Campagna “Proteggo la protesta”, Amnesty a fianco dei sindacati di base

Amnesty International, nella giornata di sabato 10 maggio, ha lanciato, in contemporanea a Milano e a Roma la sua nuova campagna globale “Proteggo la Protesta”, campagna che “intende sfidare gli attacchi diffusi alla protesta pacifica sostenendo le e i manifestanti pacifici nonché le cause dei movimenti sociali che spingono al cambiamento per la realizzazione dei Diritti Umani”.
I principali obiettivi della campagna sono: “modificare le legislazioni eccessivamente restrittive che riducono lo spazio civico, in particolare laddove queste limitino illegalmente i diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione; porre fine alle detenzioni arbitrarie, alla criminalizzazione delle e dei manifestanti, all’uso illegale della forza da parte delle forze di polizia, all’uso improprio di armi meno letali, alla sorveglianza di massa illegale e mirata; supportare coloro la cui voce è stata soffocata e che sono maggiormente a rischio di discriminazione ed esclusioni”.

È in quest’ottica che il Gruppo Amnesty International di Piacenza ha organizzato, nell’ambito della campagna, l’evento tenutosi venerdì 10 maggio presso la Cooperativa Popolare Infrangibile e che ha visto l’intervento, oltreché della Sezione di Amnesty International chiamata a mediare, dell’Osservatorio Repressione, dei Sindacati di Base S.I. Cobas e Usb e della Task Force Osservatori di Amnesty International. “Si è trattato – spiegano dal Gruppo Amnesty di Piacenza – di un evento molto partecipato, a cui hanno presenziato numerosi lavoratori della logistica, settore ove i due sindacati di base sono principalmente attivi, e con cui si è voluto dare voce e spazio, con un occhio imparziale e super partes, a chi voce e spazio generalmente non li trova se non in contesti impregnati di giudizi e di pregiudizi, favoriti da narrazioni degli stessi spesso esclusivamente criminalizzanti”.

“Sono stati presentati a Piacenza in anteprima i risultati delle ricerche condotte dall’associazione sulla criminalizzazione degli e delle manifestanti, sull’uso sproporzionato della forza e sulle leggi repressive in Italia, discutendone e confrontandosi proprio con quella parte del mondo del lavoro maggiormente a rischio di discriminazione e di esclusioni, composta principalmente da immigrati, che tutto questo lo vive spesso sulla propria sfruttata pelle. Con l’importante obiettivo che tutte le persone possano far sentire la propria voce, Amnesty International ha così voluto imparzialmente dialogare, al fine di comprendere, con questa realtà, ribadendo l’importanza del diritto di protesta e che crimini sicuramente sono la violazione dei Diritti Umani, lo sfruttamento nei luoghi di lavoro e la violazione dei Diritti dei lavoratori come quello alla sicurezza e a ricevere una retribuzione adeguata che consenta una vita dignitosa scevra da ricatti”. (nota stampa)

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