancio illustrato alla città
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Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, Luca Canessa, ripercorrendo la sua esperienza nelle amministrazioni pubbliche, ha riconosciuto all’attuale amministrazione comunale di Piacenza “una forte attenzione alle fasi della spesa, che non è una cosa comune” e poi “l’indice di tempestività dei pagamenti, che vuol dire che da questo punto di vista gli uffici sono molto efficienti”. Il Comune di Piacenza non è “spendaccione”, tuona la sindaca Tarasconi. “Nell’ambito della città – le sue parole – il Comune ha anche il ruolo e il dovere di fare da stimolo affinché l’economia giri e le cose funzionino. Nel nostro bilancio il 26,31% va nel welfare, nei servizi sociali, cioè ad aiutare persone in difficoltà. Vanno fatte delle scelte, e ciò implica che a qualcuno possano non piacere. C’è un filo rosso che l’amministrazione porta avanti: sa di avere poco tempo per essere incisiva e ogni giorno che passa è un giorno in meno per mettere in campo ciò che vogliamo fare per la città”. Perini fa notare come una maggior spesa significhi sì “poter fare più cose e quindi offrire più servizi alla comunità” ma anche “creare una efficienza maggiore”. E cita l’esempio del potenziamento dell’Ufficio tributi. “Dal punto di vista delle uscite, abbiamo speso più soldi perché impegniamo più personale, ma dall’altro lato lavoriamo per il recupero dell’evasione e quindi recuperiamo più soldi. Poter chiedere il saldo dei mancati pagamenti in tempi brevi consente di rimettere le risorse nei binari in tempi brevi. Se gestita bene, la spesa può innescare un circolo virtuoso che porta dei risparmi“.

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AFFIDAMENTI DIRETTI – Un tema su cui spesso la minoranza in Consiglio punzecchia l’amministrazione comunale è quello della predilezione degli affidamenti diretti a scapito dei bandi. La sindaca Tarasconi assicura che “la trasparenza è assolutamente garantita e le cose vengono fatte sempre a norma di legge. Se è così, non vedo perché dovremmo allungare i tempi per arrivare ai progetti che ci siamo promessi di realizzare”. Canessa, che è anche responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, ricorda peraltro che “già nel 2020 il legislatore aveva previsto che i Comuni fino a 140mila abitanti affidassero i lavori con costo inferiore a 150mila euro (e non più 40mila) in maniera diretta. Il Comune si è dotato di strumenti di garanzia per sorvegliare su questo”. E la chiosa finale (politica) di Tarasconi è: “Il legislatore, che è dello stesso colore politico di questa minoranza, con il Codice degli appalti sta andando in quella direzione. Perciò mi stupisce che proprio loro (la minoranza, ndr) ci accusino di usarlo troppo (l’affidamento diretto, ndr)”.

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